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Caro Padre Angelo,
sono un ragazzo di 21 anni felicemente fidanzato, ma turbato spesso da un sentimento.. La gelosia. Potrebbe darmi alcuni chiarimenti su questo argomento? Cosa ne pensa la chiesa? È sempre un peccato? Nel silenzio, può essere offerta a giovamento delle anime?
Grazie infinite in anticipo
Carissimo,
1. il termine gelosia è ambivalente.
Da una parte significa invidia per il bene altrui.
In questo caso si desidererebbe che l’altro non goda dei beni che possiede perché quel possesso ci fa fare brutta figura.
L’invidia qui, come si vede, vuole il male dell’altro. E questo senza dubbio è contrario alla carità ed è peccato.
2. Invece desiderare di possedere anche noi quello di cui gli altri godono, strettamente parlando non è invidia.
Molto spesso nel parlare comune per invidia s’intende questo. Ma fin qui non c’è peccato.
3. C’è peccato invece quando si sta male per il bene che gli altri godono e si desidererebbe che non ne potessero godere.
4. Nella Sacra Scrittura abbiamo esempi di invidia peccaminosa come quella dei Filistei nei confronti di Isacco.
Ecco che cosa dice il testo sacro: “Isacco fece una semina in quella terra e raccolse quell’anno il centuplo. Il Signore infatti lo aveva benedetto.
E l’uomo divenne ricco e crebbe tanto in ricchezze fino a divenire ricchissimo: possedeva greggi e armenti e numerosi schiavi, e i Filistei cominciarono a invidiarlo.
Tutti i pozzi che avevano scavato i servi di suo padre ai tempi di Abramo, suo padre, i Filistei li avevano chiusi riempiendoli di terra” (Gn 26,12-15).
Ecco dove l’invidia aveva portato i Filistei: riempivano di terra i pozzi che Abramo aveva fatto scavare a favore di suo figlio Isacco.
5. Altro esempio di invidia che porta a fare il male è quello di Rachele, la seconda moglie di Giacobbe.
È invidiosa di Lia perché questa ha figli e lei no.
Ecco che cosa dice il testo sacro: “Rachele, vedendo che non le era concesso di dare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, se no io muoio!».
Giacobbe s’irritò contro Rachele e disse: «Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?».
Allora ella rispose: «Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, partorisca sulle mie ginocchia cosicché, per mezzo di lei, abbia anch’io una mia prole».
Così ella gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei.
Bila concepì e partorì a Giacobbe un figlio.
Rachele disse: «Dio mi ha fatto giustizia e ha anche ascoltato la mia voce, dandomi un figlio»” (Gn 30,1-6).
6. L’altro significato di invidia è quello di zelo.
Anche nel nostro vocabolario talvolta si usa dire che uno è geloso delle sue cose, perché le cura e le conserva bene.
In questo senso nella Sacra Scrittura si legge che Dio è geloso del suo popolo perché lo vuole preservato dal male. E in segno di questo vengono annientati i nemici di Israele.
Così infatti si legge in Isaia: “Signore, si era alzata la tua mano,
ma essi non la videro.
Vedranno, arrossendo, il tuo amore geloso per il popolo,
e il fuoco preparato per i tuoi nemici li divorerà” (Is 26,11).
E anche: “Il Signore avanza come un prode,
come un guerriero eccita il suo ardore;
urla e lancia il grido di guerra,
si mostra valoroso contro i suoi nemici” (Is 42,13).
7. Si legge nella Sacra Scrittura che anche San Paolo provava per la comunità cristiana di Corinto questo sentimenti di zelo: “Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta” (2 Cor 11,2).
La Bibbia di Gerusalemme annota: “Paolo, amico dello sposo, gli presenta la Chiesa, sua fidanzata. A partire da Os 2, l’amore di Dio per il suo popolo viene rappresentato dall’amore dello sposo e della sposa” (nota a 2 Cor 11,2).
La gelosia di San Paolo è un amore ardente che non può soffrire che altri contaminino ciò che egli ama.
8. In conclusione c’è una gelosia peccaminosa che è necessario estirpare dal nostro cuore.
E c’è una gelosia sana che vuole preservata da ogni male la realtà o la persona che noi amiamo.
Questa seconda forma di gelosia può, anzi deve essere offerta al Signore perché la sua grazia supplisca quanto noi non riusciamo a compiere.
Mentre auguro che questa forma di gelosia ingrandisca sempre di più nel tuo cuore come zelo per il Signore, per il Vangelo, per la Chiesa e per le persone che ami ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo