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Quesito
Carissimo padre Angelo,
seguo quasi giornalmente la sua posta su “Amici Domenicani” e le faccio i complimenti per le sue risposte sempre esaurienti, colte, garbate.
Io recito tutti i giorni il rosario, ma faccio un grande sforzo: lo recito per obbligo. Non amo le novene, i tridui, le preghiere lunghe e ripetitive, per me sono un peso. Durante la giornata, però e spesso durante le notti in cui sono insonne per motivi di salute, io prego sempre. Lo faccio con giaculatorie classiche o con pensieri miei, secondo le necessità del momento. Prego per la mia famiglia e per me stessa ma anche per chi mi viene in mente (ammalati che conosco, peccatori, amici, parenti, Anime del Purgatorio, etc). Se ci sono stati ( e ci sono sempre!) fatti di cronaca particolarmente crudeli, io ci penso e prego per le vittime e per i colpevoli.
Le chiedo: posso considerarmi in unione con Dio oppure, non amando la preghiera tradizionale e le formule indicateci dalla Chiesa devo ritenermi in errore?
Naturalmente amo la Santa Messa cui partecipo spesso durante la settimana e che reputo la preghiera per eccellenza, ma il resto mi annoia e faccio a modo mio.
Posso stare tranquilla? La ringrazio moltissimo e aspetto la sua risposta.
Un caro saluto,
Giusi
Risposta del sacerdote
Carissima Giusi, 1. la Chiesa raccomanda le devozioni, soprattutto quella del S. Rosario, ma non le impone a nessuno. Mi pare che la tua vita sia in preghiera. Continua così, soprattutto con la partecipazione alla santa Messa che, per un cristiano, è l’atto di culto per eccellenza.
2. Sono contento che tu dica il S. Rosario quotidianamente, anche se per ora lo senti come un obbligo. Per recitare il santo Rosario non è sufficiente dire il Padre nostro, le Ave Maria e il Gloria al Padre. Questo è solo l’aspetto materiale, fatto con le labbra. Contemporaneamente è necessario fare tre cose nella nostra anima: primo: ripresentarci la scena del mistero. Il Signore in quel momento ci chiama a prendervi parte da protagonisti; secondo, ringraziare il Signore per quanto ha compiuto in quel particolare evento per la nostra salvezza; terzo, supplicare Dio in virtù dei meriti di Cristo che andiamo contemplando per le varie necessità che ci stanno a cuore. Se farai così, non tarderai a dire insieme con il compianto Santo Papa Giovanni Paolo II che il Rosario è diventato la tua preghiera preferita.
Ti ringrazio per la fedeltà con cui ci segui. Ti prometto una preghiera e ti benedico. Padre Angelo