Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
da quanto ho capito leggendo scritti cattolici, fra cui anche le sue risposte ai lettori, non è mai lecito compiere il male per ottenere il bene, ma il male può essere tollerato.
Qualche esempio:
1) – non è mai lecito uccidere ma, nel caso si possa configurare la legittima difesa, l’uccisione dell’aggressore non è peccato perché il male non è voluto da chi si difende bensì solamente tollerato, e la responsabilità dell’omicidio ricade in pratica sullo stesso aggressore.
2) – non è mai lecito rubare ma, nel caso estremo che una persona corra il rischio di morire allora rubare non è peccato, come Lei ha ricordato in una recente sua risposta (…Perciò la spartizione e il possesso delle cose, che deriva dal diritto umano, non può togliere l’obbligo di provvedere con esse alle necessità dell’uomo…). Del resto so che S. Francesco una volta rubò un grappolo d’uva per sfamare un frate in fin di vita.
3) – non è mai lecito dire le bugie ma in particolari casi la verità può essere taciuta o negata ad esempio per evitare una lite o comunque un male. Di questo non ho una documentazione autorevole ma è il parere del mio confessore.

Padre, non mi è tanto chiara la differenza fra volere il male e tollerarlo, soprattutto se cerco di calarli nella pratica questi due concetti assumono contorni molto nebulosi e quasi mi sembra che si confondano.

La ringrazio per le sue risposte sempre esaurienti e attendo con impazienza che mi chiarifichi anche questo nuovo mio dubbio.
Nicola


Risposta del sacerdote

Caro Nicola,
la differenza è semplice: nel primo caso significa fare del male la scelta positiva di un proprio atto. E questo è sempre ingiurioso nei confronti di Dio.
Nel secondo caso si tratta di un male già presente, che non si vuole, e anzi si sta subendo. Ma lo si sopporta, lo si tollera, perché si prevede che la sua rimozione procurerebbe un male peggiore.
San Tommaso a proposito della tolleranza di un male che si sta subendo scrive: “Il governo dell’uomo deriva da quello di Dio, e deve imitarlo.
Ora, Dio, sebbene sia onnipotente e buono al sommo, permette tuttavia che avvengano nell’universo alcuni mali che egli potrebbe impedire, per non eliminare con la loro soppressione beni maggiori, oppure per impedire mali peggiori.
Parimenti, anche nel governo umano, chi comanda tollera giustamente certi mali, per non impedire dei beni, o anche per non andare incontro a mali peggiori” (Somma Teologica, II-II, 10, 11).
In realtà, nella tolleranza non si fa del male una scelta positiva delle proprie azioni, ma si cerca di salvare il bene che si può salvare per non correre il rischio di perdere tutto.

Ti ringrazio per la fiducia riposta in noi, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo