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Quesito
Buongiorno padre Angelo,
ho una grande angoscia. Amo profondamente il mio Signore e Maria Santissima (che considero veramente cari, vero Padre, Amico e Fratello e vera Madre) e sento di voler essere tutto loro, non mi sento chiamato ad una vita sacerdotale o monastica, vorrei farlo da laico, nella vita di tutti i giorni (siamo chiamati a questo come Cristiani). Mi sforzo di vivere da vero cristiano in ogni situazione della vita, frequento abitualmente la Santa Messa (cerco anche di andare durante la settimana oltre che la Domenica e le varie Solennità, ecc.) amo pregare, adorare e contemplare il mio Signore nel silenzio e recitare il Rosario (cerco di farlo ogni giorno) è la mia occasione di contemplare La Trinità e Maria, colloquiando con Lei, leggo la Bibbia molto volentieri (è per me fonte di conforto, coraggio, forza, speranza), provo a confessarmi almeno una volta al mese e mi sforzo di imitare Gesù e Maria affidandomi e consacrandomi a loro, solo così posso riuscirci realmente. Tutti sanno quanto credo e non perdo occasione, anche se capita, di dare testimonianza della mia Fede, nella speranza che sia da scintilla per gli altri, per quanto possa. Eppure cado nel peccato: è la natura umana (impossibile essere perfetti), ma un peccato mi fa soffrire particolarmente, quello che combatto di più pregando, confessandomi ogni qual volta succeda, e sforzandomi di evitare, ossia la masturbazione, non succede spesso, ma capita, quasi mi sento fuori di me quando lo faccio. Ho 18 anni, non sono fidanzato, purtroppo, anzi mi piace moltissimo anche una ragazza che penso sia quella giusta (almeno per ora) perché è bella, molto simile caratterialmente a me, e cristiana praticante si impegna, come me, nella vita comunitaria (sarebbe bello avere una ragazza con la quale condividere anche la Fede). In tutto ciò mi affido lo stesso al Signore, se mi ha lasciato solo per ora, e non è che mi manchino, ringraziandolo, perché spesso me ne dimentico, ma sono un bel ragazzo (d’altronde siamo tutti suoi capolavori in tutto e per tutto siamo suoi "prodigi" come recita il Salmo) è vero mi da sofferenza, ma sono sicuro al 100% che mi darà il centuplo, se non di più, della felicità al momento giusto in qualsiasi modo abbia stabilito per me. Tornando a noi, rare volte utilizzo anche materiale pornografico, anche omosessuale (so al 100% di non essere gay perché non condivido questa scelta, provo compassione per loro e li vedo peccatori, come tutti, che necessitano, anch’essi d’amore e perdono), inoltre il porno non mi piace per una serie di motivazioni umane e religiose: è menzogna, perdita della dignità umana, causata, sicuramente, da tanta sofferenza o disperazione; eppure capita. Non so più che fare e poi penso…lo so che Gesù Cristo mi ama lo stesso, che non cambia niente da parte sua nei miei riguardi…ma non so ho anche paura, non so di cosa… soffro se Lo deludo e non voglio privarmi di Lui, dello Spirito Santo, sto così bene se c’è Lui, e se mi privassi del Premio Eterno proprio a causa di questo peccato? Ho il terrore di non poter godere di Dio una volta passato da questa vita, ho il grande desiderio e la grande speranza di cantare insieme agli Angeli a Dio e alla Vergine. Scusi lo sfogo abbastanza lungo, ma ne avevo bisogno, mi sento anche un po’ stupido, mi perdoni. Dietro uno schermo magari trovo meglio le parole, in questo caso. Ho sempre avuto troppo nervosismo nel parlarne con il mio sacerdote nonostante gli voglia molto bene e gli parli di me e gli chieda consiglio, o con un altro in generale, e andava sempre a finire che dicevo sempre meno o smettevo di parlare proprio.
La ringrazio, scusi il disturbo.
Gesù e Maria possano sostenerla sempre!!!
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. della tua mail desidero cogliere il punto centrale: “lo so che Gesù Cristo mi ama lo stesso, che non cambia niente da parte sua nei miei riguardi…ma non so ho anche paura, non so di cosa…”.
È vero, il Signore ci ama lo stesso, infinitamente, sempre e perdutamente.
Il problema non sta nel suo amore, ma nella nostra volontà o capacità di accoglierlo.
Quando ti capita di peccare in maniera grave compi qualcosa di grosso perché di fatto ti chiudi all’amore del Signore.
E tu avverti subito che il Signore cessa di essere la vita della tua vita.
Non perché Lui non lo voglia, ma perché tu lo hai estromesso.
2. Dice San Tommaso: “Perché la grazia è causata nell’uomo dalla presenza di Dio, come la luce nell’aria dalla presenza del sole, come dice il profeta Ezechiele: “ed ecco che la gloria del Dio d’Israele giungeva dalla via orientale e il suo rumore era come il rumore delle grandi acque e la terra risplendeva della sua gloria” (Ez 43,2).
Ugualmente anche nella nostra anima: la presenza personale di Dio la illumina e la fa risplendere.
Col peccato grave questa presenza cessa. Si rimane senza splendore e come nel buio.
È fosse solo questo, pazienza.
Ma nel peccato mortale si rimane esposti all’azione del comune avversario e come sotto il suo influsso.
3. È per questo che capisco bene come mai scrivi: “soffro se Lo deludo”.
Sì, per un piatto di lenticchie come l’antico Esaù, rimani nello sconforto.
Chi vive permanentemente in grazia, come è generalmente per la tua vita, sa che cos’è questo sconforto.
Sa che cosa significhi sentirsi privi di Lui e dello Spirito Santo, che è luce beatissima che invade nell’intimo la nostra anima, come si recita nel Veni Sancte Spiritus.
4. Né è da disprezzare l’ammonimento che si legge nella lettera agli Ebrei: “Di quanto peggiore castigo pensate che sarà giudicato meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell’alleanza, dal quale è stato santificato, e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?” (Eb 10,29).
San Tommaso dice che ritiene profano il Sangue dell’alleanza chi non si purifica con quel sangue e lo ritiene come il sangue degli animali.
Parimenti lo ritiene profano anche chi “purificato col Battesimo pecca tornando al proprio vomito (cf. 2 Pt 2,22)” (Commento alla lettera agli Ebrei, h.l.).
5. Ti consiglio di intensificare la frequenza alla Confessione, indipendentemente dalla presenza del peccato grave.
Un ragazzo con una vita spirituale così intensa come la tua merita di confessarsi almeno ogni quindici giorni.
Meglio ancora settimanalmente.
La confessione è una sorgente di energia divina, di grazia.
Non soltanto rimedia le ferite, ma le previene.
6. Se farai così, sono certo che avrai da ringraziare Dio per tutta l’eternità per aver ricevuto e per aver accolto tale inspirazione.
La Risurrezione del Signore che domani celebriamo ti aiuti a seguire Gesù sempre più da vicino in modo da non abbandonarlo mai.
Gesù risorto ti riempia della potenza della sua risurrezione.
Ti accompagno con la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo