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Quesito
Gentilissimo Padre Angelo,
ho da porle un quesito di teologia dogmatica: mi può spiegare nel modo più chiaro possibile il significato di ciascuno dei sette doni dello Spirito Santo e il loro rapporto con le Sacre Scritture? Consultando il Catechismo della Chiesa Cattolica, ho trovato risposte troppo sintetiche, che mi hanno lasciato alcuni dubbi.
La ringrazio con tutto il cuore della sua disponibilità e benevolenza,
Titti
Risposta del sacerdote
Carissima Titti,
1. quando in teologia si parla dei doni dello Spirito Santo, in genere si fà riferimento a quanto si legge in Isaia 11,2: “Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore”.
Il grande teologo domenicano Y. Congar ha osservato che c’è qualcosa di artificioso nelle corrispondenze di certe esperienze indicate dai teologi con il testo di Isaia.
Tuttavia aggiunge che le asserzioni dei teologi su questo punto hanno un fondamento con “percezioni profonde” concernenti l’etica cristiana (cfr. Credo nello Spirito Santo, I, p. 140).
2. Il Magistero della Chiesa ha accolto la riflessione teologica nella sua sostanza. Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma che i doni “completano e portano alla perfezione le virtù di coloro che li ricevono. Rendono docili ad obbedire con prontezza alle ispirazioni divine” (CCC1831).
Il compito dei doni, secondo S. Tommaso, è duplice.
Innanzitutto rendono particolarmente docili a corrispondere alle ispirazioni dello Spirito Santo. Sotto il loro influsso l’anima è così conformata a Dio da captare come un’antenna tutte le sue mozioni.
In secondo luogo i doni danno alle nostre azioni una modalità d’agire non più umana, ma divina e soprannaturale (III Sent., 34,1,1). S. Tommaso non esita ad affermare che sotto la loro mozione l’uomo agisce come uno che è fatto (uguale a) Dio per partecipazione (III Sent., 34,1,3).
Per questo sono sempre accompagnati “da una certa esperienza di dolcezza”.
Quando uno si lascia guidare dai doni dello Spirito Santo subisce interiormente una metamorfosi analoga a quella del bruco che si trasforma in farfalla.
San Tommaso dice anche che sotto la loro mozione l’anima è più passiva che attiva.
3. La funzione dei doni è stata messa in luce dalla Divinum illud munus di Leone XIII (9.5.1897): “Il giusto che vive già la vita di grazia e opera con l’aiuto delle virtù, come l’anima con le sue potenze, ha bisogno di questi sette doni, che si dicono propri dello Spirito Santo. Per mezzo di questi, l’uomo si rende più pieghevole e forte a seguire con maggiore facilità e prontezza il divino istinto; essi sono di tanta efficacia da spingerlo alle più alte cime della santità; sono di tanta eccellenza da rimanere intatti, benché più perfetti nel modo, anche in cielo. Con questi doni lo Spirito Santo ci stimola e ci solleva all’acquisto delle beatitudini evangeliche che sono quasi fiori sbocciati in primavera, preannunzianti la beatitudine sempiterna”.
4. I doni dello Spirito Santo sono molti, ma i più necessari alla vita umana sono sette: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio.
Ecco in sintesi i loro contenuti.
La Sapienza è un dono permanente, inseparabile dalla carità, per la quale giudichiamo rettamente di Dio e delle cose divine come le gusta Dio, per una certa connaturalità e simpatia.
In altre parole è la mozione che ti dà la possibilità di conoscere Dio sperimentalmente e non solo intellettualmente, permettendoci di possederlo così come Egli è e di godere di lui. Questo dono realizza l’unione mistica dell’anima con Dio e fa sentire il gusto della sua dolcezza ineffabile.
Porta al grado eroico la carità.
L’Intelletto ci fa penetrare in modo profondo e intuitivo le verità divine, mentre la fede le fa conoscere secondo il meccanismo della conoscenza umana, ossia ragionando, per mezzo di giudizi.
Fa conoscere nel tempo, sebbene fugacemente e in un istante, secondo il modo proprio di conoscere dell’eternità.
L’Intelletto perfeziona la fede.
Il Consiglio è un istinto soprannaturale per cui l’anima in grazia, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, giudica rettamente, nei casi particolari, quello che conviene fare in ordine al fine ultimo soprannaturale. Sotto la guida del Consiglio l’anima comanda come mossa da Dio stesso, e per motivi a volte perfino ignorati dall’anima stessa.
Nell’Antico Testamento sono attribuite al Consiglio il giudizio di Salomone sul fanciullo da dividere in due, l’impresa di Giuditta, la condotta di Daniele per salvare l’innocente Susanna.
Per mezzo del Consiglio ci si attiene a criteri superiori di giudizio.
Il Consiglio porta al grado eroico la virtù cardinale della prudenza.
La Fortezza è un abito soprannaturale che irrobustisce l’anima affinché pratichi, per istinto dello Spirito Santo, ogni specie di virtù eroiche con l’invincibile fiducia di superare i maggiori pericoli o le maggiori difficoltà. Sotto l’azione di questo dono l’anima non discorre né ragiona, ma opera istintivamente per un impulso interno che procede dallo Spirito Santo.
Questo dono dello Spirito Santo viene effuso in modo particolare nella Confermazione. Suo compito principale è di sostenere tutte le difficoltà provenienti dalle passioni, dai vizi, dal Maligno e dai nemici di Dio. Gesù Cristo, quando promise lo Spirito Santo, disse agli apostoli che da lui avrebbero ricevuto forza e gli sarebbero stati testimoni fino agli estremi confini della terra (At 1,8). E gli apostoli, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, “con grande forza rendevano testimonianza della risurrezione del Signore” (At 4,33).
Il dono della Fortezza porta alla massima espansione la virtù cardinale omonima.
La Scienza è un abito soprannaturale infuso con la grazia mediante il quale l’intelligenza dell’uomo, sotto l’azione illuminatrice dello Spirito Santo, giudica rettamente delle cose create in ordine a Dio.
Porta a perfezione la virtù della fede.
La Pietà è un abito soprannaturale infuso con la grazia santificante per stimolare, sotto la mozione dello Spirito Santo, un affetto filiale verso Dio considerato come Padre e un sentimento di fraternità universale verso tutti gli uomini in quanto nostri fratelli in Cristo e figli dello stesso Padre.
Porta a perfezione la virtù cardinale della giustizia.
Il Timore di Dio è l’abito soprannaturale per cui il cristiano, sotto l’influsso dello Spirito Santo, acquista una speciale docilità a sottomettersi totalmente alla volontà divina a motivo della riverenza dovuta alla Maestà di Dio. Come amore riverenziale rimane anche in Paradiso.
Porta alla massima espansione la speranza teologale e la virtù cardinale della temperanza.
5. Cara Titti, invoca incessantemente questi doni dallo Spirito Santo perché li effonda con sempre maggiore abbondanza nella tua anima.
Mi unisco volentieri alla tua preghiera e intanto ti benedico.
Padre Angelo