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Quesito

Caro Padre,
leggendo alcuni autori che trattano della preghiera cristiana si legge che la preghiera non modifica la volontà del Signore ma è necessaria a noi per conformarci alla Sua volontà.
Altri autori affermano che la preghiera e il digiuno possono fermare le guerre, oppure si invita alla preghiera in favore di chi è impegnato in una missione, oppure si invita a pregare per sostenere chi è nella prova, o si fa la preghiera di domanda presi nelle necessità della vita.
Dunque, se è vero che il cristiano pregando deve sempre tener presente "il sia fatta la tua volontà" e che nello Spirito Santo tutti i battezzati sono uniti in uno stretto vincolo, rimango sempre perplesso nel comprendere il senso della preghiera cristiana, è solo necessaria per la conversione personale o può modificare il corso degli eventi, di cui causa prima è il Signore?
Gazie, la saluto in Cristo
Alessandro


Risposta del sacerdote

Caro Alessandro,
1. sembra strano, ma è tutto vero quello scrivi.
Sembrano affermazioni contraddittorie, ma in realtà non lo sono.

2. Parliamo evidentemente della preghiera di domanda, ben sapendo che a seconda del fine si parla di preghiera di adorazione, di ringraziamento o lode, di perdono dei peccati e di domanda.

3. Vediamo allora quale sia il fine della preghiera di domanda.
Sappiamo che i disegni di Dio sono immutabili perché sono eterni.
Non sono in divenire.
San Tommaso partendo dall’affermazione della Sacra Scrittura in cui si legge: “Dio non è un uomo perché egli menta, non è un figlio d’uomo perché egli ritratti” (Nm 23,19) afferma:
La volontà di Dio è assolutamente immutabile.
Bisogna però osservare che altro è mutare volontà e altro è volere che si mutino alcune cose.
Infatti uno, pur rimanendo ferma e immobile la sua volontà, può volere che ora avvenga una cosa e in seguito che avvenga il contrario.
Invece si avrebbe cambiamento di volontà se uno cominciasse a volere ciò che prima non voleva o se cessasse di volere quello che voleva. Il che non può accadere se non viene presupposto un mutamento o nella conoscenza, o nelle disposizioni intrinseche del soggetto volente. Dato infatti che la volontà ha per oggetto il bene, può avvenire in due maniere che uno cominci a volere una cosa.
Primo, perché quella tale cosa comincia ad esser per lui un bene. E ciò non è senza una sua mutazione; come ad es. quando al venire del freddo comincia ad essere bene starsene accanto al fuoco, mentre prima non lo era.
Secondo, perché uno viene a conoscere che quella data cosa è buona per lui, mentre prima lo ignorava; non per nulla ci tocca riflettere per sapere quello che per noi è bene.
Ora, sopra abbiamo dimostrato che tanto la sostanza di Dio, quanto la sua scienza sono del tutto immutabili. Perciò è necessario che anche la sua volontà sia assolutamente immutabile” (Somma teologica, I, 19, 7).

4. Di conseguenza la preghiera non può in nessun modo essere ordinata a cambiare l’ordine della Provvidenza.
Al contrario, serve a farci entrare nel suo piano.
Per questo il Signore nel Pater ci insegna a domandare che sia fatta la sua volontà.
Rimane pacifico dunque che “la preghiera non ha per intenzione di cambiare l’ordine stabilito da Dio” (Somma Teologica, II-II, 83, 2).

5. Ancor più precisamente la preghiera non serve a mutare la volontà di Dio, ma serve a mutare noi, perché ci disponiamo ad accogliere i beni che Dio ha già decretato di darci da tutta l’eternità.
Questa verità viene continuamente ricordata in alcuni versetti della liturgia della Chiesa quando si invoca l’intercessione della Vergine o di un determinato Santo: “Prega per noi, santa Madre di Dio” e si risponde: “perché diventiamo degni delle promesse di Cristo”.
Invochiamo l’aiuto della Vergine per diventare degni, e cioè per avere le giuste disposizioni per accogliere i doni già decretati per noi.

6. San Tommaso dice ancora che Dio non soltanto ha determinato i beni che ci vuole accordare, ma ha stabilito anche il dinamismo o le cause per poterli ricevere.
Scrive: “La divina Provvidenza non solo dispone gli effetti da produrre, ma anche le cause e l’ordine con cui devono essere prodotti” (Somma Teologica, II-II, 83, 2).
Ora tra le cause per ottenere certi effetti c’è la preghiera.
“Quindi è necessario che gli uomini compiano certe cose, non per cambiare con i loro atti le disposizioni divine, ma per attuare così questi effetti secondo l’ordine prestabilito da Dio” (Ib.).
In altre parole, come Dio può disporre che per il pane sia necessario arare i campi, concimare il terreno, seminare e poi mietere, così può disporre che possiamo conseguire determinati beni attraverso la preghiera.
E questo per un preciso disegno: “per la nostra utilità, per farci riconoscere in lui l’autore dei nostri beni” (II-II, 83, 2, ad 3) e perché mediante quei beni ci uniamo ancor più a Lui, sorgente e fine di ogni bene.

7. Venendo allora all’esempio da te riportato, che riprende un’affermazione di Tertulliano “la preghiera ha il potere di fermare le guerre” va detto che la preghiera ferma i disegni degli uomini che vogliono la guerra e fa sì che si realizzi quel bene della pace che Dio dall’eternità ha decretato a loro favore.
Dio infatti in nessuna maniera vuole la guerra. Anzi, ha già decretato di dare la pace.
Allora ai nostri occhi sembrerà che la preghiera muti i disegni di Dio.
In realtà mediante la preghiera facciamo sì che la volontà di Dio – quella stabilita ab aeterno e che è immutabile –  si realizzi tra noi.

Ti auguro di perseverare sempre nella preghiera perché tutta la volontà di bene che Dio ha stabilito per te ti possa raggiungere.
Per questo ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo