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Quesito
Carissimo padre Angelo,
ho un caro amico, cattolico, che nei prossimi mesi si sposerà. La futura moglie non è battezzata e per questo verrà celebrato il matrimonio con rito misto (che in questo caso è un matrimonio con disparità di culto). Parlando con lui mi ha sorpreso scoprire una cosa che, però, non sapevo: il matrimonio di questo tipo non è un sacramento.
La cosa mi ha molto sorpreso. Non sono un esperto di teologia o di diritto canonico, ma ho sempre saputo della possibilità di celebrare il matrimonio cattolico in cui uno dei due sposi non fosse battezzato, e data questa possibilità, ho sempre pensato che, almeno per il cattolico, quello fosse un sacramento a tutti gli effetti.
Un po’ sorpreso, sono andato a leggere i codici di diritto canonico (1055 – 1165) per approfondire la questione, ma non ho trovato un chiarimento su questo aspetto. Anzi, il canone 1059 dice che Il matrimonio dei cattolici, anche quando sia cattolica una sola delle parti, è retto non soltanto dal diritto divino, ma anche da quello canonico […] il che mi porterebbe a confermare il mio pensiero iniziale.
Proseguendo nella ricerca, e sintetizzando molto, ho capito che il matrimonio, perché sia sacramento, ha come condizione necessaria che entrambi i coniugi siano battezzati. Anche una sua risposta che ho trovato nel sito lo ribadisce.
Premesso tutto questo, arrivo alla mia domanda. Non mi è chiaro come stanno insieme le due cose, la validità del matrimonio per la Chiesa, e il fatto che non sia sacramento. Potrebbe aiutarmi a capirlo? Se non è un sacramento significa che lì non c’è la grazia di Dio che agisce. Però allo stesso tempo è un matrimonio cattolico, per cui è unito e indissolubile. Ma queste “caratteristiche” non sono tali proprio per il fatto di essere, il matrimonio, un sacramento?
Concludo specificando che la mia non è mera curiosità giuridica, ma nasce da una preoccupazione sincera che il mio caro amico di fede viva il suo cammino nella grazia del Signore, e poi dalla possibilità di capire, una volta di più, come la Chiesa, madre di tutti noi, accompagna e guarda nel particolare tutti i suoi figli, uno per uno.
Grazie mille, veramente.
Marco B. A.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. per il caso che mi hai presentato è previsto il matrimonio canonico per disparità di culto, celebrato in Chiesa.
È un vero matrimonio, anche se non è un matrimonio sacramento secondo il parere di alcuni.
2. Il motivo della validità sta nel fatto che il matrimonio è stato istituito da Dio all’alba della creazione quando disse: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne” (Gn 2,24).
Viene elevato alla dignità di sacramento da Nostro Signore Gesù Cristo.
3. Il sacramento aggiunge al matrimonio una grazia particolare, ma non costituisce il matrimonio.
Il matrimonio è costituito dal consenso coniugale secondo le leggi proprie di ogni società.
Per questo motivo sono validi i matrimoni tra persone non battezzate.
4. Per le persone battezzate invece si esige che sia celebrato con la grazia del sacramento, come richiede l’essere battezzati, l’essere viventi in Cristo.
È per questo che la Chiesa non riconosce come valido il matrimonio fra due battezzati celebrato solo sotto forma civile.
5. La disparità di culto è un impedimento stabilito dalla Chiesa, ed è volto a tutelare la fede e la vita cristiana della parte battezzata.
È un impedimento che può essere dispensato.
In teologia si discute se il matrimonio contratto tra un battezzato e un non battezzato sia sacramento.
Alcuni lo negano perché non è possibile che uno sia ministro del sacramento e l’altro non lo sia. Ci si domanda: come è possibile che uno intenda contrarre un sacramento e donarlo al proprio sposo se questi non lo riceve perché non battezzato?
Perché certamente non lo riceve.
Costoro appoggiano la loro tesi sulla sentenza canonica per la quale matrimonium non potest claudicare, il matrimonio non può zoppicare.
Altri invece riconoscono che è sacramento solo per la parte battezzata. Ciò significa che riceve la grazia propria del sacramento.
6. Il canone 1059 dice che “il matrimonio dei cattolici, anche quando sia battezzata una sola delle parti, è retto non soltanto dal diritto divino, ma anche da quello canonico, salva la competenza dell’autorità civile circa gli effetti puramente civili del medesimo matrimonio”.
Il canone riconosce che è possibile attuare un matrimonio tra una parte battezzata e l’altra non battezzata.
Dice anche che è sorretto tanto dal diritto divino, che si identifica con il diritto naturale, quanto dal diritto canonico.
Ma non dice che sia un sacramento. Sembra lasciare la questione ai teologi.
7. In conclusione che cosa si può dire?
Di certo si può dire che si tratta di un vero matrimonio, accolto dalla Chiesa.
Non si può invece stabilire con certezza se sia sacramento perché le motivazioni contrarie conservano il loro valore.
Tuttavia siamo certi che Dio dona la sua grazia anche al di fuori dei sacramenti.
Non si tratterà forse della grazia sacramentale, ma di tante grazie attuali e anche abituali legate alle esigenze del proprio stato.
Questa soluzione può essere accolta favorevolmente anche da chi dice che sia sacramento solo per la parte battezzata.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo