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Quesito
Caro padre Angelo,
vorrei porle una domanda che mi è sorta durante un fatto avvenuto durante la consacrazione nella messa della vigilia della Solennità di Maria Assunta. Al momento di versare il vino nel calice l’accolito (un pò anziano) della mia parrocchia ha versato l’acqua e poi ha dato al celebrante l’ampolla contenete il vino. Quindi nel calice c’era tutta acqua ed un goccio di vino. Se ne sono accorti solo al momento della comunione. Siccome io faccio servizio all’altare l’ho visto da vicino solo io questo fatto (il resto dell’assemblea non ha potuto vedere). Ora la mia domanda è: siccome "l’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana", scambiare le ampolle per sbaglio è un errore "ammissibile" oppure no? Intendo dire bisognava forse ripetere la consacrazione del vino oppure quello era diventato comunque Sangue di Cristo? Grazie in anticipo per la risposta
Luca
Risposta del sacerdote
Caro Luca,
1. il caso che tu mi hai proposto era già stato contemplato dal vecchio Messale.
Ci si chiedeva che cosa dovesse fare un sacerdote che al momento dell’assunzione del Sangue di Cristo si fosse accorto che c’era solo acqua perché ci si era confusi con le ampolline dell’acqua e del vino.
La stessa domanda la si poneva qualora inavvertitamente si fosse rovesciato il calice e non fosse stato possibile assumerne neanche una goccia.
2. Ebbene, va ricordato che la celebrazione del sacrificio di Cristo risulta dalla consacrazione separata di ambedue le specie.
La stessa consacrazione separata rimanda alla separazione avvenuta sulla croce tra l’anima e il corpo del Signore.
Se di fatto si consacra solo una specie, sebbene questa consacrazione risulti valida, non si ripresenta sull’altare il sacrifico di Cristo.
3. È evidente che nella Messa alla quale ti riferisci non è avvenuta la consacrazione del vino, detta anche transustanziazione, perché al posto del vino c’era acqua.
4. Pertanto il sacerdote, accortosi di non aver consacrato il Sangue di Cristo, avrebbe dovuto farsi portare l’ampollina del vino e procedere alla consacrazione cominciando dalle parole "Allo stesso modo, dopo aver cenato…". E subito dopo doveva comunicarsi al Calice.
Se non l’ha fatto, la Messa è stata sostanzialmente incompiuta.
5. I fedeli, accortisi di nulla, sono andati avanti facendo la Santa Comunione.
Il gesto di adorazione che hanno compiuto insieme col sacerdote nel momento dell’elevazione del calice di fatto è risultato un atto di idolatria, di cui però non sono responsabili.
Pertanto se ne sono andati a casa tranquilli.
6. Tranquillo però non doveva rimanere il celebrante, soprattutto se la S. Messa doveva essere applicata per qualche intenzione particolare della quale aveva ricevuto l’offerta da parte dei fedeli.
In questo caso non aveva adempiuto a quanto aveva accettato di fare.
7. Sicché se non ha provveduto a consacrare il vino al momento della Comunione, doveva applicare l’intenzione di cui aveva percepito l’offerta in un’altra celebrazione.
Mi auguro che l’abbia fatto perché si tratta di una questione di giustizia nei confronti dell’offerente.
Ti ringrazio del quesito che mi hai posto. Anche la casistica serve a puntualizzare ulteriormente le idee sulla celebrazione del sacrificio di Cristo attuato nella S. Messa.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo