Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre,
mi è capitato questo.
Un giorno dovevamo andare con i miei colleghi a un matrimonio di un mio titolare.
Un mio collega mi disse che avrebbe fatto la comunione senza essersi confessato,
Io non approvo queste cose perché se ci sono delle regole bisogna rispettarle.
Va bene che Dio è buono, ma con tutto il rispetto, scemo non è di sicuro.
La ringrazio per l’attenzione.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
anzitutto bisogna vedere se quel tuo collega aveva dei peccati gravi o solo veniali.
In questo secondo caso, poteva fare lo Comunione lo stesso, perché il peccato veniale non priva dello stato di grazia.
Se invece aveva dei peccati gravi, allora doveva premettere la Confessione.
Non si tratta solo di rispettare delle regole, ma la verità delle cose.
Andare da Gesù per fare la Comunione e dirgli: “Io e Te siamo all’unisono”, quando si sa di averlo cacciato via col peccato grave dalla propria vita, quando si sa di averlo nuovamente crocifisso nel proprio cuore, come dice la lettera agli Ebrei, è una grande ipocrisia.
Dimmi: se una persona ti offendesse gravemente, magari facendoti finire all’ospedale e averti sfasciato la macchina, e poi si avvicinasse a te facendo finta che non sia successo nulla e che non ci sia nessun conto da regolare, non assumerebbe un atteggiamento ulteriormente offensivo?
Un autore spirituale ha detto che dar da magiare ad un morto serve solo a farlo puzzare ancora di più. Così, accostarsi all’Eucaristia in peccato grave, costituisce un ulteriore peccato grave, che la Chiesa chiama sacrilegio.
Questa dottrina però non l’ha inventata la Chiesa, perché deriva dalla Sacra Scrittura stessa, e cioè da Dio, il quale per bocca di San Paolo ha detto: “Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. E’ per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti” (1 Cor 11,27-30).

Ti ringrazio per la domanda. Ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo