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Quesito

Caro Padre Angelo,
vorrei sapere se e come è possibile che un non-battezzato o comunque un non-credente, un fedele di altre religioni compia del bene. Cos’è che in questo caso opera in lui? La grazia?
Grazie.
Leonardo


Risposta del sacerdote

Caro Leonardo,
1. anche in seguito al peccato originale l’uomo continua ad essere inclinato a compiere opere buone.
L’inclinazione al male che gli è congenita non è assoluta.
Il nativo orientamento di tutti rimane sempre verso il bene, anche se non se ne ha sempre la capacità di compierlo.

2. In forza di tale ragione gli uomini di tutti i tempi hanno compiuto molte opere buone, come l’amarsi e il soccorrersi vicendevole.
In questo senso, ad esempio, il Catechismo della Chiesa Cattolica, dice che il matrimonio dappertutto conserva la capacità di perfezionare l’uomo: “Dopo la caduta, il matrimonio aiuta a vincere il ripiegamento su di sé, l’egoismo, la ricerca del proprio piacere, e ad aprirsi all’altro, all’aiuto vicendevole, al dono di sé” (CCC 1608).

3. Anche i cristiani, quando si trovano privi della grazia di Dio e sono in peccato mortale, continuano ad avere la capacità di compiere molte opere buone, che non sono però meritorie per la vita eterna perché non sono vivificate dalla grazia.

4. Dobbiamo ritenere anche che a quelli che appartengono ad altre religioni viene data la grazia.
Cristo infatti è morto per tutti.
Lui stesso è la luce vera che illumina ogni uomo (Gv 1,9). E poiché vuole condurre tutti alla salvezza, a tutti offre la sua grazia, anche se ne sono ignari.
Il Concilio Vaticano II dice: “E ciò vale non solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia” (GS 22).
E allora, in forza di questa grazia, le loro opere diventano meritorie soprannaturalmente.

5. Cristo illumina  ogni uomo, anche non battezzato, attraverso la luce che infonde nella coscienza (facendo vedere che cosa è bene e che cosa è male) e attraverso la luce che dona mediante la grazia.

6. Certo la grazia che viene comunicata nei sacramenti è molto più abbondante. Infatti nei sacramenti viene data anche la grazia sacramentale la quale, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica conferisce “doni propri ai diversi sacramenti” (CCC 2003).
S. Tommaso dice che la grazia dei sacramenti comporta “alcuni effetti speciali, richiesti dalla vita cristiana” (S. Tommaso, Somma teologica, III, 62, 2, ad 1) che sono come un certo diritto a ricevere le grazie attuali al momento opportuno e corrispondenti al fine speciale dei sacramenti.

7. Inoltre, nonostante le ricchezze spirituali e religiose presenti in coloro che non sono battezzati, nelle altre religioni vi sono “lacune, insufficienze ed errori” (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 55) che rendono sempre attuale e urgente l’azione missionaria della Chiesa.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo