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Quesito

Grazie Padre,
(sono la signora di 89 anni che ha il figlio non credente di cui le ho parlato di recente)
tutto quello che lei dice lo penso anche io e cerco, almeno nel possibile, di fargli notare le bellezze del Creato.  Se arrivasse a credere, chiaro che cercherebbe di tornare in grazia….
ma io non so rispondere a questa domanda che varie volte mi fa lui: Se mi avesse a condannare con gli assassini, i delinquenti, i ladri, solo perché non
riesco a crederlo, io che ho sempre cercato di fare solo del bene a tutti, non sarebbe
giusto….

non ho saputo rispondergli…. 
padre, cosa ne dice?


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. la pena più grave dell’inferno consiste nella privazione di Dio e conseguentemente nella privazione di ogni bene.
Essere in compagnia dei demoni o dei delinquenti è il meno. Anzi, infinitamente il meno.
Del resto anche in carcere la pena più grande è la privazione della libertà.
La compagnia di vari tipi di carcerati è il meno.

2. Va detto però che Dio non manda all’inferno nessuno. Anzi, fa di tutto fino alla fine perché nessuno ci vada.
L’inferno è un’auto esclusione dalla comunione con Dio.
L’auto esclusione vissuta in maniera ostinata di qua, rimane sancita per sempre.
Scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola « inferno »” (CCC 1033).

3. All’inferno non si fruirà della compagnia di nessuno, se non di quella dei demoni che tormentano notte e giorno secondo quanto dice l’Apocalisse: “E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli” (Ap 20,10).

4. Le pene dell’inferno non saranno uguali per tutti, secondo quanto emerge dal Vangelo di San Luca: “Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” (Lc 12,47-48).
Saranno più severe per coloro che non hanno voluto accogliere il Vangelo: “Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. 
In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città” (Mt 10,14-15).

5. Gesù parla di tenebre: “Gettatelo fuori nelle tenebre dove sarà pianto e stridore di denti” (Mt 22,13).
San Tommaso dopo aver rilevato con Aristotele che “il senso degli occhi è quello più desiderabile, dato che con esso veniamo a conoscere un gran numero di cose” (Metafisica 1,1) dice: “Parlando in senso assoluto il luogo è tenebroso; tuttavia per una disposizione divina vi è una certa luce, quanto basta perché si vedono le cose capaci di tormentare l’anima” (Supplemento alla somma teologica, 97,4).

6. Sull’inferno riporto quanto Santa Faustina Kowalska ha scritto in un giorno degli Esercizi spirituali (20 ottobre 1936):
“Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’Inferno.
É un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande.
Queste le varie pene che ho viste:
la prima pena, quella che costituisce l’inferno, è la perdita di Dio;
la seconda, i continui rimorsi della coscienza;
la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai;
la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale, acceso dall’ira di Dio;
la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio;
la sesta pena è la compagnia continua di satana;
la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti.
Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi.
Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda ed indescrivibile.
Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall’altro. Sarei morta alla vista di quelle orribili torture, se non mi avesse sostenuta l’onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità.
Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun’anima si giustifichi dicendo che l’inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia.
Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell’inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l’inferno c’è. Ora non posso parlare di questo.
Ho l’ordine da Dio di lasciarlo per iscritto.
I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi.
Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto.
Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno.
Quando ritornai in me, non riuscivo a riprendermi per lo spavento, al pensiero che delle anime là soffrono così tremendamente, per questo prego con maggior fervore per la conversione dei peccatori, ed invoco incessantemente la misericordia di Dio per loro” (Diario, n. 741).
Le caverne di cui parla Santa Faustina evidentemente sono l’immagine che però dipinge la realtà.

7. Come si può notare, non viene fatto nessun riferimento alla compagnia dei dannati.
All’inferno non c’è nessuna compagnia. C’è solitudine, pianto per le pene che si subiscono e stridore di denti a motivo della disperazione.

Ti ringrazio di avermi dato questa ulteriore occasione di scrivere queste cose a profitto dei nostri visitatori.
Assicuro di nuovo la mia preghiera per tuo figlio e anche per te perché il Signore ti dia la grazia di vederlo tornare a lui.
Vi benedico,
padre Angelo