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vergine, laica domenicana (1486 – 1547) – memoria 4 settembre

Nella feconda scia di Caterina da Siena s’inserisce una vergine piemontese, Caterina Mattei, la cui esperienza mistica presenta profonde somiglianze con la massima Terziaria domenicana: amore sconfinato a Gesù Crocifisso e alle anime.

Il 22 dicembre 1513 veste l’abito di terziaria domenicana, come le aveva promesso la Madonna ventitré anni prima apparendole vestita di bianco con un manto nero. La sua speranza è stata messa a dura prova in questi anni, perché a Racconigi ci sono già conventi di altri Religiosi e i domenicani non sono desiderati. Ma alfine, il principe Claudio di Savoia fa costruire un convento proprio per i Frati predicatori e Caterina vede il suo sogno realizzato, nonostante tante contrarietà. Con lei diventano terziarie domenicane due amiche, Suor Osanna e Suor Colomba: insieme formano una piccola Betania di semplicità e di preghiera.

Dedita fin dall’infanzia ai lavori manuali, assecondò docilmente i richiami del cielo, trasformando la propria vita in un grazie continuo e in un’intercessione fervente a favore dei fratelli in pericolo per la propria salvezza. Per i suoi concittadini travagliati da guerre Caterina offrì quanto ancora le rimaneva: la vita. Il 4 settembre 1547 spirò a Caramagna, ove era stata costretta a riparare a motivo delle calunnie. Secondo il suo desiderio, il corpo venne deposto nella chiesa domenicana di Garessio (Cn), e quindi le sue spoglie riposano ora nella ricostruita chiesa di S. Domenico, divenuta parrocchia, dentro un’urna preziosa che lascia scorgere la beata vestita dell’abito di terziaria domenicana.

Pio VII ne ratificò il culto il 9 aprile 1808, permettendo la Messa e l’Ufficio.