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Quesito
Buonasera padre Angelo,
volevo chiederle se comunque un’azione fatta al prossimo che gli abbia portato un bene, un aiuto morale, materiale,un conforto, un bisogno ma senza che chi l’abbia fatta in quel momento non avesse nessun sentimento caritatevole e nessuno slancio d’amore cristiano o nessuna intenzione di piacere a Dio, nessun fervore d’amore sia comunque meritevole agli occhi di Dio?!
Esempio:
Mettiamo che io non abbia fede, che non sia in grazia di Dio, che sia in peccato mortale, che abbia sentimenti di rabbia, invidia o che sia un avaro ma che inconsapevolmente dia aiuto ad un anziano che ha bisogno di attraversare la strada o per portargli la spesa o che porti pazienza ad una persona che non sopporto o che presti qualcosa di mio a qualcuno che ha bisogno (anche se il mio carattere mi faccia stare attaccato alle mie cose) o che abbia fatto un sorriso al prossimo o che sia stato educato, o che mi sia trattenuto nel rispondere male ad un’altra persona e così via…portano queste azioni ad un merito al giudizio di Dio?
Scusi ma spero di essere stato chiaro….
Grazie per la sua risposta
Una preghiera per la mia totale conversione e abbandono a Dio.
Luca
Risposta del sacerdote
Caro Luca,
1. è di fede che senza la grazia non si può meritare soprannaturalmente (cfr. Concilio di Orange, DS 376ss).
Per avere dei meriti nella vita soprannaturale del paradiso è necessario esservi proporzionati.
Ma l’uomo per natura è sproporzionato all’ordine soprannaturale.
Per essere proporzionato al paradiso, e cioè al possesso di Dio, ha bisogno di un intervento da parte di Dio.
Ed egli lo fa infondendo nell’uomo la grazia santificante.
Gesù ha detto: “Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me” (Gv 15,4).
2. Tu mi domandi se le opere buone compiute senza la grazia possano meritare qualcosa.
Ebbene ti rispondo così:
Non possono meritare direttamente per il paradiso per la sproporzione di cui ho parlato.
Ma al dire di alcuni santi teologi possono meritare, anzi, meritano altri beni, che sono comunque preziosi.
3. Ti riporto in particolare la dottrina di Santa Caterina da Siena, domenicana e dottore della Chiesa.
Questa Santa, dopo aver ribadito che “nessuna utilità nell’ordine della grazia possiamo fare né a noi, né agli altri, senza la carità” (Lettera 7) e che “senza la carità, nessun bene o atto di virtù vale per la vita eterna” (Ib. e Lettera 85), soggiunge: “tuttavia nessun bene si deve tralasciare, perché ogni bene è rimunerato e ogni colpa punita.
Il bene, senza la carità, non vale per la vita eterna, ma vale per molte altre cose, ricevendo grazia da Dio”.
4. Santa Caterina poi specifica quali siano queste grazie che vengono date in premio del bene compiuto anche se si è privi della grazia.
Dice: “Poiché Dio non vuole che quel bene passi senza rimunerazione, lo rimunera
alcune volte concedendogli il tempo per convertirsi,
talvolta ponendo il peccatore nel cuore dei servi di Dio esortandoli a pregare per lui…
Oppure lo rimunera in cose temporali, quando il peccatore non si dispone, per sua colpa, a ricevere le grazie spirituali”. Queste cose temporali sono le grazie di ordine temporale, come la salute, il lavoro, il buon andamento dell’economia, la concordia in famiglia, ecc…
5. Del resto la S. Scrittura ricorda esempi di persone peccatrici che sono state ricompensate da Dio per il bene compiuto. Tra queste ad esempio Raab, la prostituta, che aveva aiutato gli uomini di Giosué nell’esplorazione della terra promessa (Gs 2,8-21).
E con questo posso anche aggiungere che Dio ascolta le preghiere dei peccatori. S. Agostino afferma: “Se Dio non esaudisse i peccatori, inutilmente il pubblicano avrebbe detto: Signore, abbi pietà di me peccatore” (Super Joan. 14)
6. Volentieri prego per la tua totale conversione e per il tuo abbandono al Signore.
Questa è una grazia che il Signore è desiderosissimo di concedere perché riguarda la nostra santificazione.
Tra breve scendo per la celebrazione della Messa e ti ricorderò al Signore in modo particolare.
Intanto ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo