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Quesito
Gentile padre Angelo,
nel mentre la ringrazio per la prontezza e la cortesia con cui ha ancora una volta risposto alle mie domande di un chiarimento, vorrei sottoporle alcune mie considerazioni al fine di chiarirmi un punto che chiaro non mi riesce.
Premetto che ci dichiariamo cristiani cattolici apostoli romani: “cristiani” in quanto seguaci di Gesù Cristo; “cattolici” perché facenti parte dell’unica chiesa universale fondata da Gesù Cristo; “apostolici”, perché crediamo che i nostri pastori siano tali in quanto successori per ininterrotta tradizione dei primi apostoli istituiti da Gesù Cristo; “romani” perché crediamo che la nostra chiesa sia guidata dal papa, successore di Pietro e vescovo di Roma.
Ma a questo punto viene da pormi la domanda: il papa è tale in quanto vescovo di Roma o è vescovo di Roma in quanto successore di Pietro? Sono propenso ad accettare il secondo corno del dilemma, tenuto conto che Pietro era vicario in terra di Gesù Cristo prima ancora che in Roma fosse costituita una chiesa locale e visto che egli, prima di giungere in Roma, ebbe a risiedere in Gerusalemme e poi in Antiochia; non senza considerare che il papa restava papa anche quando storicamente ebbe a trasferirsi altrove (penso alla cosiddetta cattività avignonese) e che sarebbe rimasto papa anche se avesse dovuto lasciare Roma (quando ebbe fine il potere temporale dei papi fu da qualcuno per un momento ventilata l’ipotesi che il papa dovesse trasferirsi in qualche altra nazione). In altre parole, è corretto o meno ritenere che, nel mentre il carattere di cattolica ed apostolica attribuito alla chiesa sia inscindibilmente da attribuirsi ad essa per istituzione divina, il carattere di “romana” abbia un fondamento di carattere solamente storico ed umano (carattere che comunque, sia detto per inciso, deve costituire e costituisca per noi Italiani un legittimo motivo di orgoglio)?
Mi sarebbe assai gradito avere da lei sul punto una parola chiarificatrice.
La ringrazio sin da ora.
Vito P.
Risposta del sacerdote
Caro Vito,
1. i due titoli (successore di Pietro e Vescovo di Roma) si richiamano l’un l’altro.
Pietro, che già era stato costituito capo visibile della Chiesa, ha portato la sua sede a Roma.
E qui ha esercitato il potere che Cristo gli ha assegnato su tutta la Chiesa mentre è vescovo di Roma, come prima lo aveva esercitato da Antiochia.
Ma Roma è la sede definitiva.
Pertanto il papato è indissolubilmente legato a Roma, anche se il papa abitasse altrove.
2. Un conto infatti è la residenza e un altro conto è la sede.
Ad esempio: la residenza estiva del Papa è a Castelgandolfo, ma la sua sede è a Roma.
Nel passato il papa ha avuto la sua residenza ad Avignone, a Genova, ad Orvieto. Ma la sua sede è sempre stata quella di Roma.
Pertanto il Vescovo di Roma è il successore di Pietro ed è Papa.
Ed è vera anche l’affermazione: successore di Pietro è solo il Vescovo di Roma. Non può esserlo nessun altro.
3. Mi chiedi poi se la caratteristica (in gergo teologico si dice nota) per cui la Chiesa si dice Romana abbia il medesimo peso delle altre caratteristiche o note: una, santa, cattolica, apostolica. Anzi, mi chiedi se sia una nota storicamente aggiunta, mentre le altre sarebbero di istituzione divina.
Ebbene il titolo di romana non è un titolo aggiunto, ma è un’ulteriore specificazione o precisazione della quarta nota o caratteristica: quella di essere apostolica.
Per volontà di Cristo l’edificio della Chiesa si trova pienamente dove si trova il suo fondamento.
E questo fondamento è Pietro: “Io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,16).
E poiché la successione di Pietro è passata al vescovo di Roma, la Chiesa di Gesù Cristo si trova in pienezza nella Chiesa che è unita al vescovo di Roma.
Per questo la Chiesa cattolica è detta apostolica e romana.
I santi Padri, e in particolare S. Ambrogio, dicevano “Ubi Petrus, ibi ecclesia” (dove c’è Pietro, lì c’è la Chiesa).
Non si tratta dunque di una nota di carattere storico e pertanto eliminabile, ma di una precisazione della sua cattolicità e apostolicità.
Ti ringrazio del quesito, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo