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Quesito

Gent. mo, le scrivo in merito al rapporto con il mio ragazzo. 
Dopo alcuni anni di fidanzamento, non facili per via del carattere difficile di entrambi e per la diversità di educazione che abbiamo ricevuto (entrambi cattolica, la mia più libera, la sua più “rigida”, fatta da tante regole) stiamo intraprendendo il cammino del matrimonio.
Siamo cresciuti insieme in questi anni di fidanzamento, smussando alcuni spigoli, con fatiche e gioie. È stato ed è un percorso lungo ma utile, questo tempo é servito e serve tutto. 
Una grandissima nostra difficoltà é l’intimità, lo è stata da sempre. Lui dice che è normale che provi attrazione per me, che è il mio fidanzato, e che quindi ogni tanto desideri toccarmi. Io sono passata da un lasciarlo fare ad una estrema angoscia: mi sento di tradire me stessa e il Signore. Non abbiamo rapporti completi, ma quegli “atti impuri” per cui lui insiste, mi fanno sentire male, triste e in difetto. Sono anni di lotte in cui al mio no risponde sempre “Eh, ma é sempre no” e raramente si ferma. Lui mi ama, lo so, ma in questi frangenti non sento per nulla il suo amore per me…non capisce che per me è esattamente il contrario di una tenerezza, di una dimostrazione d’amore, pur avendo glielo detto più volte. Io desidero con il cuore costruire un rapporto con lui santo, nella bellezza e nella gloria di Dio, e questo aspetto sembra un po’ rovinare e non permettere questo desiderio. Non mi fraintenda, non sono una moralista né una bigotta (spero!), semplicemente sperimento una felicità data da uno stare insieme in modo diverso. Mi sono chiesta più volte cosa fare, in fondo una volta sposati ci sarà la possibilità di fare l’amore e quindi, magari, questo problema verrà meno…o no? (…).
Ovviamente non c’è solo questa fatica, altrimenti non staremmo insieme! Lui mi è compagno nella vita di tutti i giorni e il fatto di essere così diversi mi permette di chiedere tanto e di approfondire il rapporto con Gesù che me lo dona giorno per giorno. 
Scrivo a lei perché il mio fidanzato é molto attaccato alla vostra realtà.
La ringrazio di cuore.


Risposta del sacerdote

Carissima, 
1. comprendo bene il disagio che provi quando il tuo ragazzo compie sul tuo corpo gesti che lo profanano. In quel momento ti senti usata e non amata.
Forse il tuo ragazzo pensa di farti un dono. In realtà ti toglie qualcosa.
Da soggetto in quel momento ti riduce a oggetto.

2. Ecco che cosa dice lo Spirito Santo per bocca di San Paolo: “Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impurità, che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispettosenza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno in questo campo offenda o inganni il proprio fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose, come vi abbiamo già detto e ribadito. Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito” (1 Ts 4,3-8).
A proposito del proprio corpo la Bibbia di Gerusalemme annota: anche quello del coniuge perché ormai i due sono una cosa sola.
Se questo rispetto devono averlo tra di loro gli sposi (e lo dovrete avere anche voi), quanto più vale per i fidanzati.

3.  Pertanto cerca di educare il tuo ragazzo a rispettare tuo corpo perché nel tuo corpo c’è la tua persona.
Il rispetto è la misura minima dell’amore.
Senza rispetto non si può parlare di amore.

4. Ma vi è un altro aspetto che non si deve dimenticare e riguarda proprio il tuo ragazzo che con tali gesti e con quello che essi comportano lo bloccano nella sensualità e gli impediscono di spiccare il volo verso la santità di vita.
All’inizio della tua mail hai detto che la tua formazione cristiana è stata più libera, la sua fatta di tante regole.
Forse il tuo modo di esprimerti può dare l’impressione che la tua formazione cristiana sia stata più lassa, mentre la sua più rigida.
Mentre forse volevi dire che la tua è più liberante perché ti dà slancio verso Dio e verso la santità. Mentre la sua è fatta più di norme che di sostanza.

5. E qui arriviamo al punto.
Tre affermazioni di San Tommaso fanno comprendere perché le impurità ostacolano il progresso nella vita cristiana.
La prima, commentando Is 6,5 San Tommaso dice che “chi è impuro non può entrare nel tempio di Dio e molto più non può vederlo”.
In una parola: le impurità impediscono di penetrare nelle cose di Dio e di gustarle.
Ci sarà forse la pratica esteriore dei sacramenti (si va a Messa la domenica e si fanno anche altre cose) ma non si penetra, non si gusta, non si progredisce nella vita spirituale.

6. La seconda affermazione: “Il diavolo gode massimamente del peccato di lussuria, perché questo peccato provoca la massima aderenza (dipendenza) e perché difficilmente l’uomo può esserne sottratto poiché, a dire di Aristotele, “l’inclinazione verso i piaceri è insanabile” (Somma teologica, I-II, 73, 5, ad 2).
In altre parole, l’impurità causa un blocco e impedisce di volare in alto.
Forse sta proprio qui la differenza della tua formazione cristiana dalla sua: la tua ti fa gustare la sostanza perché sai che cos’è l’unione con Dio e che cosa dona alla tua vita.
La sua invece è forse solo prevalentemente precettistica e non fa volare in alto.

7. La terza affermazione di San Tommaso tocca di nuovo il medesimo tasto perché riguarda il fervore o il gusto dell’unione con Dio. 
Ecco che cosa dice: “Sotto un certo aspetto il peccato di impurità è quello che più di ogni altro rende l’uomo indisposto a ricevere l’Eucaristia, poiché da questo peccato più che per ogni altro lo spirito viene assoggettato alla carne, per cui viene impedito il fervore della carità che è richiesto in questo sacramento” (Somma teologica, III, 80, 5, ad 2).

8. Il tuo ragazzo ne può venire fuori solo attraverso un cammino di castità che deve fare sia per la sua vita personale e sia nel rapporto con te.
Aiutalo in questo con la condotta e con la fermezza della tua vita.
Aiutalo anche con la preghiera e con il sacramento della confessione perché possa recuperare la grazia, avere l’energia per combattere le tentazioni e per volare in alto.

Vi benedico, vi ricordo nella preghiera e vi auguro ogni bene.
Padre Angelo