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Quesito
Caro Padre Angelo,
leggo sempre le sue risposte sul sito di Amici Domenicani e le trovo sempre piene di sapienza e di carità. La ringrazio per il suo prezioso lavoro. Non ho per adesso domande da porle, ma vorrei offrire la mia testimonianza di donna, sposa e madre cristiana perché ho notato che ci sono sempre tantissime domande sulla liceità della contraccezione nel matrimonio e sui metodi naturali. Lei spiega sempre in maniera completa tutti gli aspetti morali della questione, molte volte le sue risposte mi hanno aiutata a capire e apprezzare ancora di più la bellezza della sessualità matrimoniale vissuta secondo la volontà di Dio. Dalle domande che tanti le rivolgono (negli ultimi due giorni ad esempio, una sui metodi naturali nel caso di cicli irregolari e una sulla liceità di fare contraccezione durante l’allattamento), mi sembra di capire che ci sono tanti pregiudizi e cattiva informazione sui metodi naturali. E’ per questo che le scrivo, per confermare che è possibile vivere cristianamente la sessualità matrimoniale e che i metodi naturali sono anche un percorso di conoscenza del proprio corpo, che regalano serenità e padronanza di sé. Da donna, posso dire che questa consapevolezza del corpo e della fecondità è un dono meraviglioso da portare a se stesse e al proprio marito.
Purtroppo vedo in giro che molti si affannano a imparare tante cose e sviluppare molte conoscenze in tante aree del sapere, ma si scoraggiano davanti alla necessità di applicarsi per capire e studiare i ritmi del proprio corpo. Ad esempio, avere cicli irregolari non impedisce assolutamente l’uso dei metodi naturali. Anzi, monitorare i propri cicli può essere d’aiuto a capire se ci sono dei problemi ormonali che causano l’irregolarità e a risolverli (anche attraverso semplici accorgimenti nella dieta o nello stile di vita). Altre volte imparare i metodi naturali aiuta a capire che in realtà quello che sembra un ciclo irregolare non lo è poi tanto, perché ci sono delle "fasi" del ciclo che ricompaiono stabilmente ogni mese. Inoltre i cicli cambiano nel corso della vita: dopo la prima gravidanza e passato il periodo dell’allattamento, molte donne scoprono una nuova regolarità. Un’altra cosa che vorrei testimoniare è che è possibile usare i metodi naturali anche durante l’allattamento. Tra l’altro, allattare in maniera naturale (cioè tutte le volte che il bimbo lo chiede, senza alternare biberon e latte materno) di solito ritarda il ritorno della fertilità femminile: secondo i disegni meravigliosi del Creatore, quando il corpo della mamma è dedicato a nutrire un neonato, un’altra gravidanza è naturalmente posticipata, per permetterle di dedicare tutte le energie all’allattamento. Ma anche quando i cicli tornassero (a me è capitato con l’ultima figlia, perché da subito dormiva tanto durante la notte e c’erano lunghi intervalli tra una poppata e l’altra), è sempre possibile usare i metodi naturali, anche se con maggior accortezza (ad esempio può accadere di doversi astenere in due periodi del mese, anziché in uno, perché i segni dell’ovulazione sembrano ripetersi). Tutto questo è normale e, se vissuto con serenità, non fa che accrescere l’amore dei coniugi e la consapevolezza del miracolo della loro paternità e maternità. Questo "allenamento" inoltre aiuta a prepararsi per i periodi più difficili, quando accade di doversi astenere per periodi lunghi (noi avevamo fatto la scelta di astenerci per diversi mesi dopo la nascita della prima figlia, per motivi di salute e complicazioni sorte dopo il parto).
La gioia che si sperimenta vivendo il matrimonio secondo la volontà del Creatore è talmente grande che la fatica umana che si fa nei periodi in cui bisogna astenersi sembra davvero poca cosa. E questo non è solo il mio pensiero, ma anche quello di mio marito e altre coppie di sposi che conosco e che hanno deciso di vivere così il loro matrimonio. Alle donne vorrei dire anche che la conoscenza e l’accettazione profonda della propria fertilità aiuta anche a conoscersi meglio psicologicamente e a vivere con molta più gioia e consapevolezza le esperienze meravigliose della gravidanza e del parto, che non sono una malattia ma una parte bellissima ed essenziale della nostra femminilità.
Padre, non so se troverà utile questa mia testimonianza, ma la prego di continuare nella sua opera di diffusione della verità. Purtroppo – e non dico questo per giudicare, ma lo constato con tristezza – a volte anche i pastori della Chiesa non insistono adeguatamente su questo punto, forse perché pensano di imporre alle coppie un giogo troppo grande. Ma non è così: vivere così il matrimonio è un giogo leggero ed è giusto aiutare le coppie di sposi cristiani a maturare nella fede e spingerle ad informarsi, a capire, ad applicare tutta la loro intelligenza nel discernimento della verità. Io e mio marito non abbiamo mai usato contraccettivi, e i metodi naturali ci hanno sempre aiutati efficacemente nei periodi in cui – pregando – avevamo preso la decisione di cercare di aspettare un po’ prima di accogliere un altro bambino.
Spero che la mia testimonianza sia utile a qualcuno e spero di non averla disturbata con questa lunga lettera. La prenda come un’ulteriore conferma e ringraziamento.
Un saluto,
Alessandra
Risposta del sacerdote
Cara Alessandra,
1. ti ringrazio vivamente per quanto hai voluto donare a me e a tutti i nostri visitatori.
La serenità con cui scrivi mi pare un segno esteriore della padronanza e della maturazione interiore che hai acquisito nella tua vita.
Forse si tratta di un dono che hai ereditato dai tuoi genitori. Forse è frutto della grazia di Dio e della vita di preghiera, ma senza dubbio è anche un riflesso dell’intimità coniugale vissuta secondo Dio.
2. Ti ringrazio in particolare per aver voluto evidenziare che talvolta le irregolarità del ciclo possono essere indice di altre disfunzioni che necessitano qualche ritocco in alcuni ambiti per nulla secondari, quali la dieta o un certo stile di vita.
Non si finisce pertanto di stupirsi della sapienza mirabile della Legge di Dio per cui insieme col Salmista anche noi diciamo: “Di ogni cosa perfetta ho visto il limite, solo la tua legge non ha confini” (Sal 119,96).
È tutto e solo nel nostro interesse rimanere alleati della Sapienza divina.
Se dobbiamo diffidare di qualcosa è solo del nostro giudizio o del nostro sapere, che inevitabilmente è segnato dal limite, ma non della legge di Dio.
3. Scrivi: “la gioia che si sperimenta vivendo il matrimonio secondo la volontà del Creatore è talmente grande che la fatica umana che si fa nei periodi in cui bisogna astenersi sembra davvero poca cosa”.
La fatica di cui parli è la fatica più bella perché è la fatica della virtù, che ci chiede un superamento continuo di noi stessi, un elevarsi, uno spirito di sacrificio.
Questa fatica premia sempre, qui come in qualsiasi altro ambito della vita.
4. Ma soprattutto è una gioia che deriva dal conservarsi in grazia, e pertanto dal continuare a godere della presenza personale di Dio dentro il nostro cuore, termine di ogni umana aspirazione.
Senza questa presenza il nostro cuore rimarrebbe sempre insoddisfatto e si sentirebbe povero, anzi estremamente povero.
Ti ringrazio ancora di cuore.
Ti ricordo al Signore con tutta la tua famiglia e ti benedico.
Padre Angelo