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Quesito
Caro Padre Angelo,
Vorrei semplicemente chiederLe un suo pensiero sulla recita della coroncina al Bambin Gesù di Praga.
Partendo dal presupposto che la preghiera non serve a Dio ma a noi per ordinare i nostri pensieri e i nostri desideri, ricercando una sempre maggior conformità all’insegnamento di Gesù, crede che questa preghiera, seppur più breve del rosario, possa essere un "sostituto" del rosario stesso?
Chiedo un suo parere in quanto il Bambin Gesù di Praga è per me importante in quanto mi ha chiamato ad una bellissima conversione e recito, meditando, i misteri della Sua infanzia, ringraziando Gesù Bambino per questi misteri e chiedendo l’intercessione di Maria, potrei dire una modalità simile a quella del rosario, ma essendo più breve di quest’ultimo ho il timore che la mia preghiera possa essere mancante di qualcosa.
RingraziandoLa in anticipo per la risposta, Le assicuro un ricordo nelle mie preghiere e Le chiedo una benedizione soprattutto per i miei cari affinché possano riscoprire la bellezza del seguire Gesù lasciandosi da Lui amare…
Cordiali saluti.
M.
Risposta del sacerdote
Carissimo M.,
1. la coroncina al Bambino Gesù è più breve della corona del Santo Rosario. Consta di tre Pater, seguiti ciascuno da quattro Ave Maria.
Le prime quattro sono in onore di Gesù bambino, le seconde in onore della Madonna, le terze in onore di San Giuseppe.
In tutto dunque sono 12 Ave Maria corrispondenti ai 12 anni dell’infanzia di Gesù.
2. È una preghiera molto bella ed efficace perché ci riporta al mistero dell’Incarnazione del Verbo, nel quale contempliamo Dio che si fa bambino.
Di quest’evento San Paolo scrive: “Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8,9).
Gesù bambino è Dio che si fa povero per rendere noi ricchi.
Ci porta la vera ricchezza, quella che siamo chiamati a incrementare nella vita presente e che costituisce secondo il linguaggio di San Paolo il nostro “buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita” (1 Tm 6,19): la grazia santificante, la partecipazione alla vita di Dio.
Questa, al dire di Santa Caterina da Siena, è la nostra vera ricchezza che nessuno ci può togliere se noi non lo permettiamo. Tutto il resto ci può essere tolto: la salute, i beni materiali, l’onore, le attività che svolgiamo, la vita corporale… La grazia invece, il buon capitale per la vita futura, ce la portiamo dietro.
3. In secondo luogo la coroncina al Bambino Gesù ci rimanda agli eventi della redenzione, che Cristo ha compiuto anche nella sua infanzia, nella sua vita nascosta.
Fin dal primo istante del suo concepimento Cristo ha adorato con la sua umanità il Padre, la SS. Trinità, per tutti noi.
Non solo, ma per tutti noi lo ha amato, lo ha supplicato in espiazione dei nostri peccati, gli ha domandato per noi grazie di ogni ordine.
Il Santo Curato d’Ars diceva che avrebbe desiderato dire a Dio in ogni momento il suo amore. Dal momento che non poteva far questo, aveva incaricato il suo cuore a dirglielo a ogni suo battito.
Gesù invece non ha avuto bisogno di incaricare il cuore a dire il suo amore e la sua gratitudine al Padre al posto nostro. L’ha fatto in continuazione, perché fin dal primo istante della sua esistenza, nella parte superiore del suo spirito, ha sempre visto e amato il Padre per noi.
E la stessa cosa ha fatto in tutti i trentatre anni di vita.
Ma nella coroncina si ferma l’attenzione sulla vita interiore e sui meriti di Cristo nella sua infanzia.
Ogni atto di amore di Gesù bambino aveva un merito infinito ed eterno ed era così potente da raggiungere ogni uomo in ogni istante della sua vita.
In forza della sua perfettissima conoscenza, Gesù vedeva tutti e amava tutti in maniera immensamente più forte e più efficace di quanto lo possa fare una madre col figlio che tiene in braccio.
Gesù, anche Bambino, è Colui che dà ad ogni uomo “la vita, il respiro e ogni cosa” (At 17,25).
4. In terzo luogo la coroncina a Gesù Bambino richiama tutti gli eventi della sua infanzia che sono compendiati nei misteri gaudiosi del Santo Rosario.
Potrei dire che li ripresenta e li riattualizza nella mente e nella vita di chi prega con questa pratica.
Si tratta di eventi salvifici di purificazione, di liberazione, di santificazione.
Le quattro Ave Maria in onore della Beata Vergine richiamano alla purificazione che questo gran Re ha voluto attuare in maniera singolare e prodigiosa nella casa in cui per nove mesi ha voluto abitare anche materialmente. Non solo l’ha purificata dal peccato originale, ma l’ha resa tutta bella e tutta santa.
La stessa cosa vuole fare anche con noi quando rievochiamo quest’evento.
5. Le quattro Ave Maria in onore di San Giuseppe possono richiamare alla liberazione dai tanti mali che per la sua vita nascosta ha voluto compiere attraverso la mediazione di San Giuseppe: la liberazione dalle angustie in cui la Santa famiglia inizialmente è stata costretta a vivere, poi la liberazione da Erode che voleva uccidere il bambino, e infine la liberazione da Archelao, più crudele di suo padre Erode, portando Gesù in Galilea nella casa di Nazaret.
6. Le quattro Ave Maria in onore di Gesù Bambino rimandano alla santificazione che egli ha compiuto da bambino: anzitutto in Maria e Giuseppe, che insieme con Lui crescevano quotidianamente in santità e grazia.
Poi nei pastori, nei santi magi, nel vecchio Simeone e in Anna (la vegliarda del tempio al momento della Presentazione), e infine anche con i dottori della legge quando all’età di dodici anni svelava loro i misteri della salvezza.
Anche per i dottori della legge la parola di Gesù era parola efficace, era spirito e vita, era parola che purificava (“voi siete mondi per la parola che avete ascoltato” Gv 15,3), che comunicava vita eterna, e cioè ingresso di Dio nel cuore di chi lo ascoltava.
Chissà come quei dottori se ne andarono a casa quel giorno illuminati, purificati, riscaldati interiormente, arricchiti, santificati. Nessun giorno, più di quello, era stato così fruttuoso per la loro vita.
E questo è quanto Gesù continua a fare quando ci mettiamo in comunione con Lui contemplato negli eventi della sua infanzia che misericordiosamente viene a mettere a nostra disposizione per rendercene contemporanei e fruitori.
7. Ecco le riflessioni che mi sono scaturite.
Mentre ti esorto a continuare con questa bella devozione, che senza dubbio prepara la strada alla preghiera più completa del Santo Rosario, ti ringrazio di avermi dato l’occasione di presentare ai nostri visitatori la contemplazione di Gesù bambino perché anch’essi quotidianamente vengano da Lui purificati, liberati e santificati.
Ti ringrazio per la preghiera che hai fatto per me. Ti assicuro la mia anche per i tuoi cari.
Ti benedico con la forza che viene da Gesù Bambino perché ti purifichi, ti liberi e ti santifici.
Padre Angelo