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Caro Padre Angelo,
le espongo in breve la mia situazione.
Nel 1995 (poco dopo la mia conversione) sono ricorso alla Rota per annullare il mio primo matrimonio da cui non sono nati figli.
Il primo tribunale, in prima istanza, ha concesso la nullità, ma quello di appello in seconda, me l’ha rifiutata perchè la mia ex moglie non si ricordava dell’accordo che avevamo fatto due mesi prima del matrimonio (volevo rompere) che di fatto mi ha fatto cedere: “se non andiamo d’accordo divorziamo”.
Sento in coscienza di aver fatto un matrimonio nullo. Lo testimonia poi gli otto anni che abbiamo vissuto insieme dove ho sempre pensato di andarmene, mi son sentito sempre provvisorio ed è proprio per questo che ero attento a non metterla incinta.
Comunque sia non rivendico niente, so che ho divorziato, che la Rota non mi ha concesso la nullità, per cui da quando ho ricominciato ad andare a Messa mi son tenuto sempre lontano dalla Confessione e dall’Eucaristia, secondo gli insegnamenti del Magistero della Chiesa
So che questo papa con l’Amoris Laetitia ha di fatto sdoganato l’Eucaristia per i divorziati risposati, ma penso che non ne coglierò mai l’opportunità, ho troppo timor di Dio.
Carissimo,
1. a me pare che il tuo primo matrimonio sia nullo.
Con le motivazioni che mi hai portato credo che nessun giudice in questo mondo abbia delle riserve da fare.
Perché non riprovare secondo le indicazioni date da papa Francesco: che la sentenza sia fatta entro l’anno e possibilmente gratuita?
Questa per me è la via.
Una volta ottenuta la sentenza, chiederai una sanatio in radice per il matrimonio civile per evitare di fare di nuovo le nozze in Chiesa.
2. Se questa via non fosse percorribile (ma sono certo che non vi saranno obiezioni insormontabili), sono contento della tua volontà di essere serio con il Signore.
3. Scrivi: “So che questo papa con l’Amoris Laetitia ha di fatto sdoganato l’Eucarestia per i divorziati risposati, ma penso che non ne coglierò mai l’opportunità, ho troppo timor di Dio”.
Intanto non è vero che Papa Francesco abbia sdoganato l’Eucaristia per i divorziati risposati.
In nessun documento pontificio è scritto espressamente che si può dare la Santa Comunione ai divorziati risposati.
4. A questo proposito ti dico due cose.
La prima è che in Amoris laetitia il Papa ha scritto: “Per evitare qualsiasi interpretazione deviata, ricordo che in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio, il progetto di Dio in tutta la sua grandezza. (…).
La tiepidezza, qualsiasi forma di relativismo, o un eccessivo rispetto al momento di proporlo, sarebbero una mancanza di fedeltà al Vangelo e anche una mancanza di amore della Chiesa verso i giovani stessi.
Comprendere le situazioni eccezionali non implica mai nascondere la luce dell’ideale più pieno né proporre meno di quanto Gesù offre all’essere umano.
Oggi, più importante di una pastorale dei fallimenti è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e così prevenire le rotture” (Al 307).
Così come precedentemente aveva scritto: “Perciò, mentre va espressa con chiarezza la dottrina, sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessità delle diverse situazioni, ed è necessario essere attenti al modo in cui le persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione” (AL 79).
5. La seconda cosa è questa: in nessun documento pontificio è scritto che è stato abrogato quanto afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Ecco che cosa dice:
“Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio»: Mc 10,11-12), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio.
Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio.
Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione.
Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali.
La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza” (CCC 1650).
6. Mi scrivi: “ma penso che non ne coglierò mai l’opportunità, ho troppo timor di Dio”.
Anch’io se fossi in te farei la stessa cosa.
Le persone che hanno un pò di timore di Dio e che si trovano nella tua situazione sono consapevoli di non essere a posto.
Sanno che non è possibile fare la Santa Comunione se si è in peccato mortale.
Sanno anche che non sono leciti i rapporti sessuali fuori del matrimonio.
E sanno che per due battezzati è valido solo il matrimonio celebrato in forma sacramentale.
Penso che anche coloro che interpretano nella maniera più larga le parole di Amoris laetitia ti diano ragione.
7. Le parole di Cristo che alcuni evitano di citare “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio” (Mc 10,11-12) sono lì.
Anche su queste verremo giudicati.
Non si possono cancellare o far finta che non ci siano nel Vangelo.
Sono le parole normative per la nostra condotta.
Credo che sia vera misericordia avvisare sulla responsabilità che ci si assume quando si disattende il precetto del Signore.
Se io sentissi qualcuno che mi parla diversamente, direi: “Sarà, ma non ne coglierò mai l’opportunità, ho troppo timor di Dio”.
Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di sottolineare l’importanza di quanto hai scritto.
Ti rende onore davanti agli uomini e mi auguro anche davanti a Dio.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo