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Quesito
Sia Lodato Gesù Cristo padre Angelo Bellon,
ultimamente sento che devo uscire da un mio dilemma.
Con le restrizioni governative a cui la Chiesa si è sottomessa privilegiando la salute fisica piuttosto a quella spirituale delľanima, ho iniziato a riscoprire la messa tridentina frequentando una cappella lefebriana proprio nel periodo in cui si imponeva di ricevere ľEucaristia sulle mani.
Pur rispettando le restrizioni in corso, ho continuato riceverla rispettosamente in ginocchio e sulla lingua.
Nel riscoprire questa messa, ho riscoperto una sacralità dimenticata. Ero bambino quando hanno introdotto la nuova messa.
Colloquiando con un sacerdote lefebriano ero arrivato alla conclusione che il nuovo rito della messa sarebbe “decaduta” proprio nella sua liturgia con impostazione e gesti di stampo protestante. Non entro nel dettaglio…
Nella mia piena consapevolezza e la direzione spirituale di questo sacerdote, mi ha fatto comprendere che sarebbe meglio evitare di ritornare ad una messa “luterana”. Il fatto è che condivido pienamente la sua motivazione.
Il problema personale sta nel fatto che devo fare molti chilometri per arrivarci alla cappella dove celebrano la messa tridentina…
Ora, per anni ho frequentato la messa di Paolo VI e da un po’ il parroco non mi vede più in parrocchia pur avendo compreso le motivazioni.
La mia domanda è, considerando che sento il bisogno di ricevere il Corpo di Cristo giornalmente e come descritto sopra:
È vero che se in piena consapevolezza si assiste ad una celebrazione della nuova liturgia rendendo sterile la Sacralità della messa stessa pur consacrando la Santissima Eucaristia correttamente si commette peccato?
È possibile frequentare ľuna e l’altra messa con la disposizione interiore di adorazione di nostro Signore senza per questo offenderLo?
Amato padre Angelo, la ringrazio della sua come sempre gentile attenzione e attendo con estrema fiducia una sua risposta.
Che Dio la benedica e protegga grandemente,
Michele
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. i riti indubbiamente hanno la loro importanza perché noi uomini siamo fatti anche di corpo e il corpo ha bisogno di vedere gesti, di sentire parole, di stare in silenzio, di far vibrare i sentimenti attraverso il canto.
Attraverso tutte queste realtà sensibili veniamo introdotti nel mistero e cioè nelle realtà nascosta sotto i riti, le parole, gli elementi sensibili, i canti, il silenzio.
La realtà nascosta nell’Eucaristia è Cristo che si rende presente per nutrirci con la sua parola e con il suo sacrificio.
La Liturgia del concilio Vaticano II ha voluto mettere in risalto proprio questi due aspetti.
Nella Messa celebrata col vecchio rito il popolo era escluso dalla mensa della parola.
Alcune persone sopperivano tenendo in mano e leggendo per conto proprio il messalino. Ma in passato la stragrande maggioranza del popolo era analfabeta.
Si sopperiva in qualche modo a questa lacuna – ma solo dopo il Concilio di Trento (secolo XVI) – attraverso la catechesi pomeridiana che i parroci facevano ogni domenica.
Ma l’omelia e la catechesi sono due realtà distinte, ognuna con una propria funzione.
2. È vero che la Messa come veniva celebrata una volta, col silenzio che l’avvolgeva e il tintinnio del campanello al momento della consacrazione e della comunione, sottolineava maggiormente la realtà nascosta, e cioè il mistero.
Ma forse tu stesso ricorderai che molta gente non penetrava nel mistero. Molti vi assistevano come “muti spettatori”.
Altri durante la Messa facevano le loro devozioni.
Non che le devozioni siano sbagliate, ma vanno fatte a loro tempo.
Quando si è a Messa, si deve vivere la Messa.
Va riconosciuto che dalla Messa celebrata sottovoce e in latino la gente non si portava dietro neanche una parola.
3. Oggi indubbiamente è favorita una maggiore partecipazione. E non solo perché la gente interagisce con le acclamazioni del sacerdote ma anche per il fatto che vedendo e sentendo ci si rende conto dei riti che si stanno facendo e a quale punto della Messa si sia giunti.
4. Tuttavia tanto per la Messa celebrata con il vecchio rito quanto con quella celebrata con il nuovo va detto che i riti – da soli – non sono sufficienti a far penetrare nel mistero e renderci contemporanei dell’ultima cena e del sacrificio della croce.
Sono assolutamente indispensabili le disposizioni interiori, che partono innanzitutto dalla realtà essenziale della vita cristiana che è costituita dalla grazia.
Se uno non è in grazia di Dio non può vivere da cuore a cuore la comunione col Signore. C’è ancora un abisso morale e psicologico che lo separa.
Questo vale tanto per il sacerdote quanto per i fedeli.
5. Inoltre sono necessarie anche altre disposizioni.
Vale in modo particolare per la Messa l’ammonimento che si legge nella Sacra Scrittura: “Uomo, prima dell’orazione prepara l’anima tua per non essere come uno che tenta Dio”.
Anche questo vale tanto per il sacerdote quanto per i fedeli.
Rimane indispensabile pertanto creare prima della celebrazione un clima di raccoglimento, di purificazione interiore dai pensieri più strani e dalle distrazioni, dai sentimenti che non favoriscono la carità che è il vincolo indispensabile che unisce in maniera soprannaturale con Dio e con il prossimo.
6. Molto dipende anche dal modo in cui il sacerdote celebra.
Dovrebbe celebrare così da essere perfettamente trasparente a Cristo sicché i fedeli sentano che in quel momento è Cristo che sta agendo, è Cristo che sta parlando, è Cristo che si offre al Padre per il bene di tutti, è Cristo che sta santificando.
7. Va detto infine che dobbiamo essere fiduciosi nella Liturgia della Chiesa perché Cristo non può abbandonare la Chiesa nel suo momento più alto, qual è quello dell’eucarestia.
La Chiesa ha sempre creduto che la regola della preghiera è la regola della fede: Lex orandi est lex credendi.
Nella Liturgia eucaristica la Chiesa non si può sbagliare. Cristo l’assiste.
Definire “luterana” la Messa come viene celebrata oggi manifesta una lacuna nella fede.
Dire poi che partecipare con piena consapevolezza alla Messa con il nuovo rito è un peccato è la stessa cosa che insegnare a disobbe dire alla Chiesa.
Ora una simile affermazione è un peccato.
L’obbedienza ai pastori costituiti dallo Spirito Santo (cfr. At 20,28) non può essere un peccato.
8. Pertanto stai in comunione con la tua comunità. Non essere scismatico.
Preparati bene spiritualmente prima della Messa e sentirai che Cristo ti parla in continuazione sia con i riti sia con le parole.
Ti ringrazio del generoso augurio con cui hai concluso la tua mail. Lo contraccambio di cuore e volentieri.
Ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo