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Quesito

Buonasera padre,
tempo fa ho ascoltato una catechesi il cui oratore, faceva parte di un gruppo, asseriva che il gruppo/comunità si salvava a grappolo, tutti o nessuno.
La cosa mi ha lasciato un po’ perplesso e volevo conoscere il suo pensiero.
Grazie


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. La vita comunitaria o di gruppo è un aspetto importante della nostra vita, ma non la esaurisce tutta.
C’è la nostra vita personale, c’è la nostra interiorità che solo Dio vede.

2. Non va dimenticato che ogni persona umana è libera e proprio per questo le sue azioni, sebbene esteriormente possano essere identiche a quelle degli altri, non sono motivate dalle medesime intenzioni.

3. Aldilà di queste motivazioni c’è però quanto dice la Sacra Scrittura, la quale afferma: “Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male” (2 Cor 5,10).
Pertanto si viene ricompensati nel bene e nel male non solo per l’aspetto comunitario della nostra vita, ma anche per la nostra interiorità, per la nostra vita personale, per tutto quello che Dio solo vede.

4. Inoltre dobbiamo tenere presente quanto Gesù ha detto: “Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata” (Lc 17,34-35). 
Sant’Ambrogio commenta: “Uno è lasciato, cioè viene condannato, mentre un altro viene preso, cioè viene trasportato con Cristo nell’aria” e va con lui.

5. Infine non moriamo tutti insieme. I componenti di un gruppo possono morire a distanza di decenni gli uni dagli altri. Nel frattempo quanti percorsi diversi possono essere compiuti.
Sicché ognuno si presenta al giudizio particolare da solo.

6. Il santo Papa Giovanni Paolo II in Reconciliatio et paenitentia ha scritto: “Perciò in ogni uomo non c’è nulla di tanto personale e intrasferibile quanto il merito della virtù o la responsabilità della colpa” (RP 16).

7. Avevi diverse ragioni per rimanere perplesso.
Quell’affermazione, così come l’hai riportata, è erronea.

Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo