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Reverendo Padre,
faccio anche a Lei una domanda alla quale diversi Sacerdoti non hanno saputo o voluto rispondermi. È una domanda se si vuole anche “cattiva” (in ogni caso “estrema” e perfino “impossibile”), ma sarei più contento se ci fosse un minimo di risposta chiara e convincente.
All’atto pratico, in questa vita terrena, se TUTTI noi, per ipotesi estrema, ci comportassimo come Gesù Cristo, amandoci come Egli ha amato noi, praticando in particolare la castità, l’uomo di fatto non esisterebbe più. Perchè non ci sarebbe più una vita biologica, con discendenti biologici.
Dico bene? È una ipotesi estrema e impossibile, ma io mi pongo spesso questa domanda.
La ringrazio se mi vorrà rispondere.
Auguri comunque per le Sante Feste e cordiali saluti.
Angelo
Caro Angelo,
1. amare tutti gli altri come Cristo ha amato noi non significa che dobbiamo essere per forza celibi.
Quanti Santi sposati hanno amato sulla stessa lunghezza d’onda dell’amore di Cristo.
2. Esercitare al massimo grado la carità non è prerogativa delle persone che hanno fatto voto di castità.
Il voto è un mezzo per favorire la carità, ma non è sinonimo di carità.
3. Penso in questo momento al papà di Santa Teresina del Bambin Gesù che è stato proclamato Santo dalla Chiesa e dunque è un canonizzato.
Ebbene da padre di famiglia ha esercitato al grado sommo per quanto gli era possibile la carità, che è l’amore soprannaturale per il Signore.
4. Una bella testimonianza di questo amore l’ha offerta al momento in cui Teresa andò dal Vescovo per chiedergli la grazia di poter entrare in Monastero a 15 anni.
Dinanzi alle motivazioni del Vescovo che le diceva di aspettare un poco e intanto sarebbe stata con suo papà facendolo contento, il papà invece – dimentico di se stesso – ha perorato la causa della figlia.
5. Ecco il racconto tratto dalla Storia di un’anima:
“Noi attendevamo nello studio; tre poltrone enormi erano collocate davanti al camino, e il fuoco era vivace ed alto. Vedemmo entrare Sua Eccellenza, Papà si inginocchiò accanto a me per ricevere la benedizione, poi Monsignor Vescovo fece accomodare Papà in una poltrona, si mise egli stesso di faccia a lui, e Mons. Révérony volle farmi occupare la poltrona in mezzo; rifiutai gentilmente, ma insistette, dicendomi di far vedere se sapevo obbedire; mi sedetti subito senza altre riflessioni ed ebbi la confusione di vedere che lui prendeva una sedia, mentre io mi trovavo sprofondata in un seggio nel quale sarebbero state comodamente ben quattro come me (più comode di me, perché io ero ero ben lungi dal sentirmi tale!).
Speravo che Papà cominciasse a parlare, ma invece mi disse di spiegare io stessa a Monsignore lo scopo della nostra visita; lo feci con tutta la possibile eloquenza (…).
Monsignor Vescovo mi domandò se da lungo tempo aspiravo al Carmelo. «Oh, sì, Eccellenza, da ben lungo tempo». – «Vediamo – rispose ridendo Mons. Révérony – non potrà dirci che ha questo desiderio da quindici anni». – «È vero – risposi sorridendo anch’io – ma non ci sono molti anni da defalcare, perché ho desiderato farmi religiosa fin dal risveglio del mio intelletto, e ho desiderato il Carmelo, appena l’ho conosciuto bene, perché trovavo che, in quell’Ordine, sarebbero appagate tutte le aspirazioni dell’anima mia». (…).
Monsignor Vescovo, credendo di far piacere a Papà, cercò di farmi trattenere ancora qualche anno presso di lui, e rimase non poco stupito ed edificato vedendo che Papà stesso abbracciava la mia causa e intercedeva affinché ottenessi il permesso di volar via a quindici anni. (…).
Mons. Révérony ci volle accompagnare fino in fondo al giardino, e disse a Papà che una cosa simile non si era mai vista: «Un padre altrettanto premuroso di dar sua figlia al Signore, quanto questa fanciulla lo era di offrir se stessa!»” (Storia di un’anima, 152-154).
6. Inoltre va ricordato che Gesù è Signore della storia e la sa guidare con saggezza.
Attraverso il suo Santo Spirito sa suscitare nella Chiesa vocazioni differenti.
Pertanto non farà mai mancare, fino alla fine dei secoli, la vocazione al matrimonio e la vocazione alla procreazione, che peraltro è la via normale di ogni uomo e di ogni donna.
Il Signore desidera che aumenti il numero dei suoi fratelli e dei figli del Padre.
7. La vocazione alla verginità consacrata e alla castità per il Regno dei cieli è una via eccezionale. Tant’è che Egli stesso ha detto: “Chi può capire, capisca” (Mt 12,12).
Con questo il Signore voleva dire che si tratta di un dono suo, che non lo dà a tutti e non a tutti è dato di intenderlo.
8. Come vedi, puoi tranquillizzarti.
La tua domanda può sembrare peregrina, ma non pochi se la sono posta, dimenticando che la verginità consacrata e la castità per il Regno dei cieli sono un dono del Signore e non semplicemente una libera opzione da parte degli uomini.
Mentre ti auguro un fruttuoso avvento ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo