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Quesito
Caro Padre Angelo,
le pongo un quesito liturgico inerente alla celebrazione eucaristica.
Se durante la messa, dopo la consacrazione, il celebrante si sentisse male come ci si dovrebbe comportare con la celebrazione? Andrebbe sospesa? continuata? e come?
grazie
Risposta del sacerdote
Carissimo,
il tuo quesito non è di fantascienza o fantateologia.
Di fatto possono capitare eventi che determinano l’interruzione della Messa.
1. Per dirimere il comportamento da tenere è necessario anzitutto ricordare che la Messa è la perpetuazione del sacrifico di Cristo sui nostri altari e che questa perpetuazione si attua al momento della consacrazione.
Anzi, la consacrazione separata del corpo e del sangue del Signore, fatta da Cristo stesso e comandata dalla Chiesa, rimanda al sacrificio della croce dove il sangue di Cristo è stato realmente separato dal corpo.
Il sacrificio di Cristo inizia dunque con la consacrazione del pane che si attua con le parole “Questo è il mio copro offerto in sacrificio per voi” e si conclude con quella del vino: “Questo è il calice del mio sangue…”.
2. Fatta questa premessa, che cosa si deve fare qualora la Messa dovesse essere sospesa per una gravissima motivazione come il terremoto, il venir meno del sacerdote che celebra, un bombardamento, l’incendio, il pericolo gravissimo di vita?
Poiché il sacrificio è stato iniziato ma non portato a compimento, è necessario che il medesimo sacerdote o un altro – nel caso che quest’ultimo sia venuto meno – riprenda la celebrazione della Messa dal punto in cui è stata sospesa.
3. Secondo i moralisti del passato, che si rifacevano all’insegnamento di Benedetto XIV (De sacrificio Missae, lib. III, cap. 14, n. 8) vi è l’obbligo di portare a compimento la Messa o di consumare le sacre specie entro un’ora.
La determinazione di un’ora è stata fatta tenendo presente che vi deve essere un’unione tra la consacrazione del pane e quella del vino in modo tale che costituisca un’unica azione sacra, un’unica celebrazione.
Passata l’ora, se non si è trovato un sacerdote che la porti a termine o uno che consumi le sacre specie, queste vanno portate nel tabernacolo e il sacerdote le consumerà nella celebrazione successiva.
4. Se il sacerdote viene meno dopo ambedue le consacrazioni, il sacrificio è stato compiuto, ma rimane l’obbligo di consumare le sacre specie per non esporle alla profanazione.
In questo caso chiunque può, anzi, deve consumare le specie consacrate, premesso un atto di contrizione perfetta qualora si trovasse in peccato mortale.
5. Nel caso che la celebrazione del sacrificio non venisse portata a termine con ambedue le consacrazioni c’è da tenere presente anche un altro aspetto: se il sacerdote aveva ricevuto un’offerta da parte dei fedeli per la celebrazione di quella Messa e destinare il frutto ministeriale per una particolare intenzione a vantaggio dei vivi o in suffragio dei defunti deve ridare indietro l’offerta perché il sacrificio non è stato compiuto ma solo iniziato, oppure deve destinare quell’intenzione per un’altra Messa che celebrerà successivamente.
Poiché di mezzo c’è un’offerta e un patto tra il sacerdote e l’offerente, vanno rispettate queste elementari esigenze di giustizia.
6. Se la Messa viene interrotta prima della consacrazione non si è tenuti a tutto quello che è stato detto – ad eccezione di quanto detto a proposito dell’offerta ricevuta dal sacerdote – perché il sacrificio, che è l’elemento essenziale della Messa in quanto questa è il memoriale della morte del Signore (1 Cor 11,26), non è stato ancora compiuto.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo