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Caro Padre Angelo,
Volevo chiederle se può chiarirmi il significato della parola celebrazione, la differenza tra la celebrazione del sacerdote e la rispettiva partecipazione del popolo, nonché perché si utilizza il termine Presidenza come se la sostanza fosse uguale a tutti i presenti eccettuato per un rapporto ministeriale/gerarchico.
In Christo rege,
Sem. Riccardo
Caro Riccardo,
1. per rispondere adeguatamente alla tua domanda è necessario ricordare alcuni principi e precisare il significato dei termini.
Il principio centrale da tenere presente è questo: che la Messa è lo stesso e unico sacrificio compiuto da Cristo, il quale sulla croce ha associato all’offerta di se stesso tutta la Chiesa, tutta l’umanità.
La Messa non è la ripetizione del sacrificio di Cristo fatta dalla Chiesa. Ma è lo stesso sacrificio di Cristo, presentato dunque da Cristo stesso a Dio Padre a nome di tutta la Chiesa e di tutta l’umanità.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che “il sacrificio di Cristo e il sacrificio dell’Eucaristia sono un unico sacrificio” (CCC 1367).
Riprendendo un’affermazione del Concilio di Trento, il CCC dice che “si tratta infatti di una sola e identica vittima” (Ib.).
2. Proprio perché Cristo ha associato la Chiesa al suo sacrificio è giusto dire che tutta la Chiesa offre l’Eucaristia insieme con Lui.
Ma “lo offre ora per il ministero dei sacerdoti” (Ib.) i quali in mezzo all’assemblea non solo ne sono l’immagine visibile, ma agiscono “in persona Christi” così che l’azione che compiono non è la loro, ma è quella stessa di Gesù Cristo.
3. Ecco che cosa dice Sant’Ambrogio in un passo celebre del suo De sacramentis: “Con quali parole si fa dunque la consacrazione e di chi sono le parole?
Del Signore Gesù.
Infatti tutto ciò che precede è detto dal sacerdote: si offrono a Dio delle lodi, si prega per il popolo, per i re, per gli altri.
Appena si arriva a produrre il venerabile sacramento, il prete cessa di servirsi delle sue proprie parole, si serve delle parole di Cristo.
È dunque la parola di Cristo che produce questo sacramento.
Quale parola di Cristo? Ebbene, quella mediante la quale tutto è stato fatto…
Tu vedi come è efficace la parola di Cristo.
Se dunque vi è nella parola del Signore Gesù una così grande forza che ciò che non era ha cominciato ad essere, quanto è essa più efficace per fare che ciò che era esista e sia cambiato in altra cosa… Prima della consacrazione non era il corpo di Cristo, ma dopo la consacrazione, ti dico che è ormai il corpo di Cristo” (Libro IV, cap. 4).
4. Se si guardano le cose con uno sguardo umano sembrerebbe che l’iniziativa della transustanziazione venga esclusivamente dal sacerdote.
Ma se si guardano con l’occhio della fede è chiaro che la prima iniziativa della transustanziazione viene da Cristo che nel cenacolo e sulla croce non soltanto vedeva i sacerdoti ai quali avrebbe comunicato i suoi divini poteri, ma che nel momento in cui avrebbero agito nella celebrazione dei sacramenti egli stesso si sarebbe servito di loro come causa strumentale per perpetuare visibilmente sui nostri altari il suo sacrificio.
Nell’Imitazione di Cristo si legge: “Il sacerdote, in verità, è il ministro di Dio, che si serve della parola di Dio, per ordine ed istituzione di Dio; ma Dio è qui il principale Autore e l’invisibile Agente, cui tutto ciò ch’egli vuole è sottomesso, e a cui tutto obbedisce quando egli comanda” (Libro IV, cap. 5).
5. La Chiesa tramite il sacerdote durante l’azione sacramentale fa sentire la voce dello Sposo e a questa voce essa stessa risponde: “Adoriamo la tua croce Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta” o anche “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta”.
Al momento della consacrazione il sacerdote è un puro strumento nelle mani di Cristo, capace di trasmettere quella forza soprannaturale che trasforma il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue del Signore.
6. È chiaro allora che celebrare nel senso di transustanziare è potere del solo sacerdote, strumento che Cristo si è preparato appositamente per renderlo adatto a compiere quest’azione non solo soprannaturale ma divina.
Nel medesimo senso a Messa concelebrano solo i sacerdoti presenti e non tutti i fedeli.
In questa prospettiva, soprattutto della concelebrazione, si comprende come sia ben adatto il termine di presiedere. Perché tutti i sacerdoti consacrano nel medesimo modo. Ma uno solo ha il compito di dare il là: il celebrante principale, colui che presiede la concelebrazione.
7. Quando invece un solo sacerdote consacra alla presenza dei fedeli – se si usa il termine di presidente – in questo caso tale espressione non va intesa come quando la si usa per la concelebrazione perché il ruolo dei fedeli non è il medesimo del sacerdote.
I fedeli tutti offrono la Vittima Santa, ma non la consacrano, e cioè non la rendono presente da sé soli.
In questo senso nel Canone Romano troviamo la parola celebrare applicata anche ai fedeli. Il sacerdote infatti dopo la consacrazione dice: “In questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo santo celebriamo il memoriale della beata passione, della risurrezione dai morti e della gloriosa ascensione al cielo del Cristo tuo Figlio e nostro Signore; e offriamo alla tua maestà divina, tra i doni che ci hai dato, la vittima pura, santa e Immacolata, pane santo della vita eterna e calice dell’eterna salvezza”.
8. Domandandoci se si possa dire che i fedeli a Messa concelebrano con il sacerdote si deve fare una distinzione.
Se s’intende dire che i fedeli in quel momento esprimono il sacerdozio regale di cui sono stati insigniti nel momento del Battesimo e che li ha trasformati in “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui” (1 Pt 2,9), sì, è giusto dire che concelebrano con il sacerdote perché tutta la celebrazione eucaristica è azione della Chiesa e la Chiesa tutta si offre a Dio Padre in un unico sacrifico con quello di Cristo.
9. Se invece s’intende dire che nel medesimo modo in cui il sacerdote consacra consacrano anche i fedeli, questo evidentemente è erroneo perché solo i sacerdoti sono stati trasformati interiormente da Cristo mediante il carattere e sono stati resi adatti a compiere quell’azione della transustanziazione che per quanto produce non è azione umana, ma divina.
Ti ringrazio del quesito che mi hai posto, ti auguro tante buone cose per il tuo futuro ministero, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo