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Quesito
Buonasera Padre Angelo
Mi sono imbattuto per puro caso nel sito dei Domenicani.
E la mia curiosità mi ha trascinato a leggere molte domande, e le risposte che Lei ha dato.
Il Suo modo di rispondere, semplice e puro, è vera scuola di alto pensiero filosofico.
Prima di farle la mia domanda è doverosa una premessa da parte mia.
Io sono sicuro che esiste un Dio creatore.
L’universo nella sua immensità non può essere un “caso”
La vita stessa, dal più rudimentale batterio all’uomo, non può essere frutto di un caso o di qualche strana combinazione di atomi.
Quello che io però non riesco a concepire in alcun modo è la visione cattolica di un “Dio buono che è amore infinito, che ci ha amati così tanto da darci il Suo unico Figlio, e che lascia l’uomo libero”
Questa è la prefazione, per darle modo di capire al meglio il mio modo di pensare.
E adesso la domanda vera è propria
“Se davvero siamo esseri liberi, perché Dio permette che quotidianamente siamo oppressi e vessati?”
Dio permette a un pugno di uomini (che per me sono dèmoni, di esercitare la loro libertà su tutto il creato.
Potrebbe intervenire in qualunque modo, ma resta impassibile a tutto il male.
Allora il nostro libero arbitrio non è certo libero, ma comandato da voleri superiori
Questo mondo potrebbe essere un posto meraviglioso per tutti, basterebbero solo due semplici cosucce.
Alla fine, come dicono i musulmani, qualunque cosa accada
“È Allah che lo vuole”
Lo stesso vale per tutti allora!
Un po’ più di equità e di giustizia sociale.
Alla fine, queste sono mie riflessioni, da essere umano che sono, a vedere un mondo che marcisce ogni giorno di più.
La Ringrazio Padre Angelo, e la Ringrazio del suo tempo, anche solo per aver letto questa lettera.
Buona domenica sera e buona settimana
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. innanzitutto mi compiaccio della tua persuasione circa l’esistenza di Dio.
Tutto ci parla di lui e della sua infinita sapienza.
Se le cose da lui create ne manifestano così tanta, quale sarà la sua?
2. Neanche in paradiso potremmo comprenderla tutta perché dovremmo avere un’intelligenza grande e infinita quale la sua.
È vero che in paradiso la nostra intelligenza sarà potenziata dal lumen gloriae, e cioè da una capacità soprannaturale di conoscere Dio. Ma sarà sempre una capacità creata. E tra la creatura e il Creatore rimane una distanza infinita.
Per questo la Sacra Scrittura dice che Dio abita in una luce inaccessibile: “Il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui onore e potenza per sempre. Amen” (1 Tm 6,16).
3. Dio stesso ci ricorda la possibilità e, anzi, la doverosità di riconoscerlo dalle opere da lui compiute. Ce lo dice attraverso San Paolo: “Poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute” (Rm 1,19-29).
Sulla doverosità aggiunge: “Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa” (Rm 1,20).
4. La doverosità è importante perché se non si conosce l’obiettivo ultimo della nostra vita, come ci si può dirigere verso di esso in maniera corretta? È fatale andare fuori strada e perdersi eternamente.
Per questo la Sacra Scrittura afferma che “senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano” (Eb 11,6).
5. Aveva ragione, pertanto, il poeta italiano Pietro Metastasio a dire: “Ovunque il guardo io giro immenso Dio ti vedo, nell’opre Tue ti ammiro, ti riconosco in me.
La terra, il mare, il cielo parlan del Tuo Potere, Tu sei presente in Tutto ma più lo sei in me”.
6. Adesso vengo al tuo scritto.
Si può dare per scontato che in questo mondo ci siano alcuni che comandano e fanno girare le cose a loro talento.
Ciò non toglie che rimanga un margine di libertà ugualmente alto perché ognuno di noi è consapevole che è in suo potere compiere un atto virtuoso o un peccato.
In questa sfera personale e intima nessuno vi entra e nessuno ci può condizionare.
I condizionamenti esterni possono essere grandi, ma rimane il fatto che ognuno di noi è responsabile di ciò che compie.
Diversamente sarebbe inutile portare le persone in tribunale e condannarle.
7. Infine concludi dicendo che basterebbe un po’ più di equità e di giustizia sociale per stare tutti meglio.
È vero.
Tuttavia va ricordato che anche qualora in questo mondo vi fosse perfetta equità e di giustizia sociale, non rimarremmo esenti dagli incidenti, dalla sofferenza e dalla morte.
Sicché va forse gridato a squarciagola che questo mondo non è la nostra dimora eterna e che Gesù Cristo è venuto per indicarci la via del Cielo, per il quale ci ha creati, redenti, e chiamati ad entrarvi santificati e ricchi di meriti.
Con l’augurio di entrarvi nella maniera più splendida, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo