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Quesito

Cari Amici Domenicani,
volevo sapere perché si parla a volte di Magistero ordinario costante della Chiesa.
So cos’è il Magistero ordinario. Perché si aggiunge la parola costante?
Il Magistero ordinario è per sua natura costante o può esserci un “Magistero incostante”?
È vero che le Encicliche papali sono molto vicine all’infallibilità?
Grazie della gentile risposta.
Livio


Risposta del sacerdote

Caro Livio,
1. il magistero della Chiesa è certamente una funzione costante. Potrei dire che è perenne.
Ma il magistero su un determinato problema può essere invece un fatto episodico.

2. Per i nostri visitatori, il magistero ordinario è quello che esercita il Papa da solo o anche quello che esercitano i vescovi da soli o insieme con altri, come avviene nel caso di una conferenza episcopale.

3. Ora, sebbene al magistero ordinario della Chiesa si debba sempre il dovuto rispetto, tuttavia non sempre c’è la garanzia dell’infallibilità.
Diversamente equipareremmo il magistero ordinario con quello straordinario del Papa ex cathedra oppure di un concilio ecumenico.
Questo sarebbe un errore.

4. Venendo direttamente alla questione che tu hai posto, il magistero ordinario costante non si relaziona con un magistero ordinario incostante, il che sarebbe un’assurdità.
Si vuole intendere invece che il magistero ordinario su un determinato problema si esprime in maniera costante. Tale tipo di magistero si differenzia da una affermazione episodica.
Nel magistero costante si riflette il sensus fidei della Chiesa.
C’è qualcosa di perenne nel magistero costante ed è impossibile che Gesù Cristo che ha promesso di stare con noi fino alla fine del mondo lasci che la Chiesa sbagli su un punto importante in materia di fede e di morale.

5. Per questo il magistero ordinario del Papa, anche se non è espresso in maniera straordinaria e cioè ex cathedra, quando è costante può avere il carisma della infallibilità.
Questo perché riflette il sensus fidei del popolo cristiano, della Sposa santa di Gesù Cristo.

6. Talvolta il magistero ordinario della Chiesa si esprime in maniera prudenziale, come avviene in determinati problemi di bioetica.
Si tratta di problemi molto spesso nuovi, come ad esempio l’intervento sulla liceità dei vaccini anti covid. Non si può dire che la dichiarazione della congregazione (oggi dicastero) per la dottrina della fede costituisca un magistero costante.
È magistero. Gli è dovuto rispetto. Intende rassicurare i fedeli che il loro comportamento su quel determinato problema è perlomeno soggettivamente corretto.
La Chiesa però, almeno in teoria, è consapevole che una più profonda conoscenza del problema anche nei suoi aspetti biologici potrebbe mutare in parte la precedente dichiarazione.

7. Al magistero ordinario costante viene associata anche la consuetudine della Chiesa.
Y. Congar dice “i teologi hanno sempre considerato la Praxis Ecclesiae come normativa quando è costante ed implica una presa di posizione riguardante la fede” (La fede e la teologia, p.161). 
Tale ad esempio è la prassi universale in materia cultuale e sacramentale, come ad esempio il battesimo dei bambini, il culto delle immagini, le preghiere per i morti, le indulgenze.

8. Le encicliche hanno una certa autorevolezza all’interno del magistero. Tuttavia anche all’interno di un’enciclica si può distinguere tra magistero ordinario costante e magistero autentico.
Quando il Papa in un’enciclica vuole dare una risposta, è soprattutto la risposta che conta. Tutto il contorno può costituire una disamina generale del problema in concomitanza con fattori di carattere sociale, tecnico, politico, economico, ecc.
Tutto questo contorno non ha la medesima valenza della risposta.

9. Mi chiedi se l’enciclica sia molto vicina al magistero infallibile.
Anche qui dipende dal tipo di magistero, se si tratta di un magistero costante in materia di fede e di morale oppure semplicemente di problemi sociali o ambientali.
Giovanni Paolo II, ad esempio, ha detto che l’insegnamento della Chiesa riguardante alcuni problemi di morale coniugale ha carattere definitivo e non è soggetto a libera disputa tra i teologi.
Le encicliche di carattere sociale, trattando di problemi che sono in continua mutazione, non possono evidentemente avere carattere definitivo, se non in alcuni loro principi.

Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo