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Quesito
Buongiorno caro Padre Angelo.
Mi chiamo Stefano e innanzitutto volevo ringraziarla per il servizio che ci rende nel tenere questa rubrica.
Le sue risposte sono sempre molto illuminanti e uno stimolo a comprendere e vivere meglio le ragioni della nostra fede.
La ricordo volentieri nella mia preghiera; che il Signore continui a sostenerla in questa sua opera.
Veniamo ora al quesito che mi piacerebbe capire meglio: L’abuso della Divina Misericordia.
Leggendo il diario di Santa Faustina Kowalska, ad un certo punto il Signore ammonisce chi abusa della sua Misericordia.
Mi è chiaro che non è giusto vivere in maniera dissoluta confidando poi nel Divino Perdono. Mi è pure chiaro che senza un vero pentimento il Signore non può esercitare la sua misericordia.
Ma il dubbio mi assale quando pur cercando di vivere in maniera retta, si finisce per cedere al peccato, consci in maniera più o meno viva, che poi con una confessione fatta bene si può tornare in stato di grazia. Provo a spiegarmi meglio con un esempio: Se una persona, perché in vacanza per mancanza di voglia o per altri futili motivi, salta di partecipare all’Eucarestia domenicale, pensando che poi alla prima occasione si confesserà, in questo caso, sta abusando della divina Misericordia? A rigor di logica mi verrebbe da dire di si. Ma allora in quasi tutte le occasioni in cui commettiamo un peccato stiamo abusando della Misericordia Divina, in quanto siamo consci che stiamo commettendo un peccato e sappiamo che poi vi sarà la necessità di confessarlo.
Spero di essere riuscito a porre il quesito in maniera abbastanza chiara.
La ringrazio per il tempo che pazientemente mi sta dedicando.
Saluti
Stefano
Risposta del sacerdote
Caro Stefano,
1. quando parliamo della misericordia di Dio dobbiamo ricordare che si tratta di una realtà quasi inconcepibile per noi.
È infatti una realtà così grande, così immensa, così continua, così infinita che non abbiamo né pensiero né parole per poterla concepire o esprimere in maniera adeguata.
Corriamo sempre il rischio di deformarla, considerandola come una realtà finita, come sono tutte le realtà che noi vediamo.
Per questo anche nel Diario di Santa Faustina ricorre spesso l’espressione “la mia insondabile misericordia”.
2. Tutto ciò che esiste è frutto della misericordia divina.
Commentando le parole del Salmo “omnes viae Domini misericordia et veritas” (tutte le vie del Signore sono misericordia e verità, Sal 24,10) San Tommaso dice che all’inizio di tutte le cose dobbiamo trovarvi la Divina misericordia perché tutto ciò che le creature possiedono lo devono alla bontà e alla misericordia di Dio, la quale conferisce loro non solo la possibilità di esistere, ma molto di più di quanto non richiederebbe la loro sussistenza.
Ecco le sue testuali parole: “E così in ogni opera di Dio appare la misericordia, come sua prima radice. E l’influsso di essa permane in tutte le cose che vengono dopo, e vi opera con tanta maggiore efficacia ….
E per questo stesso motivo, anche quello che è dovuto ad una creatura, Dio, per l’abbondanza della sua bontà, lo dispensa con maggiore larghezza che non lo richieda la proporzione della cosa.
Ed invero quel che basterebbe per conservare l’ordine della giustizia è sempre meno di quello che conferisce la divina bontà, la quale supera ogni esigenza della creatura” (Somma teologica, I, 21, 4).
3. La misericordia di Dio rifulge ulteriormente nell’opera della Redenzione perché “non ha voluto solamente che venisse rimossa la colpa ma volle anche ricondurre la natura umana alla dignità (santità) originaria” (III, Sent., d. 20, q.1. qc 2, ad 2).
4. Quando in Santa Faustina si parla di abuso della bontà o della misericordia del Signore ci si riferisce al fatto che alcuni (molti) la disprezzano perché non la accolgono o la accolgono in maniera molto imperfetta.
Non la accolgono soprattutto nella Santa Comunione e nella confessione.
Nelle ultime righe annotate nell’anno 1937 si legge che il Signore, dopo averle detto: «Non deve interessarti per niente come si comportano gli altri; tu comportati come ti ordino Io. Devi essere una Mia copia vivente tramite l’amore e la Misericordia» e ancora: « tu sii sempre misericordiosa con tutti e specialmente con i peccatori», soggiunge a proposito della Santa Comunione:
«Quanto mi addolora che le anime si uniscano così poco a Me nella santa Comunione!
Attendo le anime ed esse sono indifferenti per Me.
Le amo con tanta tenerezza e sincerità ed esse non si fidano di Me.
Voglio colmarle di grazie, ma esse non vogliono riceverle.
Trattano con Me come con una cosa inerte eppure ho un cuore pieno d’amore e di Misericordia.
Affinché tu possa conoscere almeno un po’ il Mio dolore, pensa alla più tenera delle madri, che ama molto i suoi figli, ma i figli disprezzano l’amore della madre. Immagina il suo dolore, nessuno riuscirà a consolarla. Questa è un’immagine ed una pallida somiglianza del Mio amore».
Ecco dove sta l’abuso che noi tutti in misura più o meno grande compiamo: “Voglio colmarle di grazie, ma esse non vogliono riceverle”.
Sembra quasi che si abbia paura di perdere troppo tempo nello stare col Signore.
5. A proposito poi della Confessione il Signore, sempre nella medesima circostanza, le dice: “Scrivi, parla della Mia Misericordia.
Dì alle anime dove debbono cercare le consolazioni cioè nel tribunale della Misericordia, lì avvengono i più grandi miracoli che si ripetono continuamente.
Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane né celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un Mio rappresentante e confessargli la propria miseria ed il miracolo della Divina Misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza.
Anche se un’anima fosse in decomposizione come un cadavere ed umanamente non ci fosse alcuna possibilità di risurrezione e tutto fosse perduto, non sarebbe così per Dio: un miracolo della Divina Misericordia risusciterà quest’anima in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano, quando sarà troppo tardi!».
6. Desidero sottolineare queste parole: “nel tribunale della Misericordia, lì avvengono i più grandi miracoli che si ripetono continuamente”.
E questo non solo perché viene comunicata la grazia santificante, che è un’opera più grande della creazione del mondo perché è di ordine soprannaturale ed è destinata ad esistere eternamente, ma anche perché insieme con essa vengono comunicate molte grazie.
“Lì avvengono i più grandi miracoli che si ripetono continuamente”.
E tuttavia dobbiamo toccare con mano quanto questo Sacramento venga rifiutato. E anche come molti, pur buoni cristiani, vi accedano poco e mal volentieri, come se andassero ad un supplizio.
Penso invece ai domenicani della prima ora, che avevano di prassi che al mattino, appena svegliati e riordinati, si confessavano l’un l’altro. Per loro la confessione era quotidiana. Ugualmente quotidiana era anche per Santa Caterina da Siena.
Tutti questi domenicani toccavano con mano quanto fossero vere le parole che il Signore un giorno avrebbe detto a Santa Faustina: “lì avvengono i più grandi miracoli che si ripetono continuamente”.
Avvengono i più grandi miracoli in tutti i sensi.
7. Questi sono i nostri abusi, e potrei dire anche i nostri peccati che il Signore continua a colmare con l’abisso del suo perdono e della sua misericordia che alla grazia inestimabile del perdono aggiunge ancora molte altre grazie.
8. Ti auguro di poter essere come il Signore voleva che fosse Suor Faustina: “Devi essere una Mia copia vivente tramite l’amore e la Misericordia”.
Ti auguro anche che nei Sacramenti il Signore ti colmi di grazia e di grazie.
Ti assicuro anche per questo il mio ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo