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Quesito
Gentile Padre,
la mia domanda è la seguente: che differenza c’è – naturalmente come “risultato” (chiedo scusa della sbrigatività, ma al momento non saprei che altro termine usare) – tra l’indulgenza plenaria applicata a un’anima del purgatorio (per esempio adesso nel tempo pasquale) e il far dire per il defunto la serie di 30 messe gregoriane?
Con sincera cordialità
Guido
Risposta del sacerdote
Caro Guido,
1. a guardare dall’esterno sembrerebbe che non mi sia alcuna differenza. Anzi, si potrebbe avere l’impressione che l’acquisto dell’indulgenza plenaria sia una via infinitamente più breve.
Tuttavia la differenza è enorme.
2. Innanzitutto perché l’indulgenza plenaria è un sacramentale, mentre la Santa Messa è un sacramento.
Come insegna la Chiesa, i sacramentali hanno efficacia ex opere operantis, e cioè dipendentemente dalla devozione del soggetto.
Mentre i sacramenti hanno efficacia ex opere operato, vale a dire in forza della loro stessa celebrazione. Perché il celebrante principale di ogni sacramento è Cristo stesso. Nella Messa infatti Cristo si rende presente con lo stesso sacrificio compiuto sul Calvario
Dunque, l’indulgenza è un’opera umana, la Santa Messa è un’opera divina.
2. In secondo luogo, anche se parrebbe che l’indulgenza plenaria sia facile da acquisire dal momento che la Chiesa la applica a tante buone azioni, tuttavia è legata al ripudio totale del peccato.
Per ripudio totale dal peccato si intende non avere nessun attaccamento non solo al peccato mortale ma anche a quello veniale.
Presuppone pertanto una purificazione d’animo così perfetta che non è facile ottenere.
Sebbene sia facile ripetere le parole dell’atto di dolore: “Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime del peccato” tuttavia rimangono in noi latenti tante inclinazioni disordinate che appena si presenta l’occasione subito si cade.
Ciò significa che il ripudio sebbene espresso con buona intensità di sentimenti, tuttavia rimane condizionato da tante predisposizioni al peccato veniale.
Di positivo c’è questo: che se non si riesce a prendere l’indulgenza plenaria, si acquisisce almeno quella parziale. Per cui rimane sempre una buona azione meritoria per chi la compie e meritoria per l’anima alla quale viene donata.
3. Il frutto della Messa invece, sebbene in parte sia legato anche alle nostre buone disposizioni, per la parte più importante invece non è legato alle nostre disposizioni perché il celebrante è Cristo, il quale evidentemente è sempre ben disposto e il cui merito è infinito.
4. Inoltre va ricordato che l’indulgenza plenaria trae il frutto del sacrificio di Gesù Cristo, vale a dire della Santa Messa, che è la sorgente di ogni benedizione.
Dalla Messa deriva un beneficio che si estende a tutta l’umanità viva e defunta.
Il suo beneficio è solo timidamente paragonabile a quello del sole. Se non ci fosse il sole, non ci sarebbe vita.
Ragion per cui Padre Pio da Pietralcina diceva che sarebbe più facile per la terra vivere senza il sole che senza il beneficio della Messa.
5. Scrive Sant’Alfonso dei Liguori: “Dio stesso non può fare che vi sia nel mondo un’azione più grande che la celebrazione di una Messa.
Tutti i sacrifici antichi, con cui fu onorato Dio, non furono che un’ombra e figura del nostro sacrificio dell’altare.
Tutti gli onori che gli hanno dato da sempre e gli daranno gli Angeli con la loro adorazione e gli uomini con le loro opere, penitenze e sofferenze, non hanno potuto né potranno giungere a dare tanta gloria al Signore quante gliene dà una sola Messa perché tutti gli onori delle creature sono finiti, ma l’onore che riceve Dio nel sacrificio dell’altare, venendogli offerta una vittima di infinito valore, è un onore infinito.
La Messa, dunque, è un’azione che reca a Dio il maggior onore che gli si possa dare, è l’opera che più abbatte le forze dell’inferno, che apporta maggiore suffragio alle anime del Purgatorio, che maggiormente placa l’ira divina contro i peccatori e che apporta maggior bene agli uomini in questa terra.
Se sta promesso che quanto chiederemo a Dio nel nome di Gesù tutto otterremo: “Tutto ciò che chiederete al Padre nel mio nome vi sarà concesso” (Gv 16,23), quanto più dobbiamo sperare offrendogli Gesù stesso?
Questo nostro Redentore pieno d’amore continuamente in cielo sta intercedendo per noi, ma specialmente lo fa nel tempo della Messa, nella quale egli, anche a questo fine di ottenerci le grazie, presenta se stesso al Padre per mano del sacerdote.
Se noi sapessimo che tutti i santi con la divina Madre pregassero per noi, qual fiducia non concepiremo per i nostri vantaggi?
Ma è certo, che una sola preghiera di Gesù Cristo può infinitamente più che tutte le preghiere dei santi.
Come la passione di Cristo bastò a salvare tutto il mondo, così basta salvarlo una sola Messa” (Sacerdote ascoltami, pp. 162-164).
6. Non si deve trascurare neanche l’elemosina non indifferente che si accompagna con la celebrazione delle Sante messe gregoriane.
È un sacrificio personale con il quale volentieri ci si unisce più intimamente al sacrificio infinitamente più grande di Nostro Signore.
La Sacra Scrittura ricorda che “come l’acqua spegne il fuoco, così l’elemosina espia i peccati” (Sir 3,29).
Parimenti San Pietro dice che la carità, e l’elemosina è un atto di carità, copre una moltitudine di peccati (cfr. 1 Pt 4,8).
Copre i peccati di chi dà l’elemosina e copre i peccati anche di colui per il quale si fa l’elemosina, attirando così tante grazie.
7. Infine con l’indulgenza plenaria si giova ad una persona sola, con la celebrazione della Messa, oltre a giovare in modo particolare alla persona per cui si celebra, si giova a tutti, vivi e defunti, purché non vi pongano ostacolo.
E, merita di essere ricordato, il beneficio ricevuto da tutti ricade a merito e a benedizione di colui che l’ha favorito.
Con l’augurio che tu sappia trafficare bene i grandi tesori che il Signore ha lasciato nelle nostre mani, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo