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Quesito

Caro Padre Angelo,
ho regalato un Rosario di San Benedetto a una mia amica gravemente ammalata (54 anni, molto serena e con una fede forte). Il Rosario l’ho acquistato in una chiesa dove era esposto il Santissimo, dove ho pregato a lungo per mia madre morente. Da allora l’ho portato con me a varie messe in chiesa.
Adesso ho letto su internet che la medaglia andrebbe benedetto da un sacerdote per poter usufruire delle indulgenze plenarie, adesso non so se devo informare la mia amica, perché il nostro sacerdote ci dice sempre che tutte gli oggetti che portiamo a messa sono già benedette con la benedizione finale, lei cosa mi dice?
Grazie per la risposta e per il suo lavoro! 🙂
Edith


Risposta del sacerdote

Cara Edith,
1. no, non è corretto quello che dice il sacerdote, perché allora sarebbero benedetti anche i vestiti che uno porta.
L’oggetto della benedizione alla fine della Messa non verte sulle cose, ma sulle persone.
Tant’è che il sacerdote dice: Vi benedica Dio onnipotente…
Ora Vi è un pronome personale.

2. Diverso è il caso della benedizione data fuori della Messa.
Allora colui che benedice può mettere l’intenzione di benedire anche gli oggetti.
Questo succede ad esempio nelle benedizioni che il Papa dà in Piazza San Pietro al termine delle udienze generali.
Qui la gente viene informata che il Papa intende estendere la benedizione a tutti gli oggetti religiosi che uno porta con sé.
Come si può osservare: il Papa non intende benedire ogni oggetto, ma tutti gli oggetti religiosi.

3. Il significato della benedizione è questo: l’oggetto benedetto viene in qualche modo separato da tutti gli altri per aiutare “a richiamare l’amore di Dio e ad accrescere la fiducia nella beata Vergine Maria e nei Santi” (Rituale Romano, Benedizione degli oggetti di pietà).
Portare con sé un oggetto benedetto è pertanto una tacita e permanente invocazione di aiuto e di protezione.
È un silenzioso legame di affetto nei confronti di Colui di cui quell’oggetto è un richiamo.

4. La benedizione è sempre un’effusione di doni, una loro conservazione e moltiplicazione, come ricorda San Tommaso.
Conferita ad un oggetto o ad un’immagine rende permanente l’effusione di grazia a patto che il fedele li porti con sé come segno di amore, di devozione, di fiducia e soprattutto per attendere meglio ai propri doveri di vita cristiana.

5. È in riferimento a questo che la preghiera di benedizione del Rituale Romano dice:
“Dio clementissimo, ricordaci sempre le tue meraviglie; fà che attraverso questi segni sensibili, riscopriamo i prodigi della tua misericordia.
Fà che queste immagini ci aiutino a divenire adoratori in spirito e verità, autentici discepoli e testimoni del Vangelo.
Insegnaci a pregare senza mai stancarci, sull’esempio di Cristo tuo Figlio;
fà che perseverando in preghiera viviamo nella castità e nel servizio del bene.
Dispensa alla tua Chiesa tesori di pietà e di santità e fa che questi umili segni giovino alla edificazione del tuo Regno” (Rituale Romano, n. 1717).

6. Per converso, questi oggetti benedetti vengono di fatto quasi ridotti a talismani quando vengono portati senza alcuna cura di vivere cristianamente, anzi, continuando con una condotta contraria alle esigenze del Vangelo.
Per questo il Benedizionale dice che chi li porta deve sentirsi stimolato ad “una coerente testimonianza di vita" (Benedizione degli oggetti di pietà).

7. Tuttavia ricordando che Gesù non è venuto a spezzare “una canna già incrinata” o spegnere “una fiamma smorta” (Mt 12,20) io guardo con simpatia giovani e meno giovani che pur non frequentando i sacramenti portano al collo il crocifisso o la corona del Santo Rosario oppure tengono nel taccuino l’immagine di un Santo.
Noi non sappiamo quello che avviene nel segreto delle coscienze e nei loro personali rapporti col Signore.
Portare con sé questi oggetti religiosi e benedetti è come uno schierarsi a favore di Cristo.
E anche a queste persone possono essere applicate le parole del Signore: “Chi non è contro di noi è per noi” (Mc 9,40).

8. Tornando al tuo quesito iniziale, porta quel crocifisso da un sacerdote perché lo benedica, anche con un solo segno di croce.

Ti auguro un felice proseguimento dell’anno nuovo, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo