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Quesito

Buonasera, caro Padre Angelo,
le scrivo per avere chiarimenti riguardo a qualcosa che mi fa soffrire. In questi giorni ho avuto modo di ascoltare una mia amica che frequenta la mia parrocchia, è venuta a mancare la sua mamma è andata dal parroco per decidere per il funerale. Il parroco gli ha detto che non si poteva fare il rosario il giorno prima come di consueto e le ha chiesto se per giorno del funerale voleva la Messa o la liturgia della parola. La mia amica è rimasta sconcertata perché certamente voleva la Santa Messa. Io mi chiedo, non è che ancora per grazia di Dio siamo senza i presbiteri, ma perché adesso si può scegliere?
La Santa Messa è per me il centro ed il culmine della vita cristiana, senza nulla togliere alla Parola di Dio che è viva ed efficace. Il valore del Sacrificio di Cristo perpetuato nella  Santa Messa è insieme all’ascolto della Parola di Dio la pienezza dell’Incontro di Dio con il suo popolo.
La ringrazio per il suo ascolto, confido nel suo ricordo nella Santa Messa.
Grazie,
Franco


Risposta del sacerdote

Caro Franco, 
1. dal momento che il sacerdote ha chiesto a questa tua amica se voleva la Messa o soltanto le esequie vuol dire che non c’era difficoltà ad avere la Messa.

2. Stupisce pertanto che abbia messo più o meno sullo stesso piano le semplici esequie e la Santa Messa.
Nessun atto di suffragio, infatti vale quanto la Santa Messa, che applica all’anima del defunto i meriti infiniti di Nostro Signore.
Sono meriti di espiazione e di purificazione.

3. Nelle esequie c’è la nostra preghiera ed è certamente un’ottima cosa. 
Ma nella Messa si offre in sacrificio di Cristo.
Sul suo valore il Santo Curato d’Ars in termini molto semplici diceva che “tutte le opere buone riunite non equivalgono al santo sacrificio della Messa, poiché esse sono opera degli uomini, mentre la Messa è l’opera di Dio. Anche il martirio è niente, in confronto: è il sacrificio che l’uomo fa a Dio della propria vita: la Messa è il sacrificio, invece, che Dio fa all’uomo del Suo Corpo e del Suo Sangue” (A. Monnin, Spirito del Curato d’Ars, p. 80).

4. Del medesimo avviso è anche Sant’Alfonso dei Liguori: “Dio stesso non può fare che vi sia nel mondo un’azione più grande della celebrazione di una Messa. Tutti i sacrifici antichi, con cui fu tanto onorato Iddio, furono solo un’ombra e una figura del Sacrificio dell’altare. Tutti gli onori che da sempre gli hanno dato e gli daranno gli angeli con i loro ossequi, e tutti gli onori che gli uomini gli hanno dato e gli daranno con le loro opere, con le loro penitenze e i loro martiri, non hanno potuto e non potranno giungere a dar tanta gloria al Signore, quanta gliene dà una sola Messa. Perché mentre tutti gli onori delle creature sono onori finiti, l’onore che riceve Iddio nel Sacrificio dell’altare, venendogli offerta una vittima d’infinito valore, è un onore infinito” (Sacerdote, ascoltami, p. 162).

5. Prima di loro il Concilio di Trento ha affermato che “nessun’altra azione compiuta dai fedeli cristiani è così santa e così divina quanto questo tremendo mistero in cui ogni giorno quell’ostia vivificante, per la quale siamo stati riconciliati con Dio Padre, viene dai sacerdoti immolata a Dio sull’altare” (sess. 22).

6. A sua volta il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “fin dei primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e offerto per loro suffragi in particolare con il sacrificio eucaristico, affinché, purificati, possano raggiungere la visione beatifica di Dio” (CCC 1032).

7. Il supremo desiderio di Santa Monica, madre di Sant’Agostino, è stato proprio in riferimento all’eucaristia.
Poiché aveva sentito i figli discutere sul luogo dove avrebbero dovuto seppellirla, disse: “Ponete questo mio corpo dovunque sia: non vi preoccupate di esso. Solo questo io vi domando: che vi ricordiate di me all’altare del signore dovunque vi troverete” (Confessioni, IX, 11).

Volentieri avrò un ricordo per te nella celebrazione della Santa Messa.
Intanto ti benedico e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo