Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre,
ogni giorno leggo con piacere le nuove domande e risposte che si sono aggiunte all’elenco (che ho quasi tutto esplorato), questo è il mio “quotidiano di cultura cattolica”.
Oggi avrei un quesito che mi torna da anni nella mente: In che senso la morte è entrata nel mondo solo con il peccato?
C’erano già milioni di anni di grandi estinzioni di molte specie, i terremoti, le eruzioni vulcaniche, i meteoriti con i loro danni globali, i predatori tra insetti, rettili e mammiferi…
Bisogna capire che l’uomo soltanto non sarebbe morto o che non avrebbe percepito la morte come qualcosa di doloroso e triste ma un dolce passaggio tra le braccia del Padre? Saluti e complimentissimi per tutte le illuminanti risposte. (Trovo bello anche il fatto che così tante persone si pongono tutte queste domande!)
Daniela


Risposta del sacerdote

Cara Daniela,
la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo per quanto riguarda l’uomo.
L’esenzione dalla morte e anche da quanto la precede (sofferenza, incidenti, traumi…) costituiva una dei doni preternaturali dati da Dio ai nostri progenitori al momento della creazione.
Quest’esenzione trovava la sua origine nel fatto che Dio aveva dato ad Adamo ed Eva la possibilità di nutrirsi di tutti i frutti degli alberi che c’erano nel giardino, ad eccezione dell’albero della scienza del bene e del male.
Al centro del giardino, insieme con quest’albero della scienza del bene e del male, c’era anche l’albero della vita.

2. Leggo in un Commentario biblico: “L’albero della vita, così chiamato perché i suoi frutti, mangiati di tanto in tanto dall’uomo, avevano la virtù di conservare la vita presente, finché fosse piaciuto a Dio di chiamare l’uomo a godere dell’eterna felicità.
I frutti delle altre piante servivano all’uomo di nutrimento, invece i frutti dell’albero della vita dovevano mantenerlo in una perpetua giovinezza. È chiaro che tale virtù era un effetto della libera volontà di Dio”.

3. Certo, pur mangiando dell’albero della vita, l’uomo non sarebbe rimasto eternamente sulla terra.
Come tu stessa hai intuito, ad un certo punto Dio l’avrebbe trasferito direttamente in cielo senza passare attraverso la sofferenza e senza il dolore di quelli che sarebbero rimasti di qua.

4. L’albero della vita era anche una prefigurazione di Gesù, della sua Parola e dell’Eucaristia.
Ed è per questo Gesù dice: “questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,50-51).
Tutti i cibi che noi assumiamo in questo mondo servono per conservarci in vita. Ma non possono impedire che la salute si logori.
Il nutrimento spirituale che il Signore ci dà è un nutrimento incorruttibile e rende incorruttibile la salute della nostra anima, a meno che noi, con la nostra volontà (e cioè col peccato), non vogliamo distruggerla.

Ti ringrazio per la stima e la fiducia.
Ti prometto un particolare ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo