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Quesito

Caro padre,
vorrei chiederle un chiarimento su un aspetto della mia vita cristiana.
So che una della distinzioni tra peccato mortale e veniale sta nell’involontarietà, molte volte mi capita ad esempio di tirare uno schiaffo ai miei compagni o rispondere ai genitori senza pensare che sto sbagliando, commetto peccato veniale?
Assicuro un ricordo durante la preghiera per lei e per il suo ordine.
Distinti saluti.
Michele


Risposta del sacerdote

Caro Michele,
1. ciò che distingue il peccato mortale dal peccato veniale è innanzitutto la materia.
Nel peccato mortale c’è materia grave.
Nel peccato veniale c’è materia lieve.

2. C’è materia grave quando le azioni che noi compiamo irrimediabilmente sono cattive per se stesse e proprio per questo né sono ordinabili a Dio né accrescono il bene morale della persona.

3. Quando concretamente c’è materia grave?
Quando si pecca contro Dio:
– ci si dà a pratiche espressamente proibite dalla Scrittura, come lo spiritismo, il ricorso ai maghi, ai cartomanti…(peccati contro il 1° comandamento);
– si bestemmia il nome di Dio o lo si usa per giurare il falso (contro il 2° comandamento);
– non si santifica la festa (contro il 3° comandamento).
C’è materia grave anche quando si pecca contro il prossimo o se stessi perché:
– non si rispetta la vita: omicidio, furto, droga, alcoolismo… (contro il 5° comandamento);
– si commettono atti impuri e si fa uso di pornografia (contro il 6° e il 9° comandamento);
– non si rispettano i beni dell’altro: furto, diffamazione, calunnia… (contro il 7° e l’8° comandamento).
In questi casi, se c’è anche la piena avvertenza della mente e il deliberato consenso della volontà, si commette un peccato mortale.

4. Vi sono dei casi in cui la materia è in se stessa cattiva, ma il male compiuto è molto lieve o comunque non si è leso gravemente il bene del prossimo.
È il caso, ad esempio, dei battibecchi che possono nascere in famiglia, col prossimo…
È anche il caso di chi ruba qualcosa che non ha particolare consistenza.
Qui l’esemplificazione potrebbe essere senza fine.
In questi casi si parla di materia lieve. E se le azioni sono commesse con piena avvertenza della mente e deliberato consenso della volontà, si commette un peccato veniale.

5. Come avrai notato, ho sempre messo la clausola della piena avvertenza della mente e del deliberato consenso della volontà.
Perché se queste due condizioni mancano del tutto o in parte, come ad esempio nel dormiveglia o nelle persone malate psichicamente o non pienamente capaci di se stesse, la responsabilità dell’atto (che continua a rimanere un’azione cattiva) può essere estinta o fortemente diminuita.
E allora ciò che è grave in sé, soggettivamente è meno grave (e cioè veniale) o anche del tutto non imputabile.

6. Per venire all’esempio dello schiaffo, posso dire che l’atto va valutato diversamente a seconda che si tratti di ragazzi, che fanno presto a venire alle mani, ma altrettanto presto giungono ad andare di nuovo d’accordo, oppure a seconda che si tratti di adulti. Qui il gesto è sempre grave e non ammette scuse.

Ti ringrazio della domanda che mi ha dato l’opportunità di mettere in evidenza un capitolo molto importante e delicato per la nostra vita cristiana.
Ti ringrazio della preghiera che di cuore contraccambio.
Ti benedico.
Padre Angelo