Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Buongiorno Padre e buona solennità dell’Epifania!
Le scrivo perché in questo periodo mi sto addentrando nello studio di alcune parti della Summa di San Tommaso.
Le vorrei chiedere la cortesia di spiegarmi la differenza tra intelletto attivo, intelletto passivo e facoltà cogitativa dell’anima sensitiva.
La ringrazio!
Giovanni
Risposta del sacerdote
Caro Giovanni,
1. l’uomo è un essere composto di corpo e di anima razionale.
Il corpo è dotato di sensi esterni (vista, udito, gusto, odorato, tatto).
Inoltre è dotato di sensi interni. Secondo San Tommaso che raccoglie il sentire comune di tutti gli antichi vi è innanzitutto il cosiddetto senso comune. Per senso comune non si intende ciò che si intende oggi e cioè il sentire e il pensare generale della gente.
Ma quel senso che raccoglie tutte le percezioni esterne facendole sentire in un unico soggetto. Sicché, vedendo, gustando, udendo, odorando e toccando si percepisce che il medesimo soggetto ad avere tutte queste esperienze.
Oltre al senso comune, vi è la memoria che trattiene tutte le percezioni sopraddette.
Vi è anche la cosiddetta “fantasia” (in latino fantàsia) che consiste nel recepire le percezioni, nel rievocarle e nel riprodurle. Gli animali mostrano di possederla quando vanno alla ricerca di ciò che loro interessa, come il cibo e altre sensazioni.
Vi è infine anche la cosiddetta estimativa che è quel senso interno per cui si percepisce ciò che è nocivo o conveniente alla natura e alla specie, per cui ad esempio a motivo dell’istinto gli uccelli nidificano.
Tutti questi sensi esterni ed interni sono presenti negli animali e sono presenti anche nell’uomo che è un animale razionale.
2. Ebbene, quella che negli animali è chiamata estimativa e corrisponde all’istinto che induce ad agire in un determinato modo, negli uomini viene chiamata cogitativa perché questo istinto è intimamente legato all’intelligenza. “Cogito” in latino significa pensare.
Svolgendo dunque un’attività più nobile di quella degli animali puramente sensitivi, questo senso viene chiamato con un termine diverso: la cogitativa.
3. Poiché l’anima dell’uomo non è solo dotata di sensi come quella degli animali, ma è un’anima razionale che di sua natura è spirituale, si parla di facoltà dell’anima. Le facoltà dell’anima razionale sono due: intelletto e volontà.
Con l’intelletto l’uomo va oltre i sensi e con la volontà si muove verso ciò che ha deliberato.
4. C’è un unico intelletto nell’uomo che svolge però due funzioni.
La prima è una funzione astrattiva per cui da ciò che percepiamo attraverso i sensi formiamo il concetto. Questa facoltà astrattiva viene chiamata intelletto agente, che corrisponde a quello che tu hai chiamato intelletto attivo.
È proprio per questa capacità di astrarre, vale a dire di smaterializzare una determinata realtà per formarsene un concetto, che si deduce la trascendenza dell’anima umana sulla materia, trascendenza sulla materia che in altre parole viene detta spiritualità.
Ci formiamo ad esempio il concetto di patria, che è un concetto del tutto spirituale perché non esiste la patria come dato materiale, ma esiste un determinato territorio. Così pure non esiste materialmente la famiglia in se stessa, ma esistono le persone che compongono la famiglia. Ma noi formiamo il concetto di famiglia, di comunità, di azienda, di scuola (non solo come edificio ma come organico degli studenti e degli insegnanti).
5. Ecco questi concetti sono presenti nella nostra intelligenza, come frutto della sua capacità astrattiva.
Ebbene, l’intelligenza che riceve questi concetti corrisponde all’intelletto possibile.
Viene chiamato possibile perché è in potenza a conoscere.
Ti ringrazio di avermi dato l’occasione di esporre quest’aspetto della antropologia di San Tommaso.
Con l’augurio di penetrare sempre di più nella conoscenza e nell’amore della sua dottrina, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo