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Quesito
Buongiorno,
Oggi a scuola (frequento la quarta superiore in un liceo scientifico) la mia classe ha partecipato ad un incontro sulle malattie sessualmente trasmissibili e la cosiddetta “gravidanza responsabile”. Mi spiace dire che l’attenzione non è stata messa tanto sulle malattie in sé, e le loro conseguenze, quanto sui modi per evitarle, ovvero, secondo la persona che ha tenuto l’incontro con la mia classe, gli anticoncezionali. Di questi si è parlato anche come metodo per evitare la gravidanza se indesiderata. Si è parlato della gravidanza come un rischio, come fosse, aggiungo io, quasi un effetto collaterale del fare l’amore. Io pur sapendo e credendo che i rapporti prematrimoniali, l’utilizzo degli anticoncezionali, e la visione della sessualità che ne deriva siano sbagliati, sono stato zitto e non ho detto nulla. Questo per vergogna, a causa della mia indole non particolarmente estroversa, e perché mi sembrava poco sensato andare contro la persona che stava spiegando noi tutte queste cose. Mi rendo conto che però forse avrei potuto dire qualcosa.
La mia domanda è cosa io debba fare ora.
La ringrazio di cuore per le passate risposte e la saluto,
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. mi spiace molto che nella tua scuola, certamente per motivi buoni, sia stata presentata la sessualità avulsa dai suoi obiettivi intrinseci che sono quelli della totale donazione di sé indissolubilmente legata alla donazione della vita.
Non è necessario avere la fede per riconoscere queste verità elementari che si manifestano da se stesse. Tanto è vero che si parla di anticoncezionali proprio perché si riconosce implicitamente che la sessualità è ordinata a suscitare la vita.
2. Non è neanche necessario avere la fede per riconoscere che l’esercizio della sessualità, proprio per i valori così alti che le sono intrinseci, trova la sua espressione corretta solo che all’interno del matrimonio.
Tutti sanno che i rapporti sessuali sono ordinati alla procreazione. Ed è per questo che i rapporti prematrimoniali costituiscono un atto di grave irresponsabilità perché – nonostante la contraccezione – ci si espone a concepire una nuova vita al di fuori del contesto matrimoniale, che è l’unico contesto che garantisce al concepito tutto ciò che deve avere fin dal primo istante della sua esistenza.
3. Nella tua scuola, come del resto in molte altre, anziché parlare di disciplina dei sensi e di disciplina dello spirito che sono ambedue necessarie per educarsi alla maturità personale e anche al vero amore vero, si è preferito ricorrere agli accorgimenti della tecnica.
Ma questi accorgimenti lasciano la persona del tutto immatura e impreparata al dono di sé.
Ed è anche per questo che oggi si è così insicuri nell’intraprendere la strada del matrimonio.
4. Sono certo che avrebbe giovato di più parlare di castità e dire che la castità è una energia spirituale che protegge l’amore umano dall’egoismo e dall’aggressività.
Questo è vero indipendentemente dalla fede religiosa delle persone.
La castità rimane una virtù necessaria in tutte le fasi della vita, evidentemente secondo le esigenze del proprio stato.
Dire una parola sulla castità o sulla purezza dell’amore sarebbe stato sbagliato? Evidentemente no, ma coloro che sono venuti a parlarvi hanno parlato dall’abbondanza del loro seno, vale a dire della loro condotta.
Perché se avessero a cuore la purezza dell’amore, una parola l’avrebbero spesa volentieri.
5. Venendo a te: innanzitutto mi compiaccio del disagio che hai provato nel sentire quei discorsi. È un buon segno che stai camminando nella verità, vale a dire nella purezza.
Penso che anche i tuoi compagni abbiano avvertito che c’era qualcosa che andava detto e non è stato detto.
Finché la coscienza non è ancora del tutto corrotta, si avverte quando c’è qualcosa di insufficiente in ciò che viene detto da parte del nostro interlocutore, anche se non si è in grado di controbatterlo.
6. In te si è aggiunto un certo timore per mostrare il tuo personale disappunto, anche perché chi è venuto a parlarvi si era preparato su ciò che voleva dire, mentre tu, come del resto anche i tuoi compagni, non lo eri.
Per questo non te ne farei una colpa.
7. Rimane però il dovere morale di riparare il male che può essere stato diffuso nei cuori di tanti tuoi compagni.
Per questo ti chiedo di fare due cose.
La prima, qualora si dovesse tornare su quegli argomenti soprattutto nella conversazione personale, cerca di raddrizzare ciò che è stato detto di storto. Lo puoi fare dicendo anche solo: “La purezza è un discorso da accantonare o rimane un valore importante per la maturità di una persona, della sua maturità affettiva e anche in vista di ciò che intende formare nella vita, cioè una famiglia?”.
La seconda, prega per i tuoi compagni. Prega già fin d’ora perché il maestro interiore, che è Cristo, faccia sentire la sua voce all’interno della loro coscienza.
8. Mi piace ricordare ciò che il Concilio Vaticano II ha detto a proposito della coscienza: “Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, quando occorre, chiaramente dice alle orecchie del cuore: fa questo, fuggi quest’altro.
L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro il suo cuore: obbedire ad essa è la dignità stessa dell’uomo, e secondo questa egli sarà giudicato.
La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria” (Gaudium et spes, 16).
9. Sono contento di sentirti camminare così nella tua vita cristiana.
Ti benedico e ti accompagno volentieri con la preghiera soprattutto perché tu possa essere luce per i tuoi compagni.
In qualche modo Dio li ha affidati anche a te perché tu contribuisca per custodirli per la vita eterna.
Padre Angelo