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Quesito

Sia lodato Gesù. 
Salve Padre, volevo chiederle un chiarimento circa la posizione della Chiesa circa i casi di persone che rifiutano la Messa per il proprio funerale e preferiscono una sepoltura civile. Nella mia comunità è una situazione che si è verificata relativamente fa poco e con due soli casi, ma in entrambi i casi ricordo che il Parroco, in un secondo momento, ebbe a dire che non si potevano celebrare neanche successivamente Messe in suffragio per quella anima, mentre mi è stato riferito che altri sacerdoti hanno detto che anche se ha rifiutato la Messa funebre non succede nulla e le Messe in suffragio si possono celebrare. Rifiutando il funerale religioso, non è come se avesse rifiutato Dio, incorrendo nella sentenza “chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini anch’io lo rinnegherò: davanti al Padre mio che è nei Cieli”, ed escludendosi di fatto dalla comunione con la Chiesa? Non si incorre nello stesso divieto di celebrare una Messa in suffragio di una persona non battezzata secondo il rito di Santa Romana Chiesa o appartenente apertamente ad un’altra religione?
In attesa di una Sua risposta, 
La saluto rispettosamente.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la Messa rende presente il sacrificio di Cristo sull’altare.
Poiché Cristo sulla croce è morto per tutti, la Messa di suffragio può essere celebrata per tutti coloro che sono capaci di riceverne il frutto.

2. Va ricordato che la Messa produce un quadruplice frutto.
Il primo, detto generale, va a beneficio di tutti vivi e defunti purché non ne oppongano ostacolo.
Il secondo, detto speciale, va a beneficio di tutti i presenti e di coloro che in qualunque modo hanno cooperato per la celebrazione della Messa.
Il terzo, detto specialissimo, va a beneficio del sacerdote che nella celebrazione della Messa si unisce a Cristo in un modo tutto particolare, addirittura identificandosi con lui al momento della consacrazione. Consacra infatti in persona Christi.
Il quarto, detto ministeriale, va a beneficio della persona per la quale il sacerdote applica celebrazione della Messa. È un frutto particolarmente grande perché il sacerdote, come ha il potere di celebrare la Messa, così anche il potere di destinarne in un modo tutto particolare il frutto. Anche svolgendo questo suo compito agisce in persona Christi.

3. Pertanto chi può essere escluso dal frutto ministeriale?
Solo coloro che lo rifiutano. Questi sono i dannati.
Ma, sebbene l’inferno sia popolato da molti perché Gesù ha detto che “è spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano” (Mt 7,13), tuttavia la Chiesa non conosce con assoluta certezza chi sia andato all’inferno.

4. Mentre con certezza può dire che si trovano in paradiso i Santi canonizzati anche a motivo dei segni inequivocabili che Dio ne ha dato attraverso i miracoli ottenuti per loro intercessione, non sa con certezza il contrario, e cioè chi si trovi all’inferno.
Certamente ce ne sono, e purtroppo ce ne sono molti perché lo ha detto Gesù, ma non conosciamo chi sia rimasto ostinato nel male fino all’ultimo. Nessuno sa, all’infuori di Dio, ciò che avvenga all’interno della coscienza di ognuno.
Di Giuda possiamo pensare che si trovi all’inferno perché Gesù ha detto: “meglio per quell’uomo se non fosse mai nato” (Mt 26,24). e lo ha chiamato anche “il figlio della perdizione” (Gv 17,12). Ma non ne abbiamo l’assoluta certezza, come quella che abbiamo per i santi.

5. La Chiesa esclude con officiatura pubblica dalla partecipazione a questo frutto chi lo ha palesemente rifiutato oppure chi è morto scomunicato.

6. Ma poiché non conosciamo che cosa sia avvenuto all’ultimo momento all’interno della loro coscienza la Messa può essere celebrata senza officiatura pubblica (senza dire il nome e senza particolare pubblicità) anche per costoro e cioè per tutti.
È un grande atto di carità farla celebrare. Per qualcuno (come ad esempio per i congiunti) potrebbe essere addirittura un dovere.
Se un’eventuale officiatura pubblica non creasse scandalo si può fare anche per costoro.
Perché è solo per il motivo di scandalo che la Chiesa esclude dalla officiatura pubblica.

7. Anzi è legittimo pensare che come il sacrificio di Cristo compiuto duemila anni fa sulla croce ha avuto valore retroattivo perché ha portato alla salvezza i giusti dell’Antico Testamento, così si può pensare che i suffragi compiuti con la celebrazione della Messa possano avere valore retroattivo e che, proprio per questo, Dio abbia donato loro a coloro per i quali si fa celebrare la Messa la grazia del pentimento e della conversione.
Quante cose Dio può operare all’interno della coscienza all’ultimo momento della nostra vita!

8. La Santa Messa di suffragio non può essere celebrata con officiatura pubblica anche per i non cattolici e anche per i non cristiani.
Senza officiatura pubblica si può fare anche per costoro.
Se non c’è pericolo di scandalo o di confusione per i fedeli si può fare anche con officiatura pubblica.
Per i non cristiani non si potrà dire evidentemente “e come per il battesimo l’hai unito la morte di Cristo tuo figlio…” perché non è stato battezzato.
Tuttavia all’inizio della Messa si può dire pubblicamente che la Messa viene celebrata per quel determinato defunto, soprattutto se partecipava alle iniziative caritative e sociali della comunità.
Anche gli anziani dei giudei hanno raccomandato a Gesù la richiesta del centurione pagano a favore del suo servo ammalato dicendo: “Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano -, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga” (Lc 7,4-5).

Ti ringrazio per il quesito, ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo