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Quesito
Caro Padre Angelo,
in parte la domanda si collega ad altre già fatte e pubblicate nel vostro bellissimo sito.
La corruzione dovuta al peccato originale si deve considerare coinvolgente anche la sfera della realtà fisica, oppure solo quella spirituale, cioè l’interpretazione e assunzione della realtà fisica?
Si potrebbe ad esempio pensare che la morte e la sofferenza introdotta con il peccato originale non siano quelle prettamente fisiche (l’uomo sarebbe morto ugualmente fisicamente anche senza peccato), ma la forma e il modo con cui la morte e sofferenza fisica sono state da allora vissute, come rottura con uomini e impressione di infedeltà di Dio alla sua creatura.
Si potrebbe in altri termini pensare che senza peccato originale l’uomo sarebbe comunque stato colpito da malattie e invecchiato e morto, ma in modo grazioso (come probabilmente è successo alla Madonna) e senza ribellione, per poi entrare in Dio?
Si potrebbe anche sostenere che la realtà fisica non sarebbe stata più pacifica per l’uomo e tragedie naturali come terremoti e altro vi sarebbero state ugualmente, anche le malattie (resti fossili di animali prima comparsa dell’uomo suggeriscono che avesse ciclo di vita e morte e malattie come ora, dopo caduta), ma sarebbero stati vissuti come doni per crescere nell’amore di Dio quale fine soprannaturale? (o anche restando in un ipotetico e fantateologico astratto destino solo naturale, li si potrebbero pensare come mezzi per la realizzazione di sé come persona naturale (per felicità eterna dopo la morte, ma naturale, del limbo)?
Possono essere letti in questo modo i doni preternaturali e esenzioni da morte/traumi e tutto dolore che accompagna peccato originale o si esce dal dettato ortodosso della Chiesa?
Si tratta di una sola domanda in effetti.
Grazie
Risposta del sacerdote
Caro Carlo,
1. credo proprio che un’interpretazione come la tua vada contro il significato immediato trasmesso dalle parole della Scrittura: “la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo” (Sap 2,24) e il sentire di sempre all’interno della Chiesa.
2. All’interno del giardino c’era l’albero della vita. I nostri progenitori si nutrivano di quest’albero per mantenersi immuni dalla morte, che pure contemplavano nel mondo vegetale e animale.
La minaccia della morte era dunque ben comprensibile da parte loro. La scoperta di fossili di animali morti prima della comparsa dell’uomo lo confermerebbe.
3. Nella tua interpretazione, non riuscirei a comprendere come avrebbero potuto essere accolte in modo grazioso le sofferenze altrui, un cancro ad esempio oppure dolori atrocissimi.
Nell’ottica dell’espiazione riesco a capirli, ma senza necessità di redenzione il problema del male sarebbe stato ancora più enigmatico.
4. Mi porti l’esempio della Madonna. Ebbene, secondo il sentire comune della tradizione, la Beata Vergine non sarebbe morta di alcuna malattia, ma in un’estasi di amore di Dio che fu così forte, da lasciare il corpo alla terra per andare dritta con la sua anima in cielo.
Inoltre la Madonna, sebbene immune dal peccato originale, è passata – come suo Figlio – attraverso le penalità della vita presente. Il suo dolore (la spada che le trapassò l’anima) non fu semplicemente un dolore grazioso, ma atrocissimo, sicché la Chiesa da sempre ha applicato anche a Lei quanto nell’Antico Testamento viene profetizzato del Messia: “Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore” (Lam 1,12).
5. Il Magistero della Chiesa, nel Concilio di Cartagine (418) ha espresso in termini dogmatici la seguente proposizione: “Tutti i vescovi riuniti nel santo sinodo della chiesa cartaginese hanno deciso: Chiunque avrà detto che Adamo, il primo uomo, (fu) creato mortale nel senso che sia che peccasse sia che non peccasse, sarebbe corporalmente morto, avrebbe lasciato cioè il corpo non per causa del peccato, ma per una necessità della natura, sia anatema”.
6. La tua ipotesi, sebbene molto ingegnosa e desiderosa di rendere più comprensibile il dato rivelato, sembra sollevare più problemi di quanti ne voglia risolvere.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo