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Quesito

Buonasera padre Angelo,
sono un ragazzo di 15 anni e le volevo fare una domanda: si può essere fascista e cattolico?
Io personalmente stimo Mussolini per tutte le opere pubbliche che ha realizzato ma soprattutto per il concordato dell’11 febbraio del 1929 nel quale ha rimesso la religione cattolica religione di stato, dopo che la rivoluzione francese aveva portato il laicismo in tutto il mondo.
La ringrazio anticipatamente.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. molti regimi totalitari, tanto di destra quanto di sinistra, possono aver fatto opere pubbliche di un certo valore.
Tali regimi ci tengono particolarmente alla loro buona fama.
Ma non bastano alcune opere buone a legittimare principi che sono contrari ad alcuni diritti fondamentali della persona.
Io non entro nel merito di quanto il fascismo abbia fatto di buono.
Nella risposta che ti do rimango sul piano teorico, su quello dei principi.

2. Lo faccio tenendo presente quanto scrisse Pio XI nell’enciclica Non abbiamo bisogno del 29 giugno 1931.
Il Papa si pronuncia su due questioni: la prima verte sul monopolio educativo preteso dal partito fascista; la seconda se fosse legittimo il giuramento fascista che si imponeva ad ogni persona che lavorava nell’ambito cosiddetto statale.

3. Sul primo punto: non si volevano associazioni cattoliche particolari, trovando che esse fossero superflue in regime di religione di Stato.
La conseguenza fu che tutte le associazioni cattoliche furono sciolte o si tentò di scioglierle.

4. Ecco che cosa ha detto il Papa sul totalitarismo educativo: “Una concezione dello stato che gli fa appartenere le giovani generazioni interamente e senza eccezione dalla prima età fino all’età adulta, non è conciliabile per un cattolico con la dottrina cattolica, e neanche è conciliabile col diritto naturale della famiglia.
Non è per un cattolico conciliabile con la dottrina pretendere che la Chiesa, il papa, devono limitarsi alle pratiche esterne di religione (Messa e sacramenti), e che il resto della educazione appartiene totalmente allo Stato”.

5. Il primo compito dell’educazione infatti spetta ai genitori.
Inoltre va riconosciuto che nell’ambito religioso anche la Chiesa ha un compito educativo suo proprio.
Lo stato viene dopo.

6. Lo stato ha il compito di promuovere il bene comune che consiste in una certa disponibilità di beni per cui le persone sono messe in grado di attingere la propria realizzazione o perfezione.
Lo stato non ha il compito di far diventare virtuosi secondo un certo modello i propri cittadini.
Prima di appartenere allo stato ognuno appartiene a se stesso, alla propria coscienza, alla propria famiglia, soprattutto a Dio.
Ogni singola persona deve godere del diritto di una lecita autonomia nel pensare e nell’esprimersi.

7. Per questo Papa Pio XI dichiara nella medesima enciclica che “non si è cattolici se non per il battesimo e per il nome –  in contraddizione con le esigenze del nome e con gli stessi impegni battesimali – adottando e svolgendo un programma che fa sue dottrine e massime tanto contrarie ai diritti della Chiesa di Gesù Cristo e delle anime, che misconosce, combatte e perseguita l’Azione Cattolica, che è dire quanto la Chiesa ed il suo Capo hanno notoriamente di più caro e prezioso”.

8. L’altro grosso problema era costituito dal giuramento fascista, che si esprimeva così: “Giuro di eseguire senza discutere gli ordini del Duce e di difendere con tutte le mie forze e, se necessario col mio sangue la causa della Rivoluzione fascista”.
È quel senza discutere che non può essere accettato.
Ognuno in coscienza è chiamato a giudicare se quanto gli viene comandato sia conforme alla legge di Dio.
In caso contrario è necessario obbedire prima a Dio che agli uomini.
Per questo senza mezzi termini il Papa affermò che non era lecito fare un simile giuramento: “un tale giuramento non è lecito.

9. Tuttavia, consapevole che alcuni rimanevano senza incarico o lavoro qualora avessero rifiutato di fare il giuramento, il Papa concesse di farlo aggiungendo una clausola: “Salve le leggi di Dio e della Chiesa” oppure “salvi i doveri di buon cristiano”.
Il che significava svuotare il giuramento fascista di gran parte della sua forza obbligante.

10. Ecco le sue testuali parole: “Conoscendo le difficoltà molteplici dell’ora presente e sapendo come tessera e giuramento sono per moltissimi condizione per la carriera, per il pane, per la vita, abbiamo cercato mezzo che ridoni tranquillità alle coscienze riducendo al minimo possibile le difficoltà esteriori.
E ci sembra potrebbe essere tale mezzo per i già tesserati fare essi stessi davanti a Dio e alla propria coscienza la riserva: “Salve le leggi di Dio e della Chiesa” oppure “salvi i doveri di buon cristiano”; col fermo proposito di dichiarare anche esternamente una tal riserva, quando ne venisse il bisogno”.

11. Sono sufficienti questi due argomenti (ma ce ne sarebbero anche altri come ad esempio quello della pretesa della supremazia della propria cultura sulle altre e della statolatria che portarono inevitabilmente a scontri di civiltà e a guerre) per dire che un cattolico non poteva aderire all’ideologia fascista.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo