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Caro padre Angelo,
le chiedo perché diciamo che la fede (con la speranza e la carità) è infusa al momento del battesimo.
L’adulto che si appresta a ricevere il battesimo non ha fede? Perché san Paolo dice che la fede viene dall’ascolto? (Rm 10,17)
Ho provato a leggere il relativo commento di san Tommaso, ma sembra dire che l’ascolto della predicazione fa nascere, ad opera della grazia, la fede.
Il non cristiano che ascolta l’annuncio della Parola e si converte, ha la fede?
La ringrazio e la ricordo nella preghiera.
Carissimo,
1. dal momento che Cristo ha detto che chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, si deduce che la fede è pre requisita al Battesimo.
Prima è necessario credere e in forza di questa fede si domanda il Battesimo.
2. Lo conferma una notificazione del Sant’Ufficio.
Alla domanda se si possa battezzare un adulto incolto e rude come il barbaro che possiede solo qualche conoscenza di Dio e qualche sua perfezione soprattutto quella della sua giustizia rimunerativa secondo l’affermazione dell’apostolo: “Chi si accosta a Dio deve credere che egli esiste ed è rimuneratore” (Eb 11,6) ha risposto: “Il missionario non può battezzare colui che non crede esplicitamente in Gesù Cristo, ma è tenuto ad istruirlo in tutto ciò che è necessario di necessità di mezzo per ricevere il battesimo” (DS 2381).
3. Sulla necessità della fede per ricevere il Battesimo è necessario fare una distinzione.
San Tommaso nota che due sono gli effetti che vengono prodotti nell’anima per mezzo del battesimo: il carattere e la grazia.
4. Ebbene, per ricevere la grazia “la vera fede è necessaria nel battesimo perché San Paolo dice che “la giustizia di Dio si ha mediante la fede in Gesù Cristo” (Rm 3,22)” (Somma teologica, III, 68, 3).
5. Scrive ancora San Tommaso: “La Chiesa intende battezzare gli uomini, perché siano purificati dal peccato, secondo l’espressione d’Isaia: “Tutto il frutto sarà questo: che il peccato sia tolto” (Is 27,9).
Di conseguenza, per quanto dipende da lei, non intende dare il battesimo se non a coloro che hanno la vera fede, senza la quale non c’è la remissione dei peccati.
Per questo chiede ai battezzandi se credono” (Ib., ad 2).
6. Non è invece indispensabile la fede per ricevere il carattere battesimale.
Dice San Tommaso: “Non occorre necessariamente nel battesimo la vera fede del battezzando, come neppure la vera fede del battezzante, purché ci siano tutte le altre cose necessarie alla validità del sacramento.
Questa infatti dipende non dalla santità di chi lo amministra o di chi lo riceve, ma dalla virtù di Dio” (Somma teologica, III, 68,3).
7. Nel Rito del Battesimo però è prevista, se si vuole, un’interrogazione fatta a colui che sta per essere battezzato: “Perché chiedi il Battesimo?”.
Questi risponde: “Per avere la fede”.
E alla successiva domanda: “Che cosa ti dà la fede”, il battezzando risponde: “La vita eterna”.
Da queste parole sembrerebbe che la fede sia frutto o effetto del Battesimo, ma non sua premessa.
8. Questa deduzione però è sbagliata perché la fede di cui parla il Rito non è intesa semplicemente come la prima virtù teologale, ma come la risposta onnicomprensiva dell’uomo a Dio e a Gesù Cristo, che comprende anche la speranza e la carità.
È a questa fede che fa riferimento il Signore nel Vangelo quando dice: “Và, la tua fede ti ha salvato”.
Nei Vangeli infatti non è ancora presente la distinzione dettagliata delle tre virtù teologali in fede, speranza e carità. La parola fede comprende tutta la risposta dell’uomo a Dio.
La distinzione tripartita si trova in San Paolo, sopratutto in 1 Cor 13,13: “Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità”.
9. Allora si comprende perché alla domanda “che cosa ti dà la fede?” nel Rito del Battesimo si risponde: la vita eterna.
Ma questa fede che salva e dà la vita eterna non è la prima virtù teologale da sola, ma la risposta onnicomprensiva che racchiude anche la speranza e la carità,
Perché la fede, da sola, come virtù teologale non è ancora sufficiente per salvarsi.
San Giacomo dice infatti che “la fede senza le opere è morta” (Gc 2,26).
E San Paolo che “la fede opera attraverso la carità” (Gal 5,6)
10. Pertanto in virtù della fede, che potrebbe essere ancora accompagnata dal peccato e imperfetta, si chiede il Battesimo per ottenere la fede viva, quella accompagnata dalla grazia, dalla speranza e dalla carità.
11. San Tommaso con la sua solita chiarezza dice: “Prima del battesimo si può conseguire la remissione dei peccati solo in quanto si ha il desiderio esplicito o implicito di esso.
E nondimeno quando si riceve di fatto il battesimo il condono di tutta la pena diventa più completo.
Così prima del battesimo Cornelio e altri in simili condizioni hanno conseguito la grazia e le virtù per mezzo della fede cristiana e del desiderio implicito o esplicito del battesimo; nel battesimo però essi hanno ottenuto maggiore quantità di grazia e di virtù.
Per questo sulle parole del Salmo “Ad acque tranquille mi conduce” (Sal 22,2), la Glossa spiega: ” Mi condusse nel battesimo con l’aumento della virtù e delle buone opere”” (Somma teologica, III, 69, 4, ad 2).
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo