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Quesito

Caro Padre Angelo,
lei mi ha molto confortato. Grazie.
Oggi vorrei che mi spiegasse il vangelo di Luca 14,19-23. Soprattutto quando “costringe” le persone ad andare al banchetto….
Grazie, non riesco a trovarlo nel motore di ricerca.
Mi può illuminare per favore?


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. 1l testo di Luca 14,23 che tu hai menzionato è il seguente: “Il padrone allora disse al servo: «Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia”.
Il Signore dice queste parole in riferimento alle nozze alle quali gli invitati non vollero partecipare.
A motivo del loro rifiuto il Signore mandò i servi a chiamare quanti ne avessero trovati dapprima nelle piazze e nelle vie della città e in seguito anche lungo le siepi e le strade.

2. Alcuni Santi Padri hanno voluto indicare che cosa rappresentino le piazze e le vie della città, le siepi e le strade.
Sant’Agostino dice: “Vennero dalle piazze e dalle strade i gentili, e cioè i pagani; vengono dalle siepi gli eretici: infatti le siepi che essi costruiscono formano delle divisioni”.
Anche la Bibbia di Gerusalemme indica due categorie di persone: quelli che sono nelle piazze e nelle vie della città sono “i poveri, gli storpi, ciechi e gli zoppi” e cioè i poveri e gli impuri in Israele.
Mentre quelli che sono chiamati dalle strade e lungo le siepi sono i pagani.
San Cirillo di Alessandria scrive: “I capi degli israeliti sono rimasti in disparte dalla cena essendo cocciuti, orgogliosi e disobbedienti.
Essi hanno disdegnato un invito senza uguali, perché si erano volti alle cose terrene e avevano concentrato la loro mente sulle vane distrazioni di questo mondo.
Era stata invitata la folla comune e immediatamente dopo di essa i gentili” (Commento a Luca, Omelia 1).
In ogni caso, per piazze e vie della città o lungo le siepi e le strade si vuole dire che vengano chiamati tutti, in qualunque situazione si trovino.

3. Ma veniamo a quella parola: costringili.
 L’interpretazione tradizionale è stata questa: non si tratta di costringere con la violenza fisica, perché se uno non crede e viene costretto ad accedere ai sacramenti si compirebbe un sacrilegio.
Quel costringili sta per persuadere.

4. Nella Sacra Scrittura altre volte si trova questa espressione, come ad esempio nel caso di Lidia, la quale “dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: «Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa». E ci costrinse ad accettare” (At 16,15).
Evidentemente non si trattò di violenza fisica, ma di fortissima insistenza.

5. Altro esempio è quello dei discepoli di Emmaus. Quando Gesù “fece come se dovesse andare più lontano” ma “essi insistettero: resta con noi perché si fa sera” (Lc 24,29).
Alcuni dicono che è un’insistenza ben praticata dall’ospitalità palestinese.

6. La Bibbia di Gerusalemme scrive: “La forza usata per introdurre questi miseri vuole esprimere solo il trionfo della grazia sulla loro impreparazione, ma non una violazione della loro coscienza.
È noto l’abuso fatto nel corso della storia, di questo costringi a entrare”.
Viene fatta allusione alle conversioni forzate, che non trovano nella parabola e nello spirito del Vangelo alcuna giustificazione.

7. Marco Sales scrive: “Questa parola costringili mostra quanto sia vivo il desiderio a Dio di fare del bene agli uomini e renderli partecipi della sua felicità”.

Con l’augurio di riuscire a persuadere molti al Vangelo e ai sacramenti, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo