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Quesito

Caro Padre Angelo,
Mi capita spesso di lavorare in fiera il fine settimana. A volte mi è oggettivamente impossibile andare a messa poiché il sabato lavoro fino a tardi e la domenica riprendo prima della prima messa e finisco dopo l’ultima. Sia ben inteso che gli orari delle fiere non dipendono da me e che metto tutto l’impegno possibile a trovare messe a cui posso partecipare (impegno purtroppo reso difficile dalle numerose imprecisioni che spesso ci sono negli orari delle messe su internet e soprattutto dalla quasi scomparsa delle messe precedenti alle 7.00 di mattina). Essendo il responsabile dello stand inoltre non posso nemmeno rischiare di partecipare a messe proprio a filo con l’inizio delle fiere, né posso fare ritardi (mi dica lei se sarebbe cristianamente più corretto magari venire meno a una parte dei miei doveri). La mia domanda è questa: nei giorni in cui mi è oggettivamente impossibile partecipare alla messa domenicale, cosa dovrei fare per non essere in stato di peccato? Ci sono delle preghiere da recitare o una formula standard per le persone che non possono partecipare alla messa? Immagino che il problema sia studiato ad esempio per chi viaggia in paesi non cattolici o in zone disabitate. Oppure mancare la messa è sempre peccato in materia grave?
Ho un’altra domanda collegata. La domenica è spesso anche giorno di disallestimento. Quindi terminata la fiera iniziano i lavori ad oltranza per sgomberare l’area. Come quesito teorico se la fiera finisse alle 20.00 e io trovassi una messa alle 21.00 (purtroppo anche le messe dopo le 19.30 sono molto rare). Teoricamente potrei abbandonare lo stand andare a messa e poi tornare a lavorare (nei casi in cui sia possibile il transito dei mezzi), ciò però comporterebbe il fatto di lasciare lo stand con la merce incustodito in un momento delicato e di rischiare che i lavori si protraggano oltre il tempo necessario con il rischio di sforare gli orari imposti dalla fiera (purtroppo è quasi impossibile stimare a priori la durata dei lavori). Si tratta di un caso estremo, ma in un caso del genere come dovrei comportarmi per non fare un peccato mortale? La ringrazio
La ringrazio e oggi la ricorderò in preghiera con la mia famiglia.
Cordiali Saluti,
sia lodato Gesù Cristo!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “Durante la domenica e gli altri giorni festivi di precetto, i fedeli si asterranno dal dedicarsi a lavori o attività che impediscano il culto dovuto a Dio, la letizia propria del giorno del Signore, la pratica delle opere di misericordia e la necessaria distensione della mente e del corpo (cfr. Codice di Diritto Canonico, 1247)” (CCC 2185).
E subito dopo aggiunge: “Le necessità familiari o una grande utilità sociale costituiscono giustificazioni legittime di fronte al precetto del riposo domenicale” (CCC 2185).

2. I tuoi impegni con la fiera rientrano nelle necessità familiari perché tra queste sono comprese anche le necessità economiche e lavorative.
E rientrano anche nella grande utilità sociale perché la fiera ha pure le sue utilità per la gente e per il bene comune.
Pertanto, a rigore di precetto, potresti ritenerti dispensato.

3. Tuttavia non basta dire: sono dispensato. Tu stesso avverti che senza il giorno del Signore ti manca qualcosa. Anzi, ti manca molto.
Ti manca quella benedizione del Signore che Dio ha assicurato fin dall’inizio della Sacra Scrittura: “Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò” (Gn 2,3).
Ora la benedizione di Dio è sempre efficace e irrevocabile, come ricorda la Bibbia di Gerusalemme, e secondo San Gregorio Magno consiste in “un conferimento di doni e nella loro moltiplicazione” (De benedictione Patriarcarum, 2).
Dalla tua domanda ho l’impressione che in te, oltre alla volontà di non commettere peccato e di non dispiacere a Dio, vi sia anche il desiderio di non essere privato – sia pure in maniera non colpevole – della benedizione del Signore.
Questa benedizione è importante per il tuo lavoro e per le tue necessità familiari.

4. Il Catechismo della Chiesa Cattolica prevede che per un giusto motivo “si possa essere dispensati dal proprio parroco) (CCC 2181).
Pertanto la cosa migliore sarebbe che tu ti riferissi al tuo parroco perché ti dica in quale maniera puoi santificare il giorno di festa, pur non potendo partecipare alla S. Messa per motivi oggettivi.
Il mio suggerimento è quello di dedicare alla preghiera e alla lettura spirituale il tempo che impiegheresti nella partecipazione alla Messa.
San Tommaso dice che “l’uomo secondo il dettame della ragione naturale deve destinare del tempo anche al ristoro spirituale, saziando di Dio la propria anima)” (Somma Teologica, II-II, 122, 4, ad 1).
È questo il tempo in cui nel giorno di festa sazi al mattino presto o la sera quando avrai tutto concluso la tua anima di Dio e ricevi la sua benedizione.

5. Inoltre sempre per saziare la tua anima di Dio e ricevere la sua benedizione puoi andare alla Messa in qualche giorno feriale.
Non che in questa maniera tu possa soddisfare al precetto.
Ma poiché sei nell’impossibilità di soddisfarlo, cerca di ricuperare almeno parzialmente attraverso la Messa in un giorno feriale i beni che vengono comunicati in quelli festivi.

6. Mi chiedi anche se vi siano dei formulari sostituitivi per chi non può partecipare alla Messa.
È prevista la liturgia della parola là dove non vi può essere la presenza del sacerdote per la celebrazione dell’Eucaristia.
Quest’indicazione è importante perché indirettamente suggerisce che cosa si possa fare quando è il fedele che non può partecipare alla Messa.
Ma di per sé non ci sono formulari.
Secondo me, ottima risorsa è la liturgia della Parola fatta per conto proprio seguita dalla preghiera del Santo Rosario che permette di interiorizzarla e di introdurla nella nostra vita.

7. Nel saluto che mi porgi scrivi: “oggi la ricorderò in preghiera con la mia famiglia”.
Ti ringrazio di cuore per questo pensiero che certamente mi giova molto.
A questo proposito aggiungo ancora qualcosa a quanto detto precedentemente.
San Giovanni Crisostomo dice: “Tu non puoi pregare in casa come in chiesa, dove c’è il popolo di Dio raccolto, dove il grido è elevato a Dio con un cuore solo. Là c’è qualcosa di più, l’unisono degli spiriti, l’accordo delle anime, il legame della carità, le preghiere dei sacerdoti” (De incomprehensibili Dei natura seu contra Anomaeos, 3, 6).
Ebbene, se la domenica non puoi andare a Messa per i motivi che mi hai detto, cerca di  pregare non soltanto da solo, ma che anche con la tua famiglia, che è chiesa domestica, perché “nell’unisono degli spiriti, nell’accordo delle anime, nel legame della carità” venga supplito quel “qualcosa di più” che viene dato per la partecipazione comunitaria all’Eucaristia.

Ti ringrazio anche del quesito che certamente è comune a molti.
Ti ricordo al Signore e con te ricordo la tua bella famiglia.
Vi benedico.
Padre Angelo