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sacerdote ( – 1283)

Giovanni Garbella nacque a Mosso Santa Maria, nei pressi di Vercelli in Piemonte, nel 1205 circa. Conseguì brillantemente la laurea in diritto romano e canonico a Parigi, ove insegnò, prima di far ritorno a Vercelli, sempre come insegnante. Entrò nell’Ordine dei Frati Predicatori nel 1229, assumendo il nome di Giovanni da Vercelli, conquistato dalla persuasiva eloquenza del Beato Giordano di Sassonia, successore di San Domenico, che, appunto, lo consigliò ad entrare nell’Ordine.  Ricevette la sua formazione religiosa nel convento di Bologna, ove sulla tomba del glorioso patriarca attinse un indomabile zelo ed una robusta santità, che fecero di lui una delle più belle e caratteristiche figure di domenicano. La prudenza e la fermezza, l’energia e la più amabile moderazione, l’amore ardentissimo di Dio e delle anime, fecero sì che riuscisse ad adattarsi mirabilmente alle più delicate e difficili mansioni, dentro e fuori dell’Ordine.

Fondò un convento in Vercelli, del quale fu priore. Papa Innocenzo IV ed i suoi successori nutrirono in lui illimitata fiducia e sin nella più tarda età gli affidarono importantissimi e spinosi incarichi. Fu Ambasciatore a Venezia, Genova, Pisa, Firenze, Bologna. In quest’ultima città fu anche priore del convento domenicano. Legato Pontificio alle corti di Francia e Castiglia, fu consigliere di Papa Clemente IV. Intraprese una grande opera di pacificazione tra le repubbliche italiane ed i sovrani europei e fu uno dei più attivi organizzatori della Crociata. Non gli mancò molto per essere chiamato ad ascendere al soglio pontificio, tanta era la stima di cui godeva universalmente.

Nel 1264 Giovanni fu eletto sesto maestro generale dell’Ordine dei Predicatori, ufficio in cui si distinse per diciannove anni, mantenendolo nel suo splendore e consolidando l’opera dei suoi predecessori. In questa veste provvide alla decorosa sistemazione della tomba di San Domenico. Visitò continuamente le più lontane Provincie ed i suoi interminabili viaggi a piedi sono infatti rimasti leggendari. Giovanni era abbastanza piccolo di statura, infatti nella sua prima lettera ai confratelli si descrisse come un “povero ometto”, ma pieno di energia, instancabile nelle sue visite e nelle riforme dei monasteri domenicani d’Europa. Durante i suoi viaggi rispettò comunque sempre tutti i digiuni prescritti dalla Chiesa e dal suo ordine. Monumento imperituro della sua sapienza sono le 21 Lettere encicliche conservate negli Atti dei Capitoli Generali.

Quando fu eletto papa nel 1271, il Beato Gregorio X incaricò Giovanni ed i suoi frati di farsi portatori di pace fra gli stati italiani in conflitto fra loro. Tre anni dopo gli fu commissionato uno schema per il secondo concilio di Lione, in cui conobbe Giovanni d’Ascoli, successore di San Bonaventura quale ministro generale dei francescani e poi papa con il nome di Nicola IV. Insieme scrissero una lettera indirizzata all’intero ordine dei frati. Successivamente la Santa Sede li inviò entrambi quali mediatori tra i sovrani Filippo III di Francia ed Alfonso X di Castiglia, occasione che permise a Giovanni di rivelarsi valido negoziatore e fautore di pace.

Da alcuni anni era ormai cessata l’Inquisizione seguita alla campagna di Simone di Montfort contro i catari. Papa Gregorio X scelse allora nuovamente Giovanni da Vercelli per curare la divulgazione del culto del nome di Gesù, soluzione che il concilio di Lione aveva individuato onde riparare all’eresia degli albigesi. In tal senso Giovanni indirizzò tutti i priori provinciali e si decise di erigere un altare dedicato al Santo Nome di Gesù in ogni chiesa domenicana e di attivarsi contro la blasfemia e la profanità. Nel 1278 inviò un ispettore in Inghilterra, ove alcuni frati stavano attaccando gli insegnamenti di San Tommaso d’Aquino, che era stato suo amico, e due anni dopo si recò personalmente ad Oxford per tenere un capito generale e difenderne la dottrina.

Come si vede la attività di questo animoso vercellese fu svariatissima, da paciere fra varie città di Italia a inquisitore nella regione veneta, a promotore della crociata, ad ambasciatore a Venezia, Genova, Pisa, Firenze, Bologna, fino a legato pontificio alle corti di Francia e di Castiglia, e consigliere di Clemente IV.