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Salve padre Angelo,
La ringrazio per il servizio che offre a noi utenti e vorrei porle una domanda: cosa ne pensa di papa Francesco ha modificato l’articolo n. 2267 del Catechismo rendendo la pena di morte inammissibile?
Alcuni ritengono che questo cambiamento sia illecito perché si stacca dal Magistero precedente.
Lei cosa ne pensa?
La ringrazio ancora.


Carissimo,
1. la pena di morte è un atto disciplinare previsto dalla Sacra Scrittura e applicato per molto tempo dappertutto.
Non è però un dogma di fede o di morale.

2. Va ricordato che se la Sacra Scrittura prevede la pena di morte, tuttavia pone le premesse per il suo superamento.
Già nell’Antico Testamento Dio non vuole che Caino venga ucciso e gli impone un segno perché chiunque l’avesse incontrato non lo uccidesse (Gn 4,15).
Ugualmente Dio attraverso i profeti dice: “Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (Ez 33,11).

3. Soprattutto nel Nuovo Testamento Gesù in uno dei suoi primi insegnamenti non solo abolisce la legge del taglione, ma addirittura la capovolge: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente.
Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello” (Mt 5,38-40).
Chiede di opporre l’amore all’odio.

4. In particolare poi nell’episodio dell’adultera Gesù col suo silenzio mostra chiaramente che non è d’accordo con coloro che vogliono lapidarla.
E ne dice anche il motivo: solo chi è senza peccato può scagliare pietre contro la donna adultera (Gv 8,7).

5. Giovanni Paolo II pur confermando nel Catechismo della Chiesa Cattolica la liceità della pena di morte se non esista altra via per difendere efficacemente le vite umane, tuttavia conclude:  “Se, invece, i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall’aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l’autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.
Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l’ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo «sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti» (EV 56)” (CCC 2267).

6. Successivamente parlando a Saint Louis (Missouri, Stati Uniti) e cioè in uno stato la cui popolazione notoriamente era in stragrande maggioranza favorevole alla pena di morte ha detto: “La dignità della vita umana non deve essere mai negata, nemmeno a chi ha fatto del grande male.
La società moderna possiede gli strumenti per proteggersi, senza negare ai criminali la possibilità di ravvedersi.
Rinnovo quindi l’appello… per abolire la pena di morte, che è crudele e inutile” (Cfr. L’Osservatore Romano, 29 gennaio 1999, p. 4).

7. In questo modo il Magistero dichiarava praticamente superata l’istituzione disciplinare della pena di morte e delle sue motivazioni.
Il superamento esplicito della pena di morte è avvenuto con papa Francesco che con un Rescritto del 1 agosto 2018 ha comandato di sostituire il n. 2267 del CCC con le seguenti parole: “Per molto tempo il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorità, dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravità di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune.
Oggi è sempre più viva la consapevolezza che la dignità della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi. Inoltre, si è diffusa una nuova comprensione del senso delle sanzioni penali da parte dello Stato.
Infine, sono stati messi a punto sistemi di detenzione più efficaci, che garantiscono la doverosa difesa dei cittadini, ma, allo stesso tempo, non tolgono al reo in modo definitivo la possibilità di redimersi.
Pertanto la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona”.

8. Pertanto Papa Francesco è in  linea con quanto aveva detto il Magistero precedente con Giovanni Paolo II.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo