Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Reverendo Padre,
Forse è un quesito un pò banale ma mi piacerebbe sapere come stanno le cose.
Quand’è che un peccato veniale diventa mortale?
Ad esempio esiste il peccato di gola, che penso sia veniale.. Ma se io ad esempio consapevolmente e deliberatamente mi compro e mangio un intera vaschetta da mezzo kg di gelato, oppure mi strafogo di patatine fritte, o di pistacchi o di noccioline (il tutto consapevolmente) può essere mortale?
La ringrazio del tempo dedicatomi
Risposta del sacerdote
Carissimo,
per una risposta adeguata alla tua domanda occorre precisare due cose: primo, quando si compie un peccato che di suo è veniale; secondo, quando un peccato veniale diventa mortale.
1. Circa la prima questione, ci può essere peccato veniale in tre casi:
– quando ci si porta su azioni lecite, ma in maniera non corretta secondo l’ordine morale. Si pensi ad esempio al mangiare o al bere più del necessario, a una certa vanità nel vestire, alla ricerca eccessiva dell’onore e della gloria da parte della gente, al parlare troppo, al darsi in maniera disordinata al divertimento, nel rattristarsi o deprimersi esageratamente, come se Dio non avesse cura di noi…
– quando si ci porta su azioni di suo cattive, ma che hanno parvità di materia. S. Alfonso dei Liguori parlando dei peccati veniali deliberati scrive: “Tali sono, per esempio, le bugie volontarie, le piccole mormorazioni, le imprecazioni, i risentimenti di parole, le derisioni del prossimo, le parole pungenti, i discorsi di stima propria, i rancori d’animo nutriti nel cuore” (Pratica di amar Gesù Cristo, 8, 4-5. ).
– quando si ci porta su azioni che hanno materia grave, ma che sono compiute con insufficiente avvertenza della mente o mancanza di pieno consenso della volontà. Questi peccati sono veniali non da parte della materia, ma per l’imperfezione dell’atto.
2. Circa la seconda domanda, un peccato veniale diventa mortale nei seguenti casi:
– per coscienza erronea: ad es: uno pensa che una determinata festa sia di precetto, mentre non lo è, e omette per pigrizia di partecipare alla Messa.
– per la cattiva intenzione che mette nel compiere un’azione di suo veniale: ad es. dice una bugia che non danneggia nessuno per poter fornicare più facilmente.
– per il moltiplicarsi di tanti atti che sono veniali solo per parvità di materia: ad es: si ruba poco ma tante volte, anzi in maniera ormai ordinaria. Questi piccoli furti moltiplicati senza fine e messi insieme ad un certo punto sottraggono al proprietario una somma notevole; oppure si ruba poco, ma quel medesimo furto viene compiuto da una moltitudine a scapito di una singola persona, che ne subisce un grave danno.
– per le conseguenze devastanti di certi atti di per sé veniali, ma le cui conseguenze si dovevano soppesare, come ad es. il proferire con leggerezza parole che fanno scoppiare una grave rissa.
3. Allora nei casi da te citati dovrei dire che non c’è peccato grave, a meno che consumando in maniera esagerata un determinato prodotto uno nuoccia gravemente al proprio corpo oppure faccia questo proprio mentre viene fatta una colletta per aiutare quelli che muoiono di fame e lui non dà niente perché preferisce consumare in quella maniera i propri denari.
Ti saluto, ti ringrazio del quesito, ti prometto un ricordo al Signore ti benedico.
Padre Angelo