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sacerdote (1398-1495) – memoria facoltativa 12 agosto

Il beato Aimone, dei Conti di Lagnasco, mise a servizio dell’ideale domenicano la sua esistenza quasi secolare. Dapprima s’interessò di giurisprudenza, poi, morti la moglie ed i figli, entrò nell’Ordine all’età di cinquant’anni, nel convento di Savigliano.

La difesa della fede fu il solo movente che lo guidò nelle diverse mansioni.

Aveva già una formazione umanistica, si licenziò quindi in Teologia e in Sacra Scrittura. Fin dai primi anni s’impegnò in un intenso apostolato: fu degno figlio di san Domenico, per l’efficacia del sermoneggiare e per l’austerità della vita. Quando la chiara fama delle sue virtù arrivò alla corte sabauda, il Duca B. Amedeo IX lo volle suo predicatore e per un certo periodo confessore. Fu quindi nominato professore all’Università di Torino (lettore in Teologia). Tornò a Savigliano quando fu trucidato dagli eretici il B. Bartolomeo Cerveri (1466), succedendogli l’anno seguente nell’ufficio di inquisitore con patente del padre Antonio Ferreri inquisitore generale. Padre Aimone svolse il suo delicato ministero sul Marchesato di Saluzzo, le diocesi di Alba e Mondovì, Cherasco, Savigliano, la Liguria superiore e parte della Lombardia. Fu infaticabile nel preservare la fede cattolica, fortificato dall’esempio dei confratelli che per svolgere tale missione subirono il martirio. Nel caso del B. Antonio Pavoni dovette personalmente provvedere alla sua onorevole sepoltura.

Come difese i valori del cattolicesimo, pari fu il suo zelo nel ricondurre e confermare la disciplina in seno all’Ordine, tanto da essere ricordato tra i più ardenti riformatori del XV secolo. Amava però anche la solitudine e quando poteva si ritirava in un piccolo eremo a Verzuolo, dov’era una cappella dedicata a santa Cristina (a 860 metri di altitudine, a 5 chilometri da Saluzzo). Aimone compose vari scritti a carattere religioso e promosse il culto alla Madonna, verso cui nutrì sempre profonda devozione. Fu più volte Priore del Convento di Savigliano e Vicario Provinciale.

Quasi centenario, nel 1495, avendo predetto la sua morte per la solennità dell’Assunzione al cielo della Beata Vergine Maria, volle ricevere tutti i Sacramenti. Mentre recitava l’Ufficio, stretto al cuore il Crocifisso, spirò santamente.

Al principio del XIX secolo i suoi resti furono portati a San Domenico di Torino. Papa Pio IX il 29 maggio 1856 ne ha approvato il culto.