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Quesito
Caro Padre Angelo,
Mi sento una convertita alla maniera di San Paolo perchè la mia conversione è stata come un flash. Da quando sono stata guarita dal Signore il mio pensiero fisso e le mie preghiere vanno ai lontani, ai peccatori e offro tutte le mie sofferenze al Signore per la conversione di quest’ultimi.
Le volevo porre alcune domande riguardanti l’Eucaristia.
1) Abito in un piccolo paese di montagna dove la maggior parte delle persone si conoscono. Coloro che frequentano la S. Messa tutte le domeniche e i giorni festivi sono una piccola parte e quelli che vengono alle confessioni ancora meno. Constato purtroppo che ci sono, sia nella mia parrocchia come pure nella mia famiglia, persone che si accostano al sacramento dell’Eucaristia pur non andando a Messa tutte le domeniche e anche non confessandosi da molto tempo. Questa mi crea un sentimento misto tra la rabbia e il dolore. Più di una volta ho provato ad invitare una persona a me vicina alla confessione ma non ha voluto venire. Le ho anche stampato la risposta che lei ha fornito in modo molto chiaro ad una persona che le chiedeva se partecipare alla Messa in TV fosse peccato grave. Dopo averla letta la stessa mi ha chiesto, mostrando poco interesse, se anche recitare il rosario in TV fosse peccato, segno che non aveva capito nulla e allora ho lasciato perdere perchè mi sembrava tempo sprecato. Io penso che anche al nostro parroco possa venire un dubbio simile e perciò mi chiedo se non fosse opportuno che ogni tanto si ricordi ai fedeli che non santificare la festa è un peccato grave e che accostandosi all’Eucaristia in questo stato si commette sacrilegio. Io credo che molti non ne sono a conoscenza perciò mi chiedo se non sia il caso di informare i fedeli. Scrivo a volte articoli sul bollettino della parrocchia, potrei forse farlo io?
2) Una volta ho partecipato ad un funerale dove la chiesa era affollata di gente. Mia figlia mi disse che una sua compagna di scuola di religione mussulmana e pertanto non battezzata ha fatto la Comunione perchè spinta dalla calca che andava avanti verso il sacerdote. Poi accortasi dell’errore lo ha confidato a mia figlia la quale non ha saputo dirle nulla e nemmeno io, interrogata in proposito, ho saputo dirle come avrebbe dovuto comportarsi con lei. Cosa bisognava dirle? Come riparare?
3) Una volta durante la messa mia figlia dopo aver ricevuto l’Eucarestia mi si è avvicinata mostrandomi che aveva ricevuto due particole e me ne ha consegnata una. L’ho tenuta in mano fino alla fine della S. Messa perchè non sapevo cosa fare e poi l’ho restituita al Sacerdote. Lo stesso mi ha detto che mia figlia avrebbe potuto assumerle entrambe. E’ corretto ? Mi sono comportata male ?
Le ho fatto molte domande ma confido come sempre nella sua preziosa disponibilità e nell’aiuto del Signore per le risposte che mi darà le quali sono un importante sostegno per la vita di noi fedeli.
Un grazie di cuore.
Risposta del sacerdote
Carissima,
mi compiaccio con te per la gioia che hai provato per la tua conversione, tanto più che è stata del tutto imprevista. È stata un’autentica sorpresa e come una rinascita
Vengo adesso ai tuoi quesiti, che sono di diversa importanza.
1. Purtroppo è vero che non pochi fanno la Santa Comunione senza premettere l’esame di cui parla la Sacra Scrittura: “Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti” (1 Cor 11,28-30).
Precedentemente lo Spirito Santo aveva detto per bocca di Paolo: “Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore” (1 Cor 11,27).
Sono parole così gravi che obbligano tutti a fermarsi per considerare la grandezza di quest’evento che non può essere banalizzato.
2. Santa Faustina Kowalska scrive nel suo Diario: “Il momento più solenne della mia vita è quello in cui ricevo la santa Comunione” (10.1.1938).
In uno dei dialoghi più belli narrati nel Diario il Signore le dice: «Desidero unirMi con le anime umane; la Mia delizia è unirMi con le anime. Sappi, figlia Mia, che quando nella santa Comunione vengo in un cuore umano, ho le mani piene di grazie di ogni genere e desidero donarle all’anima, ma le anime non Mi prestano nemmeno attenzione, Mi lasciano solo e si occupano d’altro. Oh, quanto è triste per Me che le anime non conoscano l’Amore! Si comportano con Me come con qualche cosa inerte» (19.XI.1937).
Trattare Dio come una cosa, non rivolgergli neanche un pensiero, andare a riceverlo con l’anima inquinata dal peccato è un’offesa grave fatta Signore.
Si riceve il Segno sacro (il Sacramento) e cioè la particola consacrata, ma non la realtà, che è Gesù Cristo.
3. Il Signore invita tutti al Sacramento come un tempo, nella parabola evangelica, il re aveva invitato tutti a prendere parte alle nozze del figlio.
E tuttavia tutti gli invitati, come si usava presso i grandi orientali del tempo, dovevano passare dal guardaroba del re per essere rivestiti degli abiti degni di un Re.
Nel nostro caso il Signore chiama tutti alla Santa Comunione, ma nello stesso tempo chiede a tutti di passare dal guardaroba se non si possiede la veste nuziale della grazia.
Tanto più che “Dio non entra in un’anima inquinata dal peccato” (Sap 1,4).
Chi osasse far questo, si renderebbe colpevole nei confronti del corpo del Signore, mangerebbe e berrebbe la propria condanna.
4. È sbagliato dire che come si prega con la televisione così si partecipa alla Messa guardandola alla televisione.
Il motivo è semplice: la Messa non è una preghiera qualunque, è un sacramento e i sacramenti sono incontri personali con Cristo risorto.
Come non è possibile essere battezzati guardando per televisione il battesimo che altri ricevono e come non è possibile fare la prima Comunione solo per televisione guardando altri che la ricevono, così ugualmente per la partecipazione all’Eucaristia.
5. Per pregare si può pregare dovunque e con qualunque mezzo, anche con quello televisivo.
Ma per i sacramenti è necessario l’incontro reale e personale con Cristo e con la Chiesa.
Qui attraverso il sacerdote, che simultaneamente è ministro di Cristo e della Chiesa, il Signore comunica la grazia.
Qui si perpetuano gli incontri di Cristo con la gente.
6. Ai tempi di Gesù non bastava l’intenzione di incontrarsi con il Signore per essere guariti. Era necessario un contatto fisico.
Si legge nel Vangelo che “tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti” (Lc 6,19).
Come non ricordare a questo proposito l’incontro della donna che da vari anni aveva perdite di sangue che pregiudicavano sempre di più la sua salute? Essa aveva un ardente desiderio di toccare Gesù?
Era convinta che al tocco di Gesù sarebbe guarita e non semplicemente col pensare a Lui.
Ecco il testo sacro: “Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?» (Mc 5,25-30).
La Bibbia di Gerusalemme annota: “Questa forza è concepita come un effluvio fisico che opera le guarigioni mediante un contatto”.
7. Ugualmente in Mc 6,56 si legge: “e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccarealmeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano” (Mc 6,55-56).
La notizia della guarigione miracolosa della donna che aveva avuto perdite di sangue (l’ emorroissa) al solo tocco di un lembo del suo mantello si era diffusa. Tutti dunque volevano toccarlo e proprio per questo lo pregavano di lasciarsi toccare.
8. Quando Gesù ha istituito l’Eucaristia ha detto: “Fate questo in memoria di me”. Non ha detto: “Pensate a me”, ma “Fate” e questa è un’azione ben precisa che va attuata e non semplicemente guardata.
È chiaro che chi non può partecipare alla Messa perché è impedito da malattia o infermità o altre gravi urgenze fa già qualcosa congiungendosi col televisore alla Messa celebrata altrove. Ma certo non può dire: “Sono andato a Messa”.
9. Ma chi può partecipare alla Messa e non ci va limitandosi a guardarla alla televisione manifesta di aver capito e forse anche sperimentato ben poco la potenza della presenza reale e salvatrice di Gesù.
Secondo il sentire della Chiesa costoro commettono una colpa grave e non possono ricevere la Santa Comunione senza essere previamente confessati: “Coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave” (Catechismo della Chiesa Cattolica 2181).
Giustamente, come hai osservato, non sarebbe male ricordare ai fedeli che qualora si trovassero in tali condizioni non possono fare la Santa Comunione, pena compiere un grave sacrilegio.
Questo lo puoi fare anche tu scrivendolo sul bollettino, visto che ne hai la possibilità.
10. Che dire della ragazza musulmana che è andata a fare la Santa Comunione?
Certo non capiva quello che faceva e probabilmente non è stata aiutata a capirlo dal comportamento comune di tanta gente.
Purtroppo anche sotto questo aspetto dobbiamo registrare una forte desacralizzazione.
Il divieto di fare questo o quest’altro senza le debite condizioni aiuta ad aver un concetto meno inadeguato delle realtà sante.
Ad esse ci si deve accostare in maniera santa.
11. A proposito di tua figlia alla quale sono state date due particole va ricordato che chi prende l’Eucaristia in mano deve consumarla subito davanti al Sacerdote.
Anche questo purtroppo viene disatteso.
Riceverne una, due o tre, non cambia nulla. Vanno subito consumate davanti al sacerdote.
Il Signore che ti ha convertita all’improvviso come San Paolo, ti renda come San Paolo un apostolo, piena di fervore, a beneficio di tutti.
Per questo ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo