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Quesito
Caro padre Angelo,
Sono …, lo stesso ragazzo con il quale si era sentito a luglio; scrissi per iscrivermi alla bellissima Confraternita del S. Rosario, di cui sono fiero di farne parte. Per il giorno dell’Assunta sono riuscito a trascinare dentro due miei amici di …; anch’essi si son così iscritti.
Prima di salutarci volevo raccontarle un retroscena personale. Il 12 febbraio 2020 ho ricevuto una grazia miracolosa attraverso un carismatico (…); la grazia mi ha liberato dall’impurità, ovvero dal peccato mortale della masturbazione e dalla pornografia. Dopo anni di lotte – circa 8 – dopo la mia conversione, alla fine sono riuscito ad uscirne. Avevo chiesto questa grazia alla Madonna ininterrottamente per anni interi e in tutti i modi possibili e immaginabili. Oggi pratico la castità e la continenza perpetua da quel giorno. Sono felicemente casto e non ho più problemi di impurità. Nella castità ho trovato la mia liberazione!
Per questo desidero iscrivermi alla Milizia.
Felice di aver condiviso con lei la mia gioia per questa grazia divina da me ricevuta. E felice di promuovere e vivere la castità nella vita quotidiana.
A presto,
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. ti ringrazio per questa bella testimonianza che sono contento di rendere pubblica, sebbene da parte tua fosse data per via confidenziale.
Quel 12 febbraio mi ha colpito perché in quel giorno l’ordine domenicano celebra la memoria di uno che nell’ambito della purezza ha ricevuto una grazia analoga alla tua, ma ancora più bella.
Desidero presentartela con l’augurio che il Signore la possa dare anche a te perché quello che Egli hai iniziato portandoti ad una liberazione inaspettata e quasi miracolosa (personalmente sono convinto che si tratti di un autentico miracolo!) lo possa portare a compimento.
2. La figura di cui desidero parlarti è quella del beato Reginaldo d’Orleans, decano della facoltà̀ di diritto all’Università̀ di Parigi.
Secondo quanto dicono le antiche fonti domenicane Dio gli aveva ispirato il desiderio di abbandonare tutto e di dedicarsi alla predicazione.
Per ricevere lumi sul da farsi, approfittò di un pellegrinaggio che un vescovo delle sue parti aveva organizzato per la Terrasanta.
Giunto a Roma, andò̀ a pregare sulle tombe dei santi apostoli Pietro e Paolo ed ebbe l’opportunità̀ di conferire con un cardinale sul desiderio di lasciar tutto per predicare Gesù̀ Cristo in uno stato di perfetta povertà.
Il cardinale gli disse che c’era un Ordine sorto da poco che univa insieme la pratica della povertà̀ e la predicazione. Anzi, gli disse che il Maestro di questo nuovo Ordine (era San Domenico) in quel momento si trovava proprio a Roma e stava predicando.
Reginaldo non perse l’occasione di ascoltare la predicazione del nostro Santo Padre e rimase così attratto dalla sua vita e dalla grazia della sua parola che si impegnò con voto ad entrare in questo nuovo Ordine appena compiuto il pellegrinaggio.
3. Senonché́ proprio in quei giorni cadde gravemente malato tanto che i medici disperavano di salvarlo.
San Domenico si mise allora a scongiurare la divina misericordia che quella vocazione appena concepita non fosse un aborto. Chiese con clamori e lacrime che Dio gliela concedesse almeno per qualche tempo.
E proprio mentre pregava, la Beata Vergine, accompagnata da due ancelle, apparve a Reginaldo e gli disse di domandargli ciò che desiderava.
Una delle due ancelle gli suggerì̀ di non chiedere nulla e di rimettersi alla volontà della Regina delle Misericordie, cosa che egli volentieri fece.
4. Allora la Madonna lo unse sugli occhi, sulle orecchie, sul naso, sulla bocca, sulle mani, sui reni e sui piedi, pronunziando ad ogni unzione alcune parole.
Reginaldo riuscì a comprendere solo le parole proferite nell’unzione dei reni e dei piedi: “Che i tuoi reni siano cinti col cingolo della castità.
Che i tuoi piedi siano forti per la predicazione del Vangelo di pace”.
Poi gli mostrò l’abito dei Frati Predicatori, soggiungendo: Ecco l’abito del tuo Ordine. Ricevuta quell’unzione, Reginaldo si sentì subito guarito.
Il mattino dopo riferì l’accaduto a San Domenico che era andato a trovarlo.
5. Secondo quanto dice il beato Umberto de Romans, quinto Maestro alla guida dell’Ordine, tre giorni dopo, mentre Reginaldo si trovava con San Domenico e un religioso dell’Ordine degli Ospitalieri, la Madonna gli rinnovò l’unzione alla presenza di quei due testimoni e, oltre a liberarlo dalla febbre, gli infuse una tale purezza che da quel momento fu liberato perfettamente da ogni moto della concupiscenza della carne.
Secondo il padre Lacordaire, “Reginaldo era in quel momento il rappresentante dell’Ordine dei Frati Predicatori, e la Regina del Cielo e della Terra stringeva per suo mezzo alleanza con l’Ordine intero.
Il primo segno di questa alleanza era stato il Rosario, donato all’Ordine come gioiello al momento del suo battesimo.
L’unzione di Reginaldo era come la forza che conferiva all’Ordine nel momento in cui cominciava a svilupparsi. Lo ungeva come segno della sua perenne durevolezza”.
6. San Domenico che fino a quel tempo aveva portato l’abito dei canonici di Osma, per cui sopra la tonaca indossava una cotta sormontata da un cappuccio, sostituì la cotta con lo scapolare, che è una striscia di stoffa che, scendendo dal collo alle ginocchia davanti e dietro, copre le spalle e il petto.
Scrive padre Lacordaire: “Lo scapolare, nato nel deserto degli antichi eremiti da un sentimento di pudore e quasi velo sopra il cuore dell’uomo, divenne nella tradizione cristiana simbolo della purezza e, per conseguenza, l’abito di Maria, Regina dei Vergini.
Così, nella persona di Reginaldo, Maria cingeva del cingolo della purezza i reni dell’Ordine e ne fortificava i piedi per la predicazione del Vangelo di pace.
Nello stesso tempo indicava nello scapolare il simbolo esteriore di quella angelica virtù senza la quale è impossibile sentire e annunciare le cose del Cielo”.
7. Ecco, tu sei stato liberato dal peccato mortale e ora devi in uno stato di libertà interiore e di purezza.
Reginaldo, che già era puro, fu confermato in grazia nella virtù della purezza. Sicché da quel momento divenne uno specchio tersissimo di quella luce e di quel fuoco del divino amore che gli era necessario per convertire, illuminare e infervorare molti con la sua predicazione.
Poiché San Tommaso d’Aquino dice che Dio viene molto onorato se chiediamo cose molto grandi, auguro a te un dono così bello di cui non potresti desiderarne uno più grande.
Accompagno quest’augurio con un ricordo particolare nella Santa Messa e nella preghiera.
Ti benedico.
Padre Angelo