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Quesito

Caro Padre Angelo,
mi rivolgo a lei a causa di una situazione che mi provoca un profondo turbamento, io ho 13 anni e sono da qualche anno un devoto cristiano e da quando lo sono è grande la sofferenza che ho nel sentire mio padre e mia sorella bestemmiare soprattutto la seconda alla quale il diavolo avvelena la lingua di bestemmie da mattina a sera e per qualsiasi ragione anche senza rabbia e le scrivo per chiederle risposte ma sopratutto consigli confortanti e rassicurazioni.
Prego spesso Dio affinché primo perdoni le loro bestemmie e secondo ci dia il dono un giorno di essere una famiglia unita dall’amore e dalla fede.
Ma non so se la legge di Dio acconsente a perdonare una famiglia peccatrice per le preghiere di uno solo.
Quando li sento bestemmiare per primo mi infastidisco essendo io cristiano e per secondo mi inquieto pensando alle conseguenze perché infatti la mia mente è proiettata verso il fatto che tutto sia da attribuire a una grazia o una punizione divina.
(…)
Voglio sapere se è giusto il mio pensiero sulla punizione divina e in caso contrario vorrei sapere cosa è veramente nel dettaglio e se devo temere tanto, perché io voglio solo che loro siano felici.
Voglio consigli rassicuranti e voglio che lei possa magari farmi luce.
Preghi per me e mi suggerisca come pregare e quanto.
Grazie di avermi concesso la sua attenzione.
Attendo speranzoso


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la Sacra Scrittura dice: “Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché Dio non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano” (Es 20,7).
Se questo vale per il pronunciare invano il nome del Signore, ben peggio avviene per la bestemmia.

2. Tuttavia non dobbiamo pensare che Dio stia lì ad attenderci per punirci, per farcela pagare.
No, Dio è amore e vuole sempre il bene e il più grande dei beni.

3. Bestemmiando però noi ci priviamo della grazia di Dio, la quale è come una siepe che impedisce al nostro avversario di colpirci.
Di questa siepe parla proprio il demonio nel libro di Giobbe quando si rivolge a Dio e gli dice a proposito di Giobbe: “Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo?” (Gb 1,10).

4. La grazia di Dio è dunque una siepe che protegge.
Protegge perché porta la presenza di Dio in noi.
E allora si sperimenta quanto si legge nel Salmo 91: “Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire” (Sal 91,7).
“Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora: non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie.
Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi” (Sal 91,9-13).

5. Quando viviamo in grazia non dobbiamo temere il demonio perché è il demonio che teme noi.
Qui infatti si avvera quanto si legge in Giacomo: “Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da vo” (Gc 4,7).
“Sottomettetevi a Dio” è la stessa cosa che obbedire a Dio, ai suoi comandamenti. È la stessa cosa che metterci sotto la sua ombra e vivere in grazia.
Quando si vive così resistendo alle tentazioni del diavolo, è il diavolo ad essere terrorizzato dalla presenza di Dio in noi. Ha paura e se ne fugge lontano.

6. Se dobbiamo temere una cosa, dobbiamo temere il peccato.
Dobbiamo temere di disobbedire a Dio, di perdere la sua amicizia, la sua presenza, la sua comunione. Perché allora il nostro avversario viene e trova buon gioco per fare razzia.
Qualcosa di quello che può fare il demonio in chi vive nel peccato e lontano da Dio lo scorgiamo nella devastazione che i demoni compiono nella mandria di porci (Mt 8,30-32). Li portano tutti ad affogare nel fondo del lago.

7. Ecco dunque: non è il Signore che punisce tua sorella per le ripetute bestemmie, ma è lei stessa la causa del suo male perché con la bestemmia si lascia signoreggiare e spadroneggiare dal suo avversario.

8. Tu che cosa puoi fare?
In una casa la presenza di un giusto che vive in grazia impedisce la sua devastazione, come si evince molto bene dal dialogo tra Dio ed Abramo. Per la presenza di un giusto Dio libera da molti mali.
Nella Sacra Scrittura si legge anche questo: “Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza” (Gc 5,16).

9. Credo che il Signore permetta che tua sorella si lasci andare alla bestemmia perché tu scopra quanto sia importante la preghiera per lei e anche per te.
Prega dunque con insistenza.
Prega con il Santo Rosario, perché quei Padre Nostro e quelle Ave Maria ripetute diverse volte da labbra pure, possano riparare la devastazione che continuamente viene attuata attraverso le bestemmie e i peccati.

Ti accompagno con la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo