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Salve Padre,
non è la prima volta che le scrivo.
Sto avendo una piccola discussione con un evangelico riguardo le solite immagini, idolatria ecc. …
Inutile dire che le loro accuse sono assurde, però sto esitando riguardo un passaggio del Concilio di Niceno II che l’interlocutore mi ha evidenziato; riporto la porzione di testo:
“In tal modo, procedendo sulla via regia, seguendo in tutto e per tutto l’ispirato insegnamento dei nostri santi padri e la tradizione della chiesa cattolica riconosciamo, infatti, che lo Spirito santo abita in essa noi definiamo con ogni accuratezza e diligenza che, a somiglianza della preziosa e vivificante Croce, le venerande e sante immagini sia dipinte che in mosaico, di qualsiasi altra materia adatta, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, nelle sacre suppellettili e nelle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l’immagine del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, o quella della immacolata Signora nostra, la santa madre di Dio, degli angeli degni di onore, di tutti i santi e pii uomini. Infatti, quanto più continuamente essi vengono visti nelle immagini, tanto più quelli che le vedono sono portati al ricordo e al desiderio di quelli che esse rappresentano e a tributare ad essi rispetto e venerazione. Non si tratta, certo, secondo la nostra fede, di un vero culto di latria, che è riservato solo alla natura divina, ma di un culto simile a quello che si rende alla immagine della preziosa e vivificante croce, ai santi evangeli e agli altri oggetti sacri, onorandoli con l’offerta di incenso e di lumi, com’era uso presso gli antichi. L’onore reso all’immagine, infatti, passa a colui che essa rappresenta; e chi adora l’immagine, adora la sostanza di chi in essa è riprodotto”.
Devo dire che, quando mi ha citato questo testo, la frase che inizia con le seguenti parole “Non si tratta, certo, secondo la nostra fede, di un vero culto di latria, che … “ non l’ha riportata (ho recuperato il testo completo da questo sito:…. )
La cosa più naturale che posso pensare è che, quando si parla di adorazione, implicitamente si fa riferimento alle immagini che riguardano esclusivamente Nostro Signore e, quindi, l’espressione "adora l’immagine" deve essere intesa come "adora Colui che nell’immagine è rappresentato" (come d’altronde è specificato dopo)
Insomma, quell’espressione (adorare le immagini) deve essere intesa così come nel testo è specificato e riguarda esclusivamente le immagini che rappresentato Gesù.
Grazie la ricordo, per quel poco di cui sono capace, nella preghiera.
Vincenzo


Risposta del sacerdote

Caro Vincenzo,
1. il tuo interlocutore evangelico ha citato un testo del II concilio di Nicea, ma saltando un’espressione centrale, senza della quale tutto risulta falsato.
Non ne do colpa a lui. Può darsi che abbia ricevuto il testo tagliato da altri.
Tuttavia chi ha tagliato quell’espressione mostra la propria mala fede.

2. Ma la malafede di chi ha fornito il testo al tuo interlocutore evangelico è ancora più grande perché, approfittando della non conoscenza del greco da parte dei più, ha volutamente cambiare una parola del testo, che lo falsa, dimenticandosi però di cambiarla quando ricorre un’altra volta.

3. Ecco il testo del 2 Concilio di Nicea del 787:
Definizione circa le sacre immagini
In tal modo, procedendo sulla via regia, seguendo la dottrina divinamente ispirata dei nostri santi padri e la tradizione della chiesa cattolica – riconosciamo, infatti, che lo Spirito
Santo abita in essa – noi definiamo con ogni rigore e cura che, a somiglianza della
raffigurazione della croce preziosa e vivificante, così le venerande e sante immagini, sia
dipinte che in mosaico o in qualsiasi altro materiale adatto, debbono essere esposte nelle
sante chiese di Dio, sulle sacre suppellettili, sui sacri paramenti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l’immagine del signore Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, o quella dell’immacolata signora nostra, la santa Madre di Dio, dei santi angeli, di tutti i santi e giusti.
Infatti, quanto più frequentemente queste immagini vengono contemplate, tanto più quelli che le contemplano sono portati al ricordo e al desiderio dei modelli originali e a tributare loro, baciandole, rispetto e venerazione (in greco: proskynesin). Non si tratta, certo, di una vera adorazione [in greco: latreian], riservata dalla nostra fede solo alla natura divina, ma di un culto simile a quello che si rende alla immagine della croce preziosa e vivificante, ai santi evangeli e agli altri oggetti sacri, onorandoli con l’offerta di incenso e di lumi secondo il pio uso degli antichi. L’onore reso all’immagine, in realtà, appartiene a colui che vi è rappresentato e chi venera (in greco: proskinòn) l’immagine, venera (in greco: proskynèi) la realtà di chi in essa è riprodotto” (DS 600-601).

3. Ecco la scorrettezza di chi cambia la parola ad un testo di cui riporta la traduzione italiana per filo e per segno (quella dell’Enchiridion Symbolorum della EDB) ma muta intenzionalmente la parola venera con adora.
Ma le bugie hanno le gambe corte, come del resto il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
C’è da osservare che solo alla fine muta venera con adora, mentre dimentica di cambiare questa parola verso la metà del testo, dove si parla di venerazione, usando il medesimo termine greco di proskynesiv.

4. È giusto ed è doveroso dialogare con gli evangelici, come con tutti gli altri.
Ma alla base del dialogo ci deve essere la sincerità, l’onestà.
Qui invece ci troviamo di fronte a una parola astuta
mente cambiata, per trarre in inganno.
Ma questo non è evangelico!
Ma non è neanche umanamente accettabile.

Ti ringrazio molto per la preghiera, la ricambio volentieri a tuo favore e anche a favore del tuo interlocutore e ti benedico.
Padre Angelo