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Quesito

Rev.do Padre
In ambito teologico si discute molto del “peccato originale”. Molti preferiscono parlare di “peccato d’origine”, altri, anche in ambito cattolico, tendono a negarlo.
Ma Gesù, nei vangeli, ha mai parlato del peccato originale?
Tuo dev.mo Cesare


Risposta del sacerdote

Caro Cesare,
1. Gesù nei Vangeli non parla esplicitamente del peccato originale, come del resto non parla neanche di tanti altri peccati. 
Di fatto però lo sottintende. In particolare quando dice: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così” (Mt 19,8). Con queste parole lascia intendere che c’è stata una corruzione iniziale del progetto di Dio.
Un’allusione più forte la troviamo quando dice che “il diavolo è omicida fin dall’inizio” (Gv 8,44). Omicida perché “per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono” (Sap 2,24). È stato lui che ha introdotto la morte della storia.

2. Va detto anche che ai tempi di Gesù tutti erano consapevoli di una deroga iniziale dal progetto di Dio. Questa consapevolezza è manifesta in modo particolare in San Paolo il quale nella lettera ai Romani scrive: “Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato” (Rm 5,12). 
E: “Temo però che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo” (2 Cor 11,3).
“Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non Adamo fu ingannato, ma chi si rese colpevole di trasgressione fu la donna, che si lasciò sedurre” (1 Tm 2,13-14).

3. Nell’Antico Testamento si parla del peccato originale all’inizio della Scrittura. Se ne parla anche nei libri sapienziali.
Il già testo citato di Sap 2,24 è un riferimento chiaro.
Così ancora: “Perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra” (Sam 1,13-14). E: “Dalla donna ha inizio il peccato e per causa sua tutti moriamo” (Sir 25,24).

4. Nella storia della Chiesa il concilio di Trento presenta la dottrina sul peccato originale come dogma di fede.
Ecco le testuali parole: “Se qualcuno non ammette che il primo uomo Adamo, avendo trasgredito nel paradiso il comando di Dio, ha perso all’istante la santità e la giustizia nelle quali era stato stabilito e che, per questo peccato di prevaricazione, è incorso nell’ira e nell’indignazione di Dio, e perciò nella morte, che Dio gli aveva minacciato in precedenza, e, con la morte nella schiavitù di colui che poi della morte il potere cioè il diavolo; e … che tutto l’Adamo per quel peccato di prevaricazione fu mutato in peggio sia nell’anima che nel corpo: sia scomunicato” (DS 1511).

5. Si distingue tra peccato di origine, detto anche peccato originante, e peccato originale, detto anche peccato originato.
Il primo ha carattere di colpevolezza ed è addebitabile ai nostri progenitori. Il secondo non è un peccato personale.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originale, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all’ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, è inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata concupiscenza)” (CCC 405).

6. Dici anche che “altri, anche in ambito cattolico, tendono a negarlo”. Ma questo non è conforme alla dottrina della Chiesa che ho esposto.

7. Il santo Papa Paolo VI nel Credo del popolo di Dio così si è espresso: “Noi dunque riteniamo, con il concilio di Trento, che il peccato originale viene trasmesso insieme con la natura umana, non per imitazione ma per propagazione, e che perciò è proprio a ciascuno” (n.16).

Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo