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Quesito

Caro Padre Angelo,
ho un problema che sta mettendo in crisi il mio matrimonio.
Circa due mesi fa ho letto che la masturbazione è un peccato mortale e questa cosa mi ha messo in una grave situazione di coscienza personale e coniugale.
Io consideravo questa cosa normale per un matrimonio e quando ne ho parlato con mio marito è stato meno comprensivo: mi ha detto che i nostri rari rapporti durante il mese erano in parte compensati dagli altrettanto rari momenti di intimità suddetti e che ora la mia scelta lo ha avvilito perché durante il periodo fertile praticamente viviamo come due estranei.
So che il matrimonio cristiano richiede sacrificio e momenti di castità coniugale, ma che fare quando l’altra metà è in disaccordo?
Come coniugare l’essere in grazia di Dio e vivere in armonia con il proprio coniuge?
Il sacerdote presso cui mi sono confessata mi ha detto che non si fa perché è proibito, ma non mi ha detto come aiutare il mio matrimonio.
Dimenticavo di dirle che siamo genitori di tre figli e che se Dio volesse mandarcene altri noi li accetteremmo con amore, ma siamo anche per una paternità e maternità responsabile.
La ringrazio anticipatamente per la sua risposta
E.


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. intanto mi complimento con la vostra bella famiglia (tre figli). Non è una cosa ordinaria, almeno dalle nostre parti. E questo manifesta la vostra generosità e anche la vostra fiducia nella Divina Provvidenza.
È bella anche l’affermazione che fai alla fine della tua e-mail: certamente sareste disposti ad accettare con amore anche altri figli e nello stesso tempo volete essere genitori responsabili di quello che fate.

2. Ma vengo adesso al cuore della tua domanda.
I giorni di fertilità all’interno di un mese non sono molti. L’astensione che viene chiesta non è una cosa sovrumana e serve a conservare al gesto coniugale il suo genuino significato di vero dono di sé.
Un grande maestro di preghiera ha detto che la masturbazione è un atto di egoismo allo stato puro.
Il giudizio non cambia quando la masturbazione, anziché essere solitaria, è vicendevole.

3. Il rapporto coniugale è un atto di amore vicendevole, di dono totale di sé all’altro. Si dona tutto, anche la propria capacità di diventare padre e madre. Questo gesto conserva tutto il suo significato di genuino amore anche se per cause indipendenti dalla propria volontà non risulta fertile.
Quanto Giovanni Paolo II ha detto della contraccezione, vale ancor più per la masturbazione vicendevole: “Così al linguaggio nativo che esprime la reciproca donazione totale dei coniugi, la contraccezione impone un linguaggio oggettivamente contraddittorio, quello cioè di non donarsi all’altro in totalità.
Ne deriva, non soltanto il positivo rifiuto all’apertura alla vita, ma anche una falsificazione dell’interiore verità dell’amore coniugale, chiamato a donarsi in totalità personale” (Familiaris Consortio 32c).

4. Mi chiedi come coniugare l’essere in grazia di Dio e vivere in armonia con il proprio coniuge.
Non c’è vero amore per il prossimo quando insieme con lui si perde il bene più grande, più prezioso: la grazia di Dio, la sua presenza personale dentro di noi.
Il bene più grande che vi dovete dare è Dio stesso, la sua grazia, la sua volontà, il suo amore. Senza Dio e la sua grazia siamo niente.
Come si può coniugare l’amore per la propria persona cara quando la si deruba del bene più prezioso per il tempo e per l’eternità?
Anche per questo la Sacra Scrittura dice: “Il talamo sia senza macchia” (Ebr 13,4).
Pertanto devi aiutare tuo marito a chiamare ogni cosa con il suo nome. In altri termini devi aiutarlo a chiamare il peccato con nome di peccato (di offesa a Dio, di profanazione del corpo che è tempio dello Spirito Santo) e non con quello di virtù.

5. Ti chiedo ancora: se fosse lecito masturbarvi tra voi, perché non dovrebbe essere lecito anche per i vostri figli? Per conto loro oppure insieme?
E perché non dovrebbe esserlo tra fidanzati o persone omosessuali?
Capisci che un discorso del genere non si regge.
Il matrimonio non conferisce alcun diritto alla masturbazione.
Conferisce invece il diritto e anche il dovere di donarsi totalmente, come avviene nell’amore casto.
Ecco il pensiero della Chiesa in proposito: “Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato. La ragione principale è che, qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale, al di fuori dei rapporti coniugali normali, contraddice essenzialmente la sua finalità. A tale uso manca infatti la relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che realizza in un contesto di vero amore l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana (GS 51). Soltanto a questa relazione regolare dev’essere riservato ogni esercizio deliberato della sessualità” (PH 9).

6. In ogni caso non è possibile fare la Santa Comunione dopo che si è compiuto un tale atto. È necessaria la confessione sacramentale.
Diversamente, come sai, si compie un sacrilegio.
Anche qui è necessario chiamare ogni cosa con il suo nome.
Possiamo essere fragili, peccatori. Ma finché chiamiamo ogni cosa col suo nome, rimane in noi una luce che ci orienta.

Ti ringrazio per la fiducia, vi assicuro la mia preghiera e vi benedico.
Padre Angelo