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Quesito
Salve padre Angelo,
spero stia bene e che abbia avuto buone feste
I catechismi hanno sempre valore nel tempo oppure appena ne esce uno nuovo quello vecchio non è più valido?
Ad esempio: il catechismo di San Pio X nella sezione i dieci comandamenti dice che bisogna obbedire ai genitori in tutto e sempre tranne che nel peccato.
Invece nel CCC sempre nel 4° comandamento sta scritto che dopo aver raggiunto l’età adulta cessa l’obbedienza ai genitori.
Quale bisogna seguire?
La ringrazio
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. i catechismi esprimono la dottrina della Chiesa e, per quanto riguarda la sostanza, la dottrina non può cambiare.
La dottrina della Chiesa, infatti, non è della Chiesa, ma è di Cristo.
2. Premesso questo, va detto che non è perfettamente esatto quanto riporti a proposito del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Ma prima di riferire quanto afferma questo nuovo Catechismo, è necessario ricordare la situazione diversa in cui viveva la famiglia del passato rispetto ad oggi.
La famiglia del passato, per intenderci quella dei tempi di San Pio X, era patriarcale. I maschi che si sposavano non andavano ad abitare fuori, continuavano rimanere in casa.
Chi comandava non era il padre o il nonno dei figli maschi sposati, ma il più anziano.
Per fare un esempio concreto è interessante riferirsi alla famiglia di Papa Giovanni. Era una famiglia composta da 30 persone. C’era suo padre e sua madre con 10 figli. C’era anche uno zio con la zia e 10 figli. C’era ancora un altro zio sposato, ma senza figli, c’erano il nonno e la nonna. Chi comandava era il pro-zio Saverio, che era il primo nella fila dei nonni.
Dal momento che tutti abitavano nella medesima casa, era comprensibile che si dicesse che era necessario obbedire ai genitori e non soltanto ai genitori, ma anche a chi comandava in casa.
3. Oggi le famiglie non sono più patriarcali. Chi si sposa va ad abitare fuori.
Con questo in qualche modo si emancipa dall’obbedienza ai genitori, proprio perché non sta più con loro. Sebbene l’atteggiamento deve essere sempre quello del rispetto.
4. Fatte queste premesse, ecco che cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Innanzitutto: “Il rispetto filiale si manifesta anche attraverso la vera docilità e la vera obbedienza: «Figlio mio, osserva il comando di tuo padre, non disprezzare l’insegnamento di tua madre… Quando cammini ti guideranno; quando riposi, veglieranno su di te; quando ti desti, ti parleranno» (Pr 6,20-22). «Il figlio saggio ama la disciplina, lo spavaldo non ascolta il rimprovero» (Pr 13,1)” (CCC 2216).
5. Inoltre dice che “per tutto il tempo in cui vive nella casa dei suoi genitori,il figlio deve obbediread ogni loro richiesta motivata dal suo proprio bene o da quello della famiglia. «Figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore» (Col 3,20).
I figli devono anche obbedire agli ordini ragionevoli dei loro educatori e di tutti coloro ai quali i genitori li hanno affidati. Ma se in coscienza sono persuasi che è moralmente riprovevole obbedire a un dato ordine, non vi obbediscano.
Crescendo, i figli continueranno a rispettare i loro genitori. Preverranno i loro desideri, chiederanno spesso i loro consigli, accetteranno i loro giustificati ammonimenti” (CCC 2217).
6. Poi aggiunge: “Con l’emancipazione cessa l’obbedienza dei figli verso i genitori, ma non il rispetto che ad essi è sempre dovuto. Questo trova, in realtà, la sua radice nel timore di Dio, uno dei doni dello Spirito Santo” (CCC 2217).
7. Pertanto il Catechismo ricorda il dovere dei figli di obbedire i genitori.
L’obbedienza cessa con l’emancipazione dei figli.
Come si vede, il Catechismo non dice con l’età adulta, che per tutti è intesa come l’arrivo ai 18 anni. Parla invece di emancipazione.
Ciò significa che quando ci si sposa e si forma una nuova famiglia, oppure quando per motivi professionali si va ad abitare lontano e non si vive più in casa, ci si emancipa.
8. Si può essere emancipato anche rimanendo in casa. Ma in questo caso vale quanto si è detto sopra: “Per tutto il tempo in cui vive nella casa dei suoi genitori, il figlio deve obbedire ad ogni loro richiesta motivata dal suo proprio bene o da quello della famiglia” (CCC 2216).
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo